Il grande Dono del Divino Volere

Vª MEDITAZIONE

L'attività dell'anima nella Divina Volontà.

Chiamare la Divina Volontà in tutte le azioni.

Meditazioni a cura di Don Leonardo M. Pompei


Preghiera preparatoria alla meditazione

Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.

Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.

Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.

Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.

Ave Maria…


Testo da meditare:

Abbiamo detto che il Signore ci ha creati per uno scopo ben preciso che è di realizzare il progetto che Lui ha nei nostri riguardi di farci partecipi, in modo attivo e familiare, della SS. Trinità.

Abbiamo detto che partecipare alla vita intima della SS. Trinità significa ricevere tutto quello che Dio è, per partecipazione e non per natura, come invece è per Gesù, che ha detto: “Padre, che essi siano una sola cosa con Me come Io sono una sola cosa con Te, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato”. Dunque, l’essere uno con Cristo come Lui è Uno con il Padre, non significa esserlo per natura, ma per partecipazione.

Alla domanda: ‘Come può il limitato contenere l’infinito?’, abbiamo risposto che per Dio non esistono problemi senza soluzione; nella consacrazione tutto il Signore trasforma in Sè il pane e il vino, perché questi elementi non hanno una volontà propria che ostacoli l’azione di Dio.

Abbiamo parlato dell’esigenza dell’amore di dare tutto alla persona amata, ed abbiamo ricordato che il Signore desidera che ci sia questo ricevere e rimandare: il Padre dà tutto al Verbo ed il Verbo ridona tutto al Padre, ed è lo Spirito Santo; e questo nell’Unica Divina Volontà propria delle Tre Divine Persone.

Il vero amore va dimostrato nelle opere. Se una persona ci dicesse, dal mattino alla sera: “Ti amo, ti amo...”, noi desidereremmo vedere con i fatti questo suo amore. Così, tutto ciò che ci circonda è un segno tangibile di questo amore di Dio verso di noi.

Adamo ed Eva avevano il dono della scienza infusa, cioè conoscevano le cose nella loro essenza profonda tanto da poter dare loro il nome che le significava (ad esempio: il cane non può essere il gatto, per natura; e Adamo ed Eva avevano questa conoscenza intrinseca delle cose). Ma questo è ancora niente di fronte a ciò che veniamo a sapere ora con questi Scritti!

Adamo ed Eva non avevano solo questo tipo di conoscenza, non solo sapevano quante stelle esistono, ma potevano, coscientemente, prendere il “ti amo” unico e irripetibile, cioè sempre nuovo, di Dio verso di loro in ogni scintillio di ogni stella. In ogni cosa creata Adamo ed Eva potevano scorgere ed abbracciare l’Amore che Dio, attraverso tutta la Creazione, riversava ogni istante su di loro.

In ogni raggio di luce del sole, nel trillo dell’uccello, nell’acqua che cade, in tutto ciò che è, Adamo ed Eva avevano la capacità di scorgere l’atto d’amore unico e irripetibile di Dio verso di loro; e potevano far questo grazie al grande Dono che Dio, dopo averli creati perfetti, aveva fatto loro: il Dono della DIVINA VOLONTA’, che li rendeva capaci di fare per partecipazione ciò che per natura non avrebbero potuto fare.

Ricordiamo l’esempio del bambino che guida la macchina: lui, per natura non può farlo, ma si può dire che immedesimandosi con il papà è come se le braccia del padre diventassero estensioni delle sue piccole braccia, i piedi diventassero prolunghe dei piedi del bimbo; e così, ciò che per natura non può fare lo fa per partecipazione, per grazia, per dono. Così, le braccia di Adamo ed Eva, le loro capacità, erano immense, potevano abbracciare l'inabbracciabile, cioè Dio stesso, che pioveva su di loro in ogni istante, in tutto, donando tutto quello che Lui è - perché il vero amore dà sempre tutto di sé.

Però, non si può solo ricevere.

Adamo ed Eva, con la grande capacità che avevano, ricevevano il tutto, lo facevano proprio e lo ridonavano a Dio personalizzato.

La Madonna stessa, nel libro da Lei dettato a Luisa, ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, spiega con chiarezza a Luisa questo fatto, cioè come vi era una specie di gara tra Lei e il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: gareggiavano per vedere chi amasse di più. Certo, Dio vince sempre! Però, la Madonna, ricevendo tutto questo Amore che Dio faceva piovere su di Lei come mari immensi, prendeva questi mari d’amore, li faceva suoi e con il suo amore personale li voleva ingrandire per poterli rimandare a Dio più grandi di quelli che Lui aveva dato a Lei. Questo gioco d’amore faceva andare in estasi Dio! Era sempre una sorpresa anche per Lui il vedere come la sua Divina Volontà lavorasse nella sua creatura, come Maria sapesse personalizzare l’amore ricevuto da Lui e glielo ridonasse diverso, sempre nuovo! Dio si diceva: “Non posso lasciarmi vincere”, e dava di più. Ma la Madonna prendeva questo nuovo amore, lo rifaceva nuovo in Lei e glielo ridonava nuovamente. Per Maria SS. è avvenuto così fin dal suo concepimento. E questo è anche ciò che il Signore desidera che facciamo noi.

Vediamo, ora, come noi possiamo amare Dio. Noi possiamo amarlo con tutto ciò che Lui ci dona: con ogni palpito, ogni respiro... Ma, noi doniamo a Dio tutto quello che Lui stesso ci ha dato; la stessa preghiera è ispirata da Dio; allora che cosa di nostro doniamo a Lui?

Gesù ha spiegato a Luisa ciò che deve fare l’anima:

L’anima, per iniziare a camminare nella Divina Volontà, deve incominciare a chiamare la Divina Volontà in tutte le sue azioni:

“Vieni, Divina Volontà, a parlare in me;

vieni ad ascoltare in me;

vieni a confidare nel mio cuore:

vieni ad alzarti in me;

vieni a prendere la colazione ed a farla in me;

vieni a scuola, al lavoro in me...’,

e così dicendo; ma con tranquillità, non con ansia. Prima bisogna farlo nelle cose grandi, nelle cose facili, ricordando che Dio è il Dio della pace. Col passar del tempo, ci accorgeremo che, quasi senza accorgerci, chiameremo la Divina Volontà anche nelle più piccole cose, senza fatica. Cominceremo a dire: “Vieni ad aprire la macchina in me; vieni a sederti nella macchina in me...’; cominceremo a chiamare la Divina Volontà nelle diverse cose che faremo, ad esempio, nel preparare il pranzo, ecc.. Facendo questo esercizio saremo più capaci di fare coscientemente ogni cosa.

Percorrendo questo cammino ritorneremo a vivere secondo il desiderio che Dio ha nei nostri riguardi: ritorneremo a fare della nostra giornata un atto ininterrotto di ricevere e donare, in tutto ciò che ci capita.


Punti di meditazione:

1. “La conoscenza profonda di tutte le cose”.

Grazie alla scienza infusa, i nostri progenitori avevano una conoscenza perfetta di ogni cosa, comprendendone profondamente la natura intrinseca o essenza. Per questo il libro della Genesi dice che Dio diede loro la facoltà di chiamare per nome ogni creatura, animata e inanimata e che il nome che essi avrebbero dato a ciascuna di esse sarebbe stato ratificato e sottoscritto da Dio. Noi, nello stato di natura decaduta e segnata dal peccato, sperimentiamo l’assoluta inadeguatezza e imperfezione della nostra conoscenza: non siamo spesso capaci di cogliere la realtà oggettiva per quello che è, non sappiamo ben discernere il vero dal falso, il bene dal male, non conosciamo bene noi stessi, non conosciamo Dio, non comprendiamo tantissime cose.

San Paolo scriveva: “la nostra conoscenza è imperfetta, e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, ciò che è imperfetto scomparirà” (1Cor 13,9-10). Entrare nel regno della Divina Volontà vuol dire essere invasi da una Luce soprannaturale che invade l’anima e torna a darle lucidità, limpidezza, chiarezza… Le tenebre fuggono, si diradano e splende il Sole del Fiat Supremo che riempie l’anima di conoscenza e verità… rendendola partecipe del Suo Eterno e Imperituro splendore… ciò che è imperfetto cede il posto a ciò che è perfetto e scompare… Quanto vedo e sento in me presente lo “splendore della Verità” (come ben intitolò san Giovanni Paolo II una delle sue più belle e importanti encicliche)? Quanto mi sento invece ancora nelle tenebre dell’ignoranza?

2. “Riconoscere il ‘ti amo’ di Dio in ogni creatura”.

Questa profondissima verità è in parte conseguenza della precedente. Dio ha creato ogni cosa per l’uomo, che del creato era stato costituito principe e signore. E l’uomo era capacissimo di vedere questo in ogni minimo dettaglio ed accogliere il “ti amo” che Dio aveva scritto in ogni minimo atto del suo Fiat Supremo: dal sole che illumina e riscalda alla pioggia che dà vita alla terra, dal fiorellino che allieta l’occhio con i suoi colori e l’olfatto con i suoi profumi al mare maestoso che incanta col suo azzurro e garantisce l’equilibrio termico della terra, dalla perfezione assoluta del corpo umano, nostra abitazione sulla terra, alla contemplazione delle quasi infinite varietà di specie animali e vegetali, che testimoniano la multiforme sapienza e creatività di Dio.

Il grande san Francesco era, a mio avviso, giunto a tale perfezione. Lo testimonia il suo “cantico delle creature” in cui, in un impeto di gratitudine commossa e felice, il santo loda col cuore e con tutte le forze Dio per tutte le creature, riconoscendone la perfezione, la bontà e l’utilità per l’uomo (perfino in “sora morte corporale”) e quindi accogliendo e beandosi (cioè godendone vivamente) del “ti amo” che Dio ha scritto per l’uomo in ciascuna di esse. Chi vive nella Divina Volontà acquisisce questa disposizione abituale e, guardando tutto il creato con occhi nuovi, trova una fonte di gioia, felicità e gratitudine perenne…

3. “Fare a gara con Dio nel ricambiare l’amore”.

Comincerà ad essere chiaro che la vita nella Divina Volontà è un tesoro inestimabile. Si conosce, riconosce ed accoglie Dio nella sua essenza, che è l’amore, rimanendo quasi travolti, estasiati, divinamente “ubriacati” dall’oceano di questo infinito amore che piove da ogni parte. Altro che musi lunghi che cominciano all’alba con le litanie delle lamentele, proseguono a mezzogiorno con lo sparlare e mormorare a destra e a manca e chiudono la giornata col recriminare, rimpiangere, a volte addirittura bestemmiare la Divina Volontà non riconosciuta, non accolta, non ricambiata!

L’anima - che quasi impazzisce di gioia dinanzi a tale marea montante di amore riconosciuto finalmente come tale - vedendo che Dio merita sommamente di essere amato, comincia a desiderare di ricambiare tale ininterrotta e continua dichiarazione in atto dell’amore di Dio per lei: e si innamora follemente, perdutamente di Dio, non a chiacchiere o con un vago sentimentalismo, ma coi fatti, col cuore e nella verità! Cambia vita, lascia il peccato, si immerge nell’orazione profonda, si offre a Dio, non ha paura di soffrire, anzi desidera in continuazione ricambiare, dimostrare il suo piccolo amore, immolarsi, sacrificarsi, spendersi…

Il tutto in modo soavissimo, divino, soprannaturale, ma straordinariamente vero e reale… La Madonna lo faceva talmente bene da “mandare in estasi Dio”!!!!! Si badi: mandare in estasi Dio!!!! Dio ha veramente goduto dell’amore immenso, infinito, perfetto che a Lui salì dal Capolavoro della Sua Creazione, la Divina Maria, l’unica che pronunciò un “Fiat” perfettamente e in tutto all'unisono con Fiat Supremo… La vita comincia ad essere una gara “a chi ama di più” tra Dio e la creatura…

4.“Chiamare la Divina Volontà in tutte le proprie azioni”.

Come cominciare a vivere questa che sembra una favola (ma tale non è), un sogno ad occhi aperti (ma tale non è), un pensiero che al solo concepirlo fa quasi impazzire di gioia e di contentezza? Oltre all’atto preventivo e all’atto di fusione (che riporteremo in seguito, anch’esso da recitare ogni giorno, specialmente dopo la comunione), occorre imparare ad unirsi in continuazione, placidamente e dolcemente, alla Divina Volontà in ogni pur minima azione, CHIAMANDOLA, usando quella semplicissima invocazione: “VIENI, DIVINA VOLONTA’, a…”, aggiungendo il nome di qualunque azione stiamo compiendo: compresi gli atti inconsci e involontari (come il dormire, il respirare, il battito di ciglia, la pulsazione cardiaca), comuni e ordinari (lavorare, cucinare, lavarsi, vestirsi, spogliarsi, camminare, guidare, passeggiare, giocare, parlare, ascoltare), di devozione (pregare, partecipare alla santa Messa, confessarsi, fare la lettura spirituale), straordinari (offrire il dolore per una prova, per un lutto, per una malattia, un grande sacrificio, una rilevante penitenza, etc.).

L’esperienza e la pratica tranquilla e non ansiosa di questi semplicissimi e sublimi esercizi farà il resto. E il constatare lo stato soprannaturale in cui l’anima viene a trovarsi, darà la conferma che questa via è totalmente e assolutamente divina e chi la percorre - chiosando il Montfort - arriverà a grande santità in maniera dolce, soave, veloce ed efficace.


Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:

O Divina Maria, mi sento impazzire di gioia nel vedere a cosa porta questo divino e celeste cammino.

Godo vivissimamente nel contemplare la tua gara d’amore con Dio, il vedere come Lui, amore infinito, sussultava di gioia nel vedere il tuo ardentissimo amore riversarsi su di Lui e ricambiare, puntualmente ogni suo “ti amo” pronunciato verso di te.

Desidero infinitamente entrare in questo mondo divino e celeste e ti chiedo con tutto il cuore di farmi da Maestra e Guida.

Fammi percepire il “ti amo” di Dio in ogni cosa, porta il suo bacio nell’anima mia e insegnami a ricambiarlo in tutto come facevi Tu.


Atto di fusione con la Divina Volontà:

Gesù, fonditi in me ed io mi fondo in Te. Gesù, facciamo tutto insieme, fondiamoci a vicenda nella Volontà, nei desideri e nell’amore, per potermi fondere nei desideri, nella volontà, nell'amore di tutte le creature, affinché tutte restino rinnovate nel tuo Volere; e poi fondo tutte le mie piccole particelle nelle tue per potermi fondere in tutte le particelle delle creature, per darti per tutte quell’amore, quella gloria e quella soddisfazione che tutti ti negano; e Ti chiedo di suggellare questo mio atto, o Gesù, con la tua benedizione per me e per tutti.

Vita mia, Gesù, mi fondo tutto nella tua SS. Umanità e Divinità, parte per parte, perché la tua Umanità ha per centro di vita la Divina Volontà e chi vive in Essa vive in questo centro diffondendo luce dovunque e a tutti. Fondo quindi, mio Gesù, la mia intelligenza nella Tua Intelligenza, la mia memoria nella tua Memoria, la mia volontà nella Divina Volontà. Fondo il mio sguardo nel tuo sguardo, il mio olfatto nel tuo, o Gesù, la mia voce nella tua voce, il mio udito nel tuo. Fondo le mie mani e le mie opere nelle tue mani e nelle tue opere; il mio palpito e respiro nel tuo palpito e respiro e la circolazione del mio sangue nella circolazione del tuo Sangue, o mio amato Gesù.


 Fioretto perpetuo:

Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna)


Fioretto del giorno:

Esercitarsi, con calma e soavità a “chiamare la Divina Volontà” nel maggior numero possibile di cose che si fanno, si dicono, si pensano e si vivono. Recitare l’atto di fusione e prendersi l’impegno di farlo quotidianamente. Fare una o più visite alla Madonna chiedendole di darci la sua capacità di riconoscere i “ti amo” di Dio per noi e di ricambiarli.


Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:

“Imperatrice celeste, porta il bacio della Volontà di Dio all'anima mia”.