Il grande Dono del Divino Volere

VIIª MEDITAZIONE

Gli atti nella Divina Volontà: continuati e creativi. 

Meditazioni a cura di Don Leonardo M. Pompei


Preghiera preparatoria alla meditazione

Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.

Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.

Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.

Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.

Ave Maria…


Testo da meditare:

È giunto il tempo di testimoniare agli altri, a tutti, il grande ‘Dono’ della Divina Volontà. Chi è venuto a conoscenza di questo Dono che Dio vuole fare all’umanità, non può fare a meno di parlarne con gli altri; sente l’esigenza interiore di doverlo far conoscere, di volere esercitare questa Divina Volontà, di chiederla…

Dobbiamo anzitutto imparare a non usare più la nostra volontà umana. Dice Gesù a Luisa: “Non lasciar perdere un atto da dentro il mio Atto; non far perdere un battito di ciglio che non sia fatto nella mia Volontà!”. Pensiamoci!... un battito di ciglio! Allora, noi sapendo che i nostri atti fatti nella Divina Volontà hanno un valore così grande, dobbiamo essere contenti di farne il più possibile, anzi, dobbiamo vivere una vita così! Non solo una successione di atti, ma atti continuati: così sarà ‘vita divina’ e non solo più successione di atti. Così la nostra vita sarà trasformata dall’umano al divino, come Gesù ha detto: “Voi fino adesso avete sempre adoperato la vostra volontà umana, i vostri cenci della volontà umana, che vi facevano solo cadere in terra e non vi permettevano di rialzarvi”... Invece con questa Divina Volontà subito rimbalziamo dentro Lui. Ed anche se una piccola mancanza può avvenire, perché il vecchio Adamo spunta sempre, noi dobbiamo sempre dire: “Signore, più di prima nel Divin Volere. Perdonami! Più di prima!”. Queste piccole mortificazioni per queste piccole miserie ci rendono più umili e noi ci alziamo con più slancio nelle braccia di Gesù, per vivere veramente in questa Divina Volontà.

A livello pratico, per realizzare questo dobbiamo dire:“Signore, eccomi! Prendi la mia volontà e vieni Tu a vivere la tua Volontà Divina in me: vieni a pensare nella mia mente... Gesù, ti amo; Divina Volontà vieni a guardare nei miei occhi... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a palpitare nel mio cuore... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a respirare nel mio respiro...” Ancora: “Gesù, ti amo; vieni, Divina Volontà a soffrire nel mio soffrire”. Questo è molto importante, perché Gesù ha detto di non lasciar perdere una piccola sofferenza a vuoto; perché quando è vissuta umanamente questa sofferenza ha valore umano, invece se noi la uniamo al suo soffrire, alla sua Passione, farà parte della sua stessa Passione; anche un piccolo mal di denti, anche un piccolo mal di testa... può far parte della sua Passione. È tutto importante: anche un respiro, che sembra un nonnulla, eppure…: “Ah!… Gesù, ti amo; vieni a respirare nel mio respiro”. Gesù nel suo respiro, nel suo sospiro chiamava tutte le anime alla grazia, e si rivolgeva al Padre: “Padre, fa’ che tutte le anime siano una cosa sola con Noi”. Gesù alzava sempre gli occhi al Padre. E quando noi sospiriamo, se questi sospiri che facciamo li uniamo alle intenzioni stesse di Gesù, faranno parte della sua stessa intenzione. Quando riposiamo, la notte: “Gesù, vieni a riposare nel mio riposo, e metto la stessa tua intenzione che avevi quando Ti riposavi…”.

Dobbiamo prestare il nostro corpo a Gesù perché Lui possa continuare a vivere la sua Umanità nella nostra umanità. Prestiamo a Gesù il nostro corpo perché sia ancora Lui, in noi, a vivere i suoi atti. E Lui dice che ‘così sono tanti Gesù che camminano sulla terra’.

Quando ci si unisce a Gesù in questi atti, si sente una carica nuova, una forza nuova, una forza divina: non è più una forza umana. A volte nel compiere un’azione difficili pensiamo: “Ma come faccio ad affrontare questa cosa?”. È questo il momento di dire: “Solo Tu, Gesù, in me, puoi affrontarla! Vieni Tu in me…”. Dobbiamo unirci alla Divina Volontà anche nei problemi più grossi, nelle cose che umanamente non si potrebbero neanche sostenere. Basta dire: “Vieni Tu, Gesù, adesso in me a fare questo sforzo... a parlare con quella parola... a chiedere perdono a quella persona che non vorrei neanche avvicinare... vieni Tu, Gesù, in me...”. Si sarà in questo modo rivestiti della forza onnipotente della Divina Volontà e si gusterà la verità delle parole del Maestro: “Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9,23)!

Gesù dice che gli atti che facciamo nella Divina Volontà, sono atti creativi; non si fermano come gli umani, come quando facciamo gli atti solo umanamente. Facendoli con la Divina Volontà diventano atti creativi. “Questi atti possono creare cose più belle di quelle che ho fatte - ha detto il Signore -, mondi più belli di quelli che ho fatti, mondi di tutti i mondi”.

Allora, quando noi facciamo un atto nella Divina Volontà, questo atto diventa universale, abbraccia Cielo e terra: questo atto prima va ad aumentare la gloria degli Angeli e dei Santi in Cielo, poi, siccome è talmente potente, perché non è fatto da noi, ma è fatto da Dio, torna sulla terra e va ad aiutare un peccatore... un moribondo... un malato...; va in Purgatorio a liberare le anime dal Purgatorio...; senza che noi lo sappiamo; perché Gesù dice: “Ho il diritto Io di sapere dove vanno, perché sono i miei atti quelli!”. Noi crediamo che siano nostri, ma non è così, perché avendo detto: “Gesù, vieni in me”..., questi atti non sono più nostri, ma atti di Gesù.

Questi atti fatti così nella Divina Volontà hanno il potere di fare miracoli, di convertire, di salvare le anime, anche se noi non le vediamo, non importa. Quell’atto rimane in eterno; non è come quello umano che dopo un po’ possiamo anche perderlo, con un atto di superbia, quando lavoriamo umanamente. Invece se abbiamo detto: “Gesù, vieni...”, la superbia crolla, perché l’atto l’ha fatto Lui; e noi ci diciamo: “È Gesù che lavora in me... è Gesù che fatica in me... è Gesù che soffre in me...” In questo modo l’orgoglio crolla.

Qui non si tratta di umiltà, né di altre virtù. Quando si vive nella Divina Volontà non si ha più a che fare le virtù. Qui esiste il puro nulla. È il Tutto che viene in questo nulla e compie le sue opere. È la santità delle santità! Supera tutte le altre virtù, perché diventa la santità delle santità.


Punti di meditazione:

1. “Non usare più la volontà umana”.

È mia personale, ferma ed intima persuasione, che la via della Divina Volontà sia il compimento di quanto intuito ed insegnato da san Luigi Maria Grignion da Montfort nel Trattato della vera devozione a Maria, così poco compreso da molti, soprattutto nella sua dimensione interiore. Perché san Luigi insegnava a spogliarsi di tutto se stessi per consegnarsi come “schiavi d’amore” nelle mani della Madonna? Perché la condizione di corruzione dell’uomo dopo la colpa d’origine (dell’uomo schiavo della volontà umana) è tale da rendere praticamente impossibile il conseguimento della santità, se non a costo di sforzi sovrumani, di grandi tribolazioni, di purificazioni profonde, etc. Ecco cosa scrive. “Le nostre migliori azioni sono di solito macchiate e corrotte dal cattivo fondo che è in noi. Quando si mette dell'acqua limpida e pulita in un vaso che sa di cattivo, o del vino in una botte che è stata guastata da altro vino, l'acqua pulita e il vino buono vengono guastati e facilmente prendono un cattivo odore. Allo stesso modo quando Dio mette le sue grazie e rugiade celesti, o il vino delizioso del suo amore, nel vaso della nostra anima, guastata dal peccato originale e attuale, questi doni vengono di solito guastati e rovinati dal cattivo lievito e dal cattivo fondo che il peccato ha lasciato dentro di noi; le nostre azioni, anche quelle che riguardano le virtù più sublimi, ne risentono.

È dunque molto importante, per raggiungere la perfezione che si ottiene soltanto con l'unione a Gesù Cristo, saperci svuotare di ciò che vi è cattivo dentro di noi; altrimenti il Signore che è infinitamente puro e che non tollera per nulla la più piccola macchia dell'anima ci rigetterà da sé e non si unirà a noi. Per vuotarci di noi stessi bisogna anzitutto conoscere bene con la luce dello Spirito Santo il nostro cattivo fondo, l'incapacità nostra di operare il bene utile alla salvezza, la nostra debolezza in ogni cosa, l'incostanza continua, l'indegnità alla grazia e la malvagità presente ovunque. Il peccato del primo padre ci ha tutti quasi completamente guastati, inaciditi, gonfiati e corrotti, come il lievito inacidisce, gonfia e corrompe la pasta dove è stato messo. I peccati attuali da noi commessi mortali o veniali anche se sono stati perdonati, hanno aumentato la nostra concupiscenza, la debolezza, l'incostanza e la corruzione, lasciando dei rifiuti nella nostra anima. I nostri corpi sono talmente corrotti da essere chiamati dallo Spirito Santo corpi di peccato, concepiti nel peccato, nutriti nel peccato e capaci di tutto; corpi soggetti a mille e mille malattie, che si corrompono ogni giorno più, capaci di generare solo scabbia, parassiti e corruzione. La nostra anima poi, unita al corpo, è diventata così carnale da essere chiamata carne: «Ogni carne aveva pervertito la sua condotta sulla terra».

Abbiamo in eredità solo orgoglio, accecamento dello spirito, durezza del cuore, debolezza e incostanza dell'anima, concupiscenza, passioni in subbuglio e malattie del corpo. Siamo, per condizione di natura, più orgogliosi dei pavoni, più attaccati alla terra dei rospi, più brutti dei capri, più invidiosi dei serpenti, più ingordi dei porci, più collerici delle tigri, più pigri delle tartarughe, più deboli delle canne e più incostanti delle banderuole. Non abbiamo dentro di noi che il nulla e il peccato e non meritiamo altro che l'ira di Dio e l'inferno eterno”.

Al termine del Trattato spiega come realizzare questo: compiendo tutte le cose per mezzo di Maria (rinunciando alle proprie intenzioni e unendosi con le sue), con Maria (sforzandosi di imitare le sue virtù in tutto), per Maria (offrendogli ogni nostra azione) e in Maria. Quest’ultimo punto Egli non sa spiegarlo con parole umane. Parla di una grazia (“entrare in questo giardino chiuso, fontana sigillata”) che Dio concede solo a coloro che se ne rendono meritevoli. Ed una volta entrati in questo mondo, ecco cosa succede: “La Santa Vergine è il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo, di cui il vecchio paradiso terrestre non era che la figura. In questo paradiso terrestre vi sono dunque ricchezze, bellezze, rarità e dolcezze inspiegabili, che il nuovo Adamo, Gesù Cristo, vi ha lasciato. […] Questo luogo santissimo è composto unicamente da una terra vergine e immacolata, dalla quale è stato formato e nutrito il nuovo Adamo, senza alcuna macchia né bruttura, per l'opera dello Spirito Santo che vi abita. In questo paradiso terrestre si trova veramente l'albero di vita, che ha portato Gesù Cristo, il frutto di vita; l'albero della scienza del bene e del male, che ha dato la luce al mondo. In questo luogo divino vi sono alberi piantati dalla mano di Dio e innaffiati dalla sua divina unzione, che hanno portato e portano ogni giorno frutti di un gusto divino; vi sono aiuole smaltate di fiori di virtù belli e variopinti, emananti un odore che profuma anche gli angeli. Vi sono in questo luogo dei prati verdi di speranza, torri inespugnabili di fortezza, costruzioni incantevoli di fiducia, ecc. Solo lo Spirito Santo può far conoscere la verità nascosta sotto queste figure di cose materiali. C'è in questo luogo un'aria pulita, senza inquinamento, di purezza; vi è il giorno luminoso, senza notte, dell'umanità santa; il sole splendente, senza ombre, della Divinità; una fornace ardente e perenne di carità, dove tutto il ferro che viene immerso è arroventato e trasformato in oro; vi è un fiume di umiltà che sgorga dalla terra, si divide in quattro rami e irriga tutto questo luogo incantato; sono le quattro virtù cardinali”.

Se vivere nella Divina Volontà è tornare nell’Eden, vivere nella Divina Volontà è dunque la stessa e identica cosa (come appare evidente da quanto scritto dal Montfort) che vivere in Maria. Conseguentemente il grado di unione con la Madonna non può essere superiore a quello che si raggiunge vivendo nella Divina Volontà. Quindi è via che devono percorrere anzitutto i veri devoti della Madonna. Ecco perché è così importante, come si dice nella prima parte della meditazione, non lasciare che nemmeno un respiro vada perduto. E vivere in questa placida, serena (mai ansiosa) e costante attenzione e intenzione di unirsi in tutto ai Divini Voleri.

2. “Una forza nuova”.

Non dobbiamo mai dimenticare due caratteristiche della Divina Volontà: la sua onnipotenza e la sua perfetta felicità. Chi vive nella Divina Volontà dimentica espressioni tipo “non ci riesco” (tanto comuni, per la verità, anche tra le anime devote) e soprattutto non dirà MAI di no ai Divini Voleri, in nulla, quand’anche fossero straordinariamente impegnativi.

Facciamo un po’ di esempi. Ho subìto un torto gravissimo. La Divina Volontà, come sappiamo, vuole perdono pieno, immediato e assoluto, anzi, vuole che consideriamo i nostri “nemici” come i nostri migliori amici per il bene che ci fanno umiliandoci. La quasi totalità degli uomini si ribella a questa prospettiva; chi non lo facesse obietterebbe: “va bene, ma tanto non ci riuscirò mai”. Chi vive nella Divina Volontà lo fa immediatamente, senza remore, senza riserve e con immensa gioia.

Altro esempio. Un coniuge difficile. La volontà umana comincia a sciorinare un autotreno di (giustissime e fondate) lamentele… La volontà divina ricorda il patto matrimoniale: “nella gioia e nel dolore… amarti e onorarti TUTTI i giorni della mia vita” senza alcuna condizione… l’anima che vive nella Divina Volontà lo fa, con gioia e con solerzia! Anche sopportando offese e umiliazioni? Anche! Anche chinando il capo dinanzi a comportamenti ingiusti? Anche! Anche il non essere apprezzato e riconosciuto in nulla? Anche!

Altro esempio ancora. Due giovani sono tentati di non vivere la purezza. La sceglieranno immediatamente, con gioia e convinzione, e senza alcuna vergogna, anzi orgogliosissimi (di santo orgoglio) di fare perfettamente ciò che Dio vuole, se vivono nella Divina Volontà. Gli esempi ovviamente sono potenzialmente infiniti. Nelle piccole come nelle grandi cose. Si tratta solo di fare una scelta unica e irrevocabile: morte, sepoltura e… (solo per la volontà umana, non per i corpi umani!): cremazione!!! La volontà umana deve completamente sparire in noi, ed è meglio ancora se viene annientata (metaforicamente) col fuoco!

Chi vive questo, comincia a vivere e operare “da Dio”. Questa espressione, contenuta anche in un celebre canto della cara Debora Vezzani, deve essere ovviamente ben compresa (senza alcuna esaltazione o megalomania), ma è però verissima. Infatti è Dio ad operare in noi col suo FIAT SUPREMO nella misura in cui scompare la nostra volontà (e questo dipende dai nostri sforzi ascetici e dalla nostra scelta di “ucciderla”) e si moltiplicano gli atti di unione al Divino Volere. Tutto diventa possibile perché la Volontà di Dio è onnipotente e non c’è dunque cosa che il Cielo voglia che non si possa fare!!! Con ciò comincia anche la vera felicità sulla terra. Solo chi comincia a farne esperienza può testimoniare quanto ciò sia assolutamente vero. Tristezza, depressione e angoscia con tutte le altre male e malsane passioni, emozioni e sentimenti malati dell’umana volontà, spariscono e si dissolvono nel nulla…

3. “Atti creativi”.

La Divina Volontà non è solo onnipotente e perfettamente felice, ma è anche, anzi è anzitutto, creativa. Fu il FIAT SUPREMO a dare origine all’universo! Le parole di Gesù sono semplicemente sconvolgenti: “Questi atti possono creare cose più belle di quelle che ho fatte, mondi più belli di quelli che ho fatti, mondi di tutti i mondi”. Ma sono un’eco fedele di quanto Egli disse ai suoi nell’ultima cena (come puntualmente riportato dal prediletto tra gli apostoli): “In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre” (Gv 14,12). Stesse opere di Gesù! Opere più grandi di Gesù! Sogno? Follia? No, realtà, appoggiata peraltro su questo passo chiarissimo e consolante del Vangelo! “Il tutto vive nel nulla e ne compie le opere”. Evidentemente questo presuppone, in noi, perché divenga realtà, una grandissima conoscenza dei Divini Voleri, una grandissima capacità di introspezione e di esame del nostro operato e dei nostri pensieri, una inincondizionata consegna di noi stessi alla Divina Volontà. Non è solo santità, ma “la santità delle santità”.

Sentiamo ancora il Montfort a conclusione della meditazione: “L'Altissimo e la sua santa Madre devono formare dei grandi santi, i quali saranno così eccelsi in santità da superare la gran parte degli altri santi, come i cedri del Libano superano i piccoli arbusti. Così è stato rivelato a una santa persona, di cui il De Renty ha scritto la vita”. Questa strada celeste e divina potrebbe essere la via di formazione di questa eccelsa e straordinaria santità. Ci sono molte ottime probabilità che lo sia. Bisogna dunque percorrerla senza remore, decisi e fermi, senza mai tornare indietro: I. N. R. I. (Io Non Ritorno Indietro)


Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:

Trovare ad un tempo l’unione con te e l’unione con la Divina Volontà è pensiero che mi fa sobbalzare di gioia, o Divina Maria!

Entrare nel tuo mondo, un mondo unico perché completamente inabitato dal FIAT SUPREMO mi riempie di gioia ineffabile

 Con te e come te io pronuncio il mio “FIAT” e non sia solo voce che il vento porta lontano, ma impegno sacrosanto e indelebile a non muovere nemmeno un passo con la mia volontà.

La tua benedizione scenda su questo proposito e lo faccia vero.


Fioretto perpetuo:

Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna)


Fioretto del giorno:

Continuare esercitarsi, con calma e soavità negli atti attuali di unione con la Divina Volontà. Fare attenzione in particolare ad unirsi alla Divina Volontà negli atti inconsci (il respiro, il battito cardiaco, il battito delle ciglia) per interiorizzare il fatto che TUTTO, ma proprio tutto, deve essere da noi vissuto e compiuto nella Divina Volontà.


Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:

“Regina potente, pronuncia il tuo Fiat e crea in me la Volontà di Dio”.