La Vergine Maria e il Regno della Divina Volontà 

Meditazioni mariane sulla Divina Volontà a cura di Don Leonardo M. Pompei

Vª Meditazione 

Il Trionfo della prova


Preghiera alla Celeste Regina, per ogni giorno del mese di Maggio

Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo mese a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.

Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio”

Ave Maria ...

Fioretto del Mese

La mattina, a mezzogiorno e a sera, cioè tre volte al giorno, andare sulle ginocchia della nostra Mamma Celeste e dirle: “Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno”.  


L'anima alla Vergine

Sovrana Celeste, vedo che mi tendi le braccia per prendermi sulle tue ginocchia materne, ed io corro, anzi volo, per godermi i casti amplessi, i celesti sorrisi della mia Mamma Celeste. Mamma santa, il tuo aspetto oggi è di trionfatrice ed in aria di trionfo vuoi narrarmi il trionfo della tua prova. Ah, sì, ben volentieri ti ascolterò, e ti prego di darmi grazia, che sappia trionfare nelle prove che il Signore disporrà di me.


Lezione della Regina del Cielo

Figlia a me carissima, oh, come sospiro di confidare i miei segreti alla figlia mia, segreti che mi daranno tanta gloria e che glorificheranno quel Fiat Divino, che fu causa primaria del mio Immacolato Concepimento, della mia santità, sovranità e maternità! Tutto al Fiat io debbo; io non conosco altro. Tutte le mie sublimi prerogative [con cui] la santa Chiesa tanto mi onora, non sono altro che gli effetti di quella Divina Volontà che mi dominava, regnava e viveva in me. Perciò sospiro tanto che si conosca chi [è] Colei che produceva in me tanti privilegi ed effetti mirabili, da far stupire cielo e terra.

Ora ascoltami, figlia cara: come l'Ente Supremo mi domandò il mio volere umano, [compresi] il grave male che può fare la volontà umana nella creatura, come essa metta tutto in pericolo, anche le opere più belle del suo Creatore. La creatura, col suo volere umano, è tutta oscillazioni, è debole, incostante, disordinata. E questo, perché Iddio, nel crearla, la aveva creata unita come in natura con la sua Volontà Divina, in modo che essa doveva essere la forza, il moto primo, il sostegno, il cibo, la vita dell'umana volontà. Sicché col non dar vita alla Volontà Divina nella nostra, si respingono i beni ricevuti da Dio nella creazione e i diritti ricevuti in natura nell'atto che fummo creati.

Oh, come compresi bene l'offesa grave che si fa a Dio e i mali che piovono sulla creatura! Ebbi tale orrore e paura di fare la mia volontà, [che] giustamente temevo, perché anche Adamo fu creato da Dio innocente, eppure, col fare la sua volontà, in quanti mali non piombò, lui e tutte le generazioni?

Perciò [io], la Mamma tua, presa da terrore e più dall'amore verso il mio Creatore, giurai di non fare mai la mia volontà; e per essere più sicura ed attestare maggiormente il mio sacrificio a Colui che tanti mari mi aveva dato di grazie e privilegi, presi questa mia volontà umana e la legai ai piedi del Trono divino, in omaggio continuo d'amore e di sacrificio, giurando di non servirmi mai, anche per un istante solo della mia vita, della mia volontà, ma sempre di Quella di Dio.

Figlia mia, forse a te non parrà grande il sacrificio mio, di vivere senza [la] mia volontà; ed io ti dico che non c'è sacrificio simile al mio, anzi si possono chiamare ombre tutti gli altri sacrifici di tutta la storia del mondo. Paragonato al mio, sacrificarsi un giorno, ora sì ed ora no, è facile; ma sacrificarsi in ogni istante, in ogni atto, nello stesso bene che si vuol fare, per tutta la vita, senza dar mai vita alla volontà propria, è il sacrificio dei sacrifici, e l'attestato più grande che può offrirsi, e l'amore più puro, trafilato dalla stessa Volontà Divina, che può offrirsi al nostro Creatore. E' tanto grande questo sacrificio, che Dio non può chiedere di più dalla creatura, né essa può trovare come può sacrificarsi più per il suo Creatore.

Ora, figlia mia carissima, come feci dono della mia volontà al mio Creatore, io mi sentii trionfante nella prova voluta da me e Iddio si sentì trionfante nella mia volontà umana. Iddio aspettava la mia prova, cioè un'anima che vivesse senza volontà, per aggiustare le partite del genere umano, [e] per atteggiarsi a clemenza e misericordia.

Perciò ti attendo di nuovo, per narrarti la storia di ciò che fece la Divina Volontà dopo il trionfo della prova.

Ed ora, una parolina a te, figlia mia: se tu sapessi come sospiro di vederti vivere senza della tua volontà! Tu sai che ti sono Madre e la Mamma vuol vedere felice la figlia sua; ma come puoi essere felice se non ti decidi a vivere senza volontà, come visse la Mamma tua? Se ciò farai, tutto ti darò; mi metterò a tua disposizione, sarò tutta della figlia mia, purché abbia il bene, il contento, la felicità di avere una figlia che viva tutta di Volontà Divina.


Punti di meditazione

1. “Tutto al Fiat io debbo: non conosco altro”

Le sublimi prerogative con cui la Chiesa onora la Amata Regina dei nostri cuori, sono: l’Immacolata Concezione e la pienezza di grazia e confermazione in grazia, che resero la Madonna impeccabile in questa terra e dominatrice assoluta della serpe malefica; la Verginità perpetua, che fece risplendere in tutta la sua bellezza e pienezza l’originario disegno della Santissima Trinità sull’uomo e anche sull’amore umano, che non avrebbe dovuto conoscere fremito di concupiscenza né lezzo di sensi, ma essere ardentissimo e purissimo e subordinato all’amore primario di Dio solo, sommamente e perfettamente amato e servito; la Maternità divina, che la elevò al di sopra di ogni ente creato, dandoLe il privilegio unico di poter dare la natura umana al Verbo Divino ed essere da Lui, in verità e con verità, chiamata “Madre”, “Mamma”; l’Assunzione al cielo con l’esenzione dalla morte corporale e l’immediata glorificazione del Suo Santissimo, Verginale e Immacolato Corpo; la condivisione della regalità universale di Cristo, come Regina incoronata alla destra del Re. Infine, anche se tali privilegi ancora non sono ancora oggetto di pubblica e ufficiale venerazione della Chiesa (ma lo saranno presto, anche coll’aiuto di tutti i veri amanti e devoti della Santissima Vergine), il suo essere la Corredentrice in senso stretto del genere umano (in quanto causa, subordinata a Cristo, ma reale, della riapertura del cielo, della possibilità di riavere nuovamente la Grazia perduta e di sfuggire, per questo, alla schiavitù del demonio), la Mediatrice di ogni grazia (perché tutte, nessuna esclusa, passano attraverso Lei, lo si voglia o non lo si voglia, lo si creda o non lo si creda), l’Avvocata universale dell’umanità (per la quale sempre intercede e sempre “difende” perorandone la causa presso il trono dell’Altissimo, davanti al quale sempre sta come e più dei sette angeli assistenti). Oltre a queste, ci sono tutte le prerogative e i titoli elencati nelle litanie lauretane.

Ecco cosa vuole e può realizzare la Divina Volontà in una pura creatura e cosa, di fatto, ha realizzato! Tutto questo, infatti, non è altro che effetto della Divina Volontà regnante, dominante e operante in Maria Santissima.

2. “La tragedia della volontà umana”

La volontà umana mette tutto in pericolo, anche le opere più belle del suo Creatore. Nulla dobbiamo tanto temere quanto questo, sapendo che tutta l’opera infernale della malefica serpe consiste esattamente in questo: provocare il distacco della volontà umana da quella Divina, il cui massimo successo si realizza nel peccato, che è proprio, prima e anzitutto, separazione della volontà umana da quella divina con conseguente morte immediata dell’anima (nel caso di peccato mortale) o ferita sanguinante in atto (peccato veniale) oppure perdita di opportunità di crescita, santificazione e nuove grazie (imperfezioni volontarie e anche involontarie)

 Questa volontà umana, questo mostro generato dall’uomo e dal suo libero arbitrio, “è tutta oscillazioni, debole, incostante, disordinata”. A differenza di quella della Vergine, che fu messa nello stesso stato che ebbero i nostri progenitori prima della caduta, la nostra volontà, purtroppo, ha come dato di partenza questo, perché siamo tutti vulnerati dalla colpa originale. Ma il punto di arrivo del cammino della Divina Volontà, quello a cui la Madonna ci porterà se saremo fedeli al nostro cammino, è: una volontà FERMA e non oscillante; FORTE e non debole; COSTANTE e non incostante; ORDINATA ED EQUILIBRATA in tutto e non disordinata. La volontà umana “oscilla”: ne facciamo tutti esperienza, finché non ci “fermiamo” su un fondamento solido e sicuro.

Unico fondamento sicuro e solido che finalmente Dio ha voluto donare e rivelare è il Regno della Divina Volontà. Sono persuaso profondamente che dall’accettazione o meno di questo Dono molto dipende non solo per ogni singola anima ma anche per le sorti del mondo e della Chiesa stessa, in questi tempi tanto difficili e tormentati. La volontà umana è DEBOLE: facilmente viene vinta dai nemici, cade, si sconforta, si scoraggia, indietreggia, si impaurisce. La volontà umana è inoltre INCOSTANTE: quante volte abbiamo fatto propositi (che sono per lo più velleità), o addirittura promesse o proclami, per poi abbandonarli con estrema facilità? Quanto siamo costanti, per esempio, nella preghiera, nella penitenza, nell’adempimento dei nostri doveri, nell’impegno operoso nella crescita nelle virtù, nel combattimento dei vizi e delle miserie emotive, psicologiche, sentimentali?

La volontà umana è infine DISORDINATA, cioè non agisce divinamente con ordine, equilibrio, discernimento, peso e giusta misura e molte volte è ingannata. Il serpente infernale è un vero e proprio maestro ad agire in maniera subdola, malefica e velenosa sulla nostra psiche, potendo portare danni incalcolabili sotto pretesto (apparente) perfino di buone opere o buone intenzioni. L’opera delle opere è stanarlo e smascherarlo anzitutto in ciò che fa in noi, per poi diventare forti e capaci di combatterlo e vincerlo anche fuori di noi.

Perché si attui questo felice programma “occorre dar vita alla Volontà Divina nella nostra”, altrimenti si respingono tutti i beni ricevuti da Dio nella creazione e i diritti ricevuti in natura nel momento in cui fummo creati. Trovandoci noi in una situazione molto differente da quella dell’Immacolata, tale particolare attenzione deve essere ancor più evidenziata, per non cadere nell'illusione spirituale che in queste cose, come dicevano gli eretici luterani, “Dio faccia tutto in noi senza di noi”, giustificando in questo modo il quietismo, l’accidia e aprendo una certa porta al fatalismo.

Il senso della meditazione di oggi (e di ieri) è vedere come Dio si sia fidato della Madonna dopo che, a seguito dell’Immacolato Concepimento e della richiesta ad Ella di tutta la sua volontà, ebbe il suo consenso nel modo in cui la Divina Maria qui spiega e su cui ora ci soffermiamo.

3. “Il più grande dei sacrifici (non plus ultra)”

 L’Amata del nostro cuore, la Regina del cielo ebbe orrore di tutto questo e un’immensa paura (l’unica paura santa) di fare la sua propria volontà, vedendo i disastri che da questo derivano non solo a se stessi, ma al mondo intero. E fece il suo atto eroico, che, come spiega, non è immediatamente comprensibile nel suo valore dalla nostra umanità limitata: legare la sua volontà umana (che c’era ed era vivissima e operante, come in noi) ai piedi del trono divino, giurando di non servirsi MAI, neanche per un istante della propria vita, della sua propria volontà, ma sempre e solo di quella di Dio. Ed aggiungendo che tale sacrificio non è paragonabile a nessun sacrificio che si possa offrire a Dio.

La limitatezza della nostra condizione umana, lo si ribadisca, non ci fa cogliere l’immensità assoluta di un tale sacrificio, che non ebbe e non avrà mai uguali. Si sente l’eco, tuttavia, di ciò che fu rivelato al Montfort a cavallo tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII: “La perfetta consacrazione a Maria consiste nel darsi interamente, come schiavo, a Maria e, per mezzo di Maria, a Gesù: poi, nel far tutto con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria. Mi spiego: Bisogna scegliere un giorno importante per darsi, consacrarsi e sacrificare volontariamente e per amore, non per forza, interamente, senza riserva alcuna, il proprio corpo e la propria anima; i propri beni esterni di fortuna, come la casa, la famiglia, le rendite; i propri beni interni dell'anima, cioè i meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.

Qui è il caso di notare che con questa devozione si sacrifica a Gesù per mezzo di Maria tutto quanto un’anima ha di più caro e di cui nessun Ordine religioso esige il sacrificio, cioè il diritto che abbiamo di disporre di noi stessi e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni; di modo che se ne lascia l’intera disposizione alla Santissima Vergine, perché l’applichi a suo piacere e alla maggior gloria di Dio, che Ella sola conosce in modo perfetto” [Segreto di Maria, 28-29].  “[…] con un’anima fervente e generosa, più attenta agli interessi di Dio che ai propri; che dà a Dio tutto quanto ha, senza riserva, al punto da non potergli dare di più, “non plus ultra”; che desidera solo la gloria e il regno di Gesù Cristo per mezzo della sua santa Madre e si sacrifica interamente per conseguirlo; […] Nostro Signore e sua Madre saranno generosissimi in questo mondo e nell’altro, nell’ordine della natura e della grazia (Trattato della vera devozione, 133).

La consacrazione “Totus Tuus”, in questo senso, rappresenta una sorta di tappa quasi obbligata e necessaria nel cammino della Divina Volontà. Due secoli prima di rivelarlo a Luisa, lo Spirito Santo, illuminando il grande santo bretone, esortò a fare sacrificio assoluto di sé nelle mani della Madonna, sottomettendo in tutto a Lei la propria volontà e vivendo in perfetta e intima comunione con Lei (tutto con Lei, per mezzo di Lei, in Lei e per Lei). La Madonna fece la sua personale consacrazione “tota tua” alla Divina Volontà e fu ad essa fedele inesorabilmente, al 100% senza concedere un solo atto proprio alla sua volontà umana.

4. “Vivere senza volontà propria”

 La Chiesa, sulla scia della Sacra Scrittura, ha sempre insegnato che l’ubbidienza vale più di tutti i sacrifici: “Samuele esclamò: Il Signore forse gradisce gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla voce del Signore? Ecco, l’obbedire è meglio del sacrificio, l’essere docili è più del grasso degli arieti” (1Sam 15,22). Cristo Gesù assunse la condizione di “schiavo” facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce (Fil 2,8). “Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,5-7).

Vivere senza volontà propria non è ubbidire a Dio un giorno sì e un giorno no; in questo sì e in quest’altro no; se è peccato mortale sì, se veniale no; se è peccato sì, se imperfezione no. Ma, ininterrottamente, tenere sotto i piedi la propria volontà per unirla a quella Divina. Per noi, poveri peccatori, ci sono delle vie obbligate di conoscenza dei Divini Voleri: anzitutto i dieci comandamenti, che devono essere ben conosciuti e compresi nel loro significato ed essere messi tutti e bene in pratica, senza alcuna zona d’ombra; subito dopo l’obbedienza ai propri legittimi superiori, anzitutto le autorità della Chiesa (Papa, vescovi, parroci) e le sue leggi, i propri superiori diretti (il marito per la moglie, il vescovo per un sacerdote, il guardiano o il superiore per un religioso); seguono poi i doveri del proprio stato (di coniuge, di genitore, di sacerdote, di consacrato, di figlio, etc.), che vanno eseguiti con la massima perfezione possibile; segue la conoscenza e la messa in pratica dei consigli evangelici e di tutte le cose che la Divina Volontà presenta come migliori o ottime pur senza chiederle sotto pena di peccato; segue ancora la conoscenza e l’ascolto puntualissimo dei voleri della Madonna, come sono stati manifestati nelle molte apparizioni autentiche degli ultimi secoli; segue l’attenzione vigilante su ogni minima imperfezione, la lotta continua contro i nostri difetti (specie quello predominante), la comprensione delle motivazioni profonde che ci spingono ad agire con volontà propria per smascherarle e metterle sotto i piedi.

Un ottimo mezzo di crescita è mettersi, volontariamente, in obbedienza di un prudente, saggio e santo direttore spirituale, per ridurre il pericolo che la nostra volontà ci tenda qualche tranello e in esso cadiamo anche nostro malgrado, ricordando che chi obbedisce è sempre al sicuro e che l’obbedienza non sbaglia mai. Fare il sacrificio della propria volontà e mettere volontariamente, senza averne alcun obbligo, se stessi e le proprie scelte sotto obbedienza è strumento formidabile per atterrare e uccidere la nostra volontà. Evidentemente a ciò aiuta e concorre in maniera determinante e decisiva la vita di unione con la Divina Volontà, con gli esercizi interiori che comporta e con gli effetti mirabili che essi generano nelle nostre anime.


L'anima

Sovrana trionfatrice, nelle tue mani di Madre metto la mia volontà, affinché tu stessa come Mamma me la purifichi ed abbellisca, ed insieme con la tua la leghi ai piedi del Trono divino, affinché possa vivere non con la volontà mia, ma sempre sempre con quella di Dio.


Fioretto

Oggi, per onorarmi, in ogni atto che farai mi consegnerai nelle mie mani materne la tua volontà, e mi pregherai che al posto della tua io faccia scorrere la Divina Volontà.


Giaculatoria

Regina trionfatrice, rubami la mia volontà e cedimi la Volontà Divina.