Meditazioni dal Libro di Cielo





(1) Volume 6,Novembre 16, 1903

Dice Gesù nel volume 6, 16/11/1903: ”Il sacrificio ed il rinnegamento di se stessi, fanno nascere l’amore più puro e più perfetto. Solo morendo a sé stessi si genera la vita”

Possiamo girarle e rigirarle quanto vogliamo le parole di Gesù, ma il loro significato è sempre lo stesso: Sono il Sole che da luce alla vita dell’uomo. Questo che ci ha appena detto specchia il brano del Vangelo del “chicco di grano che cade a terra”, che se non muore del tutto non può portare frutto. Quindi è morendo a se stessi che si può portare frutto, che si può portare la “Vita”; morire non in parte ma del tutto. E cosa vuol dire morire del tutto a se stessi? Vuol dire vivere senza più pensare con la propria volontà, vivere senza più decidere con la propria volontà, vivere senza più operare con la propria volontà, vivere senza più amare con la propria volontà, in una parola vuol dire vivere senza volontà propria, prendendo “Vita” solo ed esclusivamente dalla Divina Volontà! E dov’è questa Divina Volontà che si vuole dare a noi come vita? E’ in tutto ciò che Dio ci mette davanti attimo dopo attimo come vita di ogni momento: tutto, proprio tutto, escluso gli errori. Ma questo, dice Gesù, lo si può capire solo morendo del tutto alla propria volontà, se non si muore alla propria volontà non si può capire, tutto può sembrare assurdo. “Ti voglio come morta selle mie braccia” dice infatti Gesù! 

Ora, permettetemi una piccola osservazione: Spessissimo diciamo che siamo innamorati della Madonna, ripetiamo “Ave Maria” nel salutarci, ci consideriamo suoi devoti perché diciamo due o tre S. Rosari al giorno o perché facciamo tanti pellegrinaggi; ma come posiamo dire di amare la Mamma di Gesù e Mamma nostra, se non condividiamo i suoi pensieri, i suoi gusti, i suoi dolori, i suoi modi di vivere e di amare? Non sarebbe vero amore il nostro, ma un amore di facciata, un amore interessato, un amore bugiardo: non può esserci amore se non c’è comunione. Qual è, allora, questo modo con il quale amare la Mamma del Cielo per essere veramente figli suoi, figli come figlio Gli è Gesù? 


(2) Volume 6, 17/12/1903

Dal Volume 6, 17/12/1903: Luisa: ”Signore, cosa fece la vostra Madre nell’incontro (dolorosissimo del Calvario)?” E Gesù (questo è il suo insegnamento): ”Figlia mia, Ella non fece altro che un atto di adorazione profondissimo e semplicissimo, (Dio è l’essere più semplice e più perfetto che esista, siamo noi che siamo complicati)….. In questo atto (che Lei fece) si infuse in Me (entrò in Me, e con la sua Umanità unita alla mia Umanità, nella Divina Volontà) continuò ciò che operavo Io stesso nel mio interiore. (Cioè, fece ciò che stavo facendo Io nel mio interno: Mi amava per tutti, Mi glorificava per tutti, Mi consolava per tutti, Mi riparava per tutti, impetrava per tutti e soffriva per tutti) Ciò Mi fu sommamente gradito, più che se avesse fatto altra cosa più grande. (Questo è ciò che ha fatto Maria SS. sulla strada del Calvario e questo è ciò che dovremo fare anche noi per essere suoi veri discepoli, suoi veri seguaci, suoi veri figli- come chiede a Medugorje- e volerle veramente bene) Il vero spirito di adorazione comporta (esige) che la creatura perda sé stessa (scompaia, si annulli e), si trovi nell’ambiente divino, (non più nell’ambiente umano) adori tutto ciò che opera Dio (la sua Divina Volontà operante in ogni momento e in ogni luogo) e si unisca con Lui (per fare ciò che fa Lui). Credi che sia vera adorazione quella in cui la bocca adora e la mente pensa ad altro? (Credi che sia vera adorazione) quella in cui la mente adora e la volontà è lontana da Me? (Credi che sia vera adorazione) quella in cui una potenza (o la memoria, o l’intelletto o la volontà) Mi adora e le altre sono tutte disordinate? Io voglio tutto per Me ciò che ho dato all’anima (cioè, memoria intelletto e volontà tutto) in Me…”(E’ Lui l’autore della nostra esistenza, per questo ha tutti i diritti su di noi!)
Gesù ci sta mettendo a nudo: scopre certi “altarini” delle nostre coscienze e ci fa capire quanto lontani sono i nostri modi di operare e di pensare dai suoi. Finalmente Gesù ci insegna cosa significa adorare: adorare il SS. Sacramento, adorare in Spirito e Verità, adorare Dio nelle Tre Divine Persone: Adorare la sua SS. e Divina Volontà. 

Adorare Dio significa diventare una sola cosa con Lui: cioè, ciò che pensa Lui lo vogliamo pensare anche noi, ciò che ama Lui lo vogliamo amare anche noi, ciò che facciamo noi sappiamo per certo che lo fa anche Dio in noi, ecc. Non è la bocca che deve adorare, non sono le parole o le formule che devono adorare, ma è la nostra volontà che vuole scomparire nella Sua Volontà per fare ciò che Essa sta facendo; cioè è la nostra “vita” che può e deve essere adorazione: la “vita” vissuta in Lui, come ha fatto Maria SS. attimo dopo attimo.


(3) Volume 6, 22/12/1903

Volume 6, 22/12/1903, per l’ennesima volta Gesù ci presenta la Croce e vuole farci comprendere la sua reale entità e il suo reale valore: cioè ciò che la Croce è stata per Lui e ciò che dovrebbe essere per le anime che Lo vogliono amare.

”Nell’atto stesso in cui si incarnò la (mia) Divinità nell’Umanità, in quel medesimo istante la Divinità si incarnò nella croce. (L’Umanità SS. di Gesù, la sua Divinità e la Croce sono state concepite insieme. Quindi) dal momento che fui concepito, fui concepito unito con la croce. Come la vera Croce fu unita con Me nell’Incarnazione, nel seno di mia Madre, così la Croce forma altrettante mie incarnazioni nel seno delle anime. (Sono Io stesso che Mi incarno nella creatura nella sua croce, e come Io sono stato concepito e nutrito nel seno di mia Madre, così la “Croce” vissuta nella mia Volontà, da la vita e fa crescere altrettanti Gesù nelle anime: Gesù non ha conosciuto la Croce sul Calvario, ma l’ha abbracciata fin dal Seno di Maria SS.)

La croce distrugge nell’anima ciò che è della natura umana e la riempie tanto della Divinità, da formare una specie di “incarnazione”: Dio nell’anima e l’anima in Dio. (Il nostro corpo non vuole accettare la “croce”, rigettarla è fisiologico, perché è stato creato per la gloria; solo l’anima veramente innamorata di Gesù, può soggiogare il proprio corpo alla “croce”. Chi ha sperimentato l’Amore di Dio, sa che questo amore gli viene dato proprio dalla Croce; spalanchiamo le porte del nostro cuore a questo Amore! ) 

Non dico “unione”, (perché nell’unione le entità rimangono sempre due) ma “incarnazione”, perché la croce penetra tanto nella natura umana da farla diventare dolore, perché dove c’è il dolore, là vi è Dio, non potendo stare separati Dio e il dolore. (Dopo il peccato, questa è la realtà; chi predica il contrario non è veritiero, è bugiardo! E sapete perché Gesù parla così spesso della croce? Perché vuole che facciamo amicizia con Essa ed impariamo ad amarla.) La croce, formando questa incarnazione (fra Dio e l’anima), rende l’unione più stabile (più perfetta), e (rende) difficile la separazione tra Dio e l’anima”. (Quando si è istaurata questa Amicizia fra l’anima e Dio, cioè “la Croce”, niente e nessuno li può più separare)


(4) Volume 6, 24/12/1903

Facciamo attenzione, ora, a questo brano del volume 6, 24/12/1903, perchè Gesù con queste parole vuole insegnarci una cosa molto importante: come farLo nascere in Carne ed Ossa, non solo nella nostra anima ma anche nel nostro corpo, per realizzare nel nostro nulla il disegno perfetto che fin dall’eternità ha su ogni uno di noi.

”…In un trabocco (in un atto traboccante) d’amore di mia Madre, nacqui dal suo seno (senza bisogno di intervento umano) ed in un trabocco (in un atto traboccante) d’amore (sempre senza nessun intervento umano) rinasco nelle anime. Questo trabocco (questo atto traboccante d’amore) viene formato dal desiderio (che nasce dal profondo del cuore della creatura, non dalla voce o dalle labbra, di amarmi e di possedermi): appena l’anima comincia a desiderarmi, Io resto concepito in lei (proprio come un embrione nel grembo della madre); quanto più l’anima si inoltra nel desiderio di Me (di amarmi e di possedermi), tanto più Io Mi ingrandisco nell’anima (tanto più questo desiderio-embrione cresce e si sviluppa nella creatura e tanto più cresce questa mia SS. Umanità viva in lei). Quando questo desiderio riempie tutto il suo interiore (dell’anima) e giunge a traboccare (a straripare fuori), allora Io rinasco nell’uomo: nella sua mente, nella sua bocca, nelle sue opere, nei suoi passi. (La creatura, con un miracolo della mia Volontà, viene trasformata in un altro piccolo Gesù che vive e cammina oggi sulla terra. Così possiamo fare nascere Gesù in noi! Non misticamente ma realmente!).

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