Il grande Dono del Divino Volere

IXª MEDITAZIONE

I “giri”.

Il “Fiat” divino creante e redimente. 

Meditazioni a cura di Don Leonardo M. Pompei


Preghiera preparatoria alla meditazione

Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.

Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.

Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.

Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.

Ave Maria…


Testo da meditare:

Quando scrisse Le Ore della Passione il Signore soprattutto insistette con Luisa perché facesse i cosiddetti giri. Cioè, lei si riportava con la mente e con il cuore nelle opere fatte dalla Divina Volontà. Quindi si portava nelle opere della Creazione; a quel momento, ad esempio, quando Dio ha creato il mondo, e lo ringraziava e lo benediceva a nome di tutte le creature, partecipava a questo atto e Gli dava l’onore e la gloria in nome e per tutte le creature; e chiedeva a Dio, in quell'atto, il Regno della Divina Volontà sulla terra come in Cielo. E questo, in tutto l’operato di Dio.

Si tratta di riportarsi con la mente in questi Atti di Dio. Per esempio: Ci si riporta nel momento in cui Dio crea Adamo e si adora Dio che crea l’uomo in quell'atto così solenne, lo crea a sua immagine e somiglianza; e dopo che lo crea, Dio incomincia a dargli mari di amore con onde altissime. E l’uomo sente sgorgare il rigurgito dell’amore verso Dio, in una sorta di gioco di amore, un trastullo tra l’uomo e Dio, nel quale l’uomo viene inserito in questo amore tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Luisa si riporta in questo gioco di Adamo con Dio, nel quale si mandavano e rimandavano onde altissime di amore: Dio, che mandava all’uomo queste onde, e l’uomo, non avendo altre onde che quelle mandategli da Dio, rimandava a Dio queste altre onde, e c’era questo gioco di amore...

L’anima deve riportarsi, quindi, a questo momento di armonia tra il Creatore e la creatura. Ripensare anche al momento in cui Dio crea Eva e pure lei viene coinvolta in questo gioco di amore... e l’anima chiede a Dio: “Venga presto il tuo Regno! Sia fatta la tua Volontà come in Cielo, così in terra!” Attraverso ciò si ridà a Dio tutta la gloria e l’onore a Lui dovuti da parte di tutte le creature, in quell’atto creativo, in quell’amore tra Dio e l’uomo.

Poi, la mente si rende presente a quando l’uomo volle fare la sua volontà e uscì dalla Volontà Divina e tutti tremarono, perché tutte le creature sono nella Divina Volontà. Soltanto l’uomo è fuori della Divina Volontà. “O Maestà Divina - dice Luisa - foste costretta ad ammantarVi di Giustizia: io voglio venire da Te, nel tuo dolore, per riparare, per dare il mio bacio, il mio Ti amo, la mia continua riparazione per quel dolore che provasti quando le creature uscirono dal Creatore e voglio toglierti il manto di Giustizia per rimetterti il manto di Pace, di Amore…” E quindi chiediamo al Signore, con Luisa: “Per questo tuo dolore, venga il tuo Regno; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra”.

Chiamare gli atti della Creazione vedendo in questi atti l’amore di Dio. Contemplare il sole e dire: “Grazie, Signore, che mi hai dato questo sole, quest’aria da respirare, questo mare limpido, queste cose belle da Te create, questi fiori profumati...”. Invece purtroppo noi vediamo il fiore e diciamo: “Oh, che bello!”, ma non risaliamo al Creatore; “Oh, che bel sole oggi; andiamo a fare una passeggiata...”. Chi è che ringrazia del sole, dell’aria che respira...?! Gesù si lamenta per questo. La Divina Volontà continua a mantenere all’esistenza quel sole, quella stella, quel fiore: è una Volontà creativa che continua a mantenere all’esistenza.

Bisogna dare il ringraziamento continuo nelle cose create, nel sole, e nella Redenzione quando Gesù va sulla Croce a morire per noi... Dare il ringraziamento in tutti i ‘FIAT’, sia nel ‘FIAT’ Creante come in quello Redimente: “Gesù, Verbo di Dio, per quando Ti sei incarnato intendo darti questo ringraziamento, questo onore, questa gloria a Te che sei venuto sulla terra per morire per noi, per salvarci”.

Entriamo nei GIRI: Dio, contemplando la sua creatura, dice: “Oh come è bella la mia creatura! L’eco del suo amore mi alletta, mi ferisce, la sua voce risuona dolce e melodiosa al mio orecchio, teneri e forti sono i suoi abbracci; oh, come godo di averle dato la vita! Formerà il mio contento, la mia gioia, il mio trastullo...” E Luisa: “Vita mia, anch'io voglio ricevere il tuo alito creatore; anch'io bramo amarti ed adorarti con quella stessa perfezione e santità con la quale Ti amò e Ti adorò il mio primo padre Adamo. Sebbene indegna creatura voglio ricevere pure io i tuoi mari di amore e di luce, per poter formare a mia volta onde altissime che giungendo fino a Te, mi mettano in gara con il mio Creatore. Sì, Ti do amore per ricevere altri mari di amore e con le mie onde Ti chiedo che Venga il tuo Regno e che il tuo FIAT sia conosciuto!”

Dobbiamo dunque chiamare e “richiamare” il Regno di Dio nella Creazione e in tutti gli atti! Dare a Dio ciò che Adamo non gli dette. Lodarlo e ringraziarlo per ogni minimo prodigio e dono della sua Creazione


Punti di meditazione:

1. “I giri nella creazione”.

Per innamorarsi della Divina Volontà, la sola cosa sommamente e totalmente degna di amore, perché espressione di amore puro, eterno, ineffabile, pieno e traboccante occorre imparare a conoscerne le opere, a vederla operante in atto, a riconoscerne la “firma” in tutte le cose. Ecco cosa sono i “giri” che Gesù chiede di fare a Luisa. In realtà, come vedremo, essi hanno anche un altro fine nobilissimo: riparare ciò che gli uomini non hanno fatto e non fanno. Diciamo durante la Santa Messa nel Sanctus, come attestazione della perfetta santità di Dio: “i cieli e la terra sono pieni della tua gloria”. Occorre imparare a riconoscerlo. Riportarsi al momento creativo è esercizio oltremodo santificante.

Sarà bene ricordare come Dio aveva creato Adamo ed Eva e quali doni avevano ricevuto: anzitutto i doni soprannaturali (ossia totalmente gratuiti, ricevuti da Dio, al di sopra e al di là della capacità umana di riceverli): grazia santificante, per raggiungere, con l’apporto della volontà unita a quella di Dio, formidabili gradi di santità; scienza infusa, con la quale si possono conoscere per rivelazione moltissime cose per apprendere le quali, ordinariamente, occorre studio, sforzo e fatica; doni mistici abituali (come sappiamo dalla Genesi Dio passeggiava nell’Eden e Adamo “ci parlava”).

Poi i doni preternaturali (questi doni sono conseguenza dei primi e sarebbero stati mantenuti solo a patto che l’uomo non si separasse dalla Divina Volontà): integrità, ossia pieno dominio delle facoltà superiori (intelletto e volontà) sul corpo, sulle passioni e sui sentimenti, in modo che l’uomo mai poteva essere trascinato da qualche passione insulsa o sentimento malsano, essendo totalmente assente la benché minima forma di concupiscenza; immunità da ogni malattia e sofferenza; immortalità; soggezione di tutto il creato e di tutte le creature a sé. Infine i doni naturali: un corpo perfetto, bello, senza alcuna bruttura o imperfezione; le passioni e i sentimenti perfettamente ordinati ai loro fini retti; un intelletto lucidissimo e pienamente attivo, una volontà forte e ferma, una memoria lucida e stabile nel conservare i ricordi e nel richiamarli alla mente. Ed inoltre, intorno a sé, un creato perfetto, molto più bello e ordinato di quello che possiamo contemplare adesso, a lui totalmente soggetto e di cui goderne tutte le bellezze. Ecco il gioco di amore primordiale: Dio che si compiace di aver riversato questo oceano di doni, l’uomo che ne gongola inabissato e sommerso da tanto amore e, prima della caduta, ricambia il suo Dio con l’amore di tutto sé stesso.

Tutto questo sarebbe stato mantenuto a condizione di non separarsi dalla Divina Volontà ma mantenersi ad essa unito nell'obbedienza. Ma ecco la tragedia, il dolore inflitto a Dio: l’uomo prevarica e immediatamente perde tutti i doni soprannaturali e tutti i doni preternaturali; quelli naturali permangono, ma rovinati e indeboliti: le passioni e i sentimenti sono impazziti, il corpo perde la bellezza e l’agilità originaria e diventa ricettacolo di vizi, deformità, malattie; l’intelletto si oscura, rimane indebolito, fa fatica a conoscere e comprendere; la volontà, separata da quella divina e priva della grazia, diviene incapace di operare il bene e si ritrova sola capace solo di combinare guai su guai senza fine; la memoria è debole, instabile, insicura, dimentica, fa fatica a richiamare alla mente concetti, idee, ricordi.

Ecco che a questo punto, l’anima che compie il giro, deve riparare, chiedere a Dio perdono, sentire in sé il fremito del creato che guarda l’uomo come unico essere che ha osato separarsi dalla divina volontà: e gli si rivolta contro, in modo ordinario e, a volte, in modo straordinario (terremoti, uragani, tsunami, cataclismi, alluvioni, etc.). Entrare nel gioco di amore di Adamo per riconoscere i benefici di Dio e ricambiarli; entrare nella tragedia della colpa, per ripararne il dolore inflitto a Dio e le nefaste conseguenze.

2. “Lodare e ringraziare Dio in tutte le cose”.

Nonostante la tragedia della colpa, Dio non cessa, nel suo Fiat incessante, nel suo Atto unico, di ricolmare l’uomo di beni e doni. Ma l’uomo, ingrato, non ne riconosce l’artefice e non dice mai “grazie”. È come un ladro perpetuo, o meglio uno sfacciato “scroccone”, che gode continuamente di cose altrui infischiandosene di chi gliele ha date. Un essere sommamente spregevole e degno di disprezzo! Eppure la Divina Volontà continua a beneficarlo.

Chi vive nella Divina Volontà deve imparare a fare più che può, in tutte le cose, un duplice atto: accogliere il “ti amo” di Dio nel sole che splende, nell’acqua che beve e nel cibo che assume, nel fiore o nel tramonto che guarda, nella maestosità dei monti o nell’immensità del mare, nel canto degli uccelli e nel gemito del neonato: e ringraziarlo e lodarlo incessantemente per tutto questo, chiedendo perdono per tutti quelli che non lo fanno e ricambiando con il suo “ti amo” il “ti amo” di Dio che riconosce in tutta la creazione. Si gusta così l’immensa e splendida esperienza di sentirsi avvolti e circondati dall’amore di Dio, riconoscendo, per via di profondissima esperienza spirituale, che tutto il male che purtroppo ci circonda, così come tutti i disordini e le deformazioni del creato, sono solo frutto dell’orrore dell’umana volontà…

3. “I giri nel Fiat redimente”.

Ancor più vasti, se possibile, sono i “giri” nel FIAT redimente, cioè nell’opera della Redenzione compiuta dalla Divina Volontà attraverso Gesù e Maria. Le 24 ore della Passione di Luisa ne sono un’attuazione eccezionale e formidabile. Noi dovremmo stare in atto di perpetuo e commosso ringraziamento adorante per l’opera della redenzione.

Pensiamo a quanta ingratitudine (che Gesù stesso lamentò nelle rivelazioni del Sacro Cuore e Maria altrettanto fece in quelle sul Cuore Immacolato) degli uomini nel non ringraziare e lodare Gesù e Maria per quest’opera formidabile, anch’essa fatta solo per l’uomo e per il suo bene.

Pensiamo a che orrore - se si considera ciò - sia per esempio la disinvolta diserzione della S. Messa domenicale, che è il momento in cui il Fiat redimente si rende presente (qui ed ora) con tutta la sua infinita Potenza salvatrice, riparatrice, espiatrice, imperatrice… Anche qui occorre accogliere con infinita gratitudine gli infiniti “ti amo” che Gesù e Maria ci hanno consegnato nella Divina Lettera della loro Vita terrena e soprattutto della loro Passione redimente e corredimente, ricambiarli incessantemente, ringraziare e lodare infinitamente ed offrire continue riparazioni per l’umanità ingrata che dimentica o a volte disprezza, calpesta doni così sublimi e del tutto immeritati…

4. “Riparare ciò che i nostri progenitori non hanno fatto e la maggior parte degli uomini non fanno”.

Questa meditazione ha anche il compito di farci comprendere quanto sia importante la riparazione ed anche la “sostituzione vicaria” che chi vive nella Divina Volontà deve fare. La preghiera dell’angelo di Fatima lo mostra molto bene: “Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo; ti chiedo perdono per tutti coloro che non credono, non adorano, non sperano e non ti amano”.

Chi vive nella Divina Volontà, oltre che godere di ciò di cui gli uomini stolti e schiavi dell’umana volontà si privano (perché la creazione e la redenzione sono un infinito e continuo “ti amo” di Dio), oltre che lodarne e ringraziarne Dio, deve farlo anche a nome di coloro che non lo fanno e deve riparare, con atti interiori e - se ne è capace - anche con sacrifici di riparazione, l’infinita e inqualificabile ingratitudine della maggioranza degli uomini. Questo non farà altro che accelerare vorticosamente l’avvento del regno della Divina Volontà sulla terra.


Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:

“Oh Divina Maria, la tua vita era immersa continuamente nei “giri” nella creazione, di cui Tu ne eri e ne sei il capolavoro assoluto, nei “giri” nella redenzione, che ben conoscevi e di cui eri la Collaboratrice Prima, ed anche nella Divinità che sempre era aperta ad accogliere la Sua Diletta dando vita a quei giochi di amore che Adamo perse e che in Te conobbero accenti, vibrazioni e caratteri assolutamente inimmaginabili da umana creatura.

Prendimi per mano e accompagnami in questi “giri” da te perfettamente conosciuti.

Che io sappia accogliere e riconoscere in tutto il “ti amo” di Dio, ricambiarlo con tutto il cuore, unitamente al ringraziamento e alla lode, anche per chi non sa o non vuole farlo e riparandone, come posso e più che posso, l’infinita gratitudine, per concorrere con Te a far fare qualche piccolo sorriso di compiacenza al nostro grande Sommo ed Eccelso Dio, che deve essere glorificato e adorato nella perfezione assoluta della Sua eterna e Divina Volontà”.


Fioretto perpetuo:

Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna)


Fioretto del giorno:

Sforzarsi di riconoscere il più possibile il “ti amo” di Dio nelle cose che ci circondano e ricambiarlo. Fare una visita alla Madonna in cui rievocare lo stato sublime che avevano i nostri progenitori e il fremito del cielo e di tutto il Creato quando vollero perderlo “creando” il mostro dell’umana volontà.


Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:

“Mamma celeste, versa le tue lacrime nell'anima mia, affinché mi guarisca le ferite che mi ha fatto la mia volontà”.