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Iª MEDITAZIONE

Il DONO della DIVINA VOLONTÀ

di padre Mike Adams

San Giovanni Rotondo (FG) - 6 ottobre 1997

 

 Per parlare della DIVINA VOLONTA’ in modo sistematico, è necessario parlare prima di LUISA PICCARRETA, perché se abbiamo un concetto giusto di Luisa, capiremo il resto.

Chi è Luisa? Le cose che diremo sono talmente incredibili, sono al di là di qualsiasi cosa che si possa immaginare... mai abbiamo visto nella storia un’anima nella quale Dio sia stato così potente come in Luisa! E’ così chiara la presenza e la mano di Dio in Luisa, che pare Egli abbia voluto mettere in lei la sua firma! Questa fu la vita di Luisa! Nonostante non facesse cose strepitose, nessuno ha il dubbio che vi sia stata fortemente presente su di lei, come potenza, la mano di Dio, in tutta la sua vita. Tanto è vero che a Corato tuttora è conosciuta come “Luisa, la santa”. E’ stato più volte raccontato da pellegrini venuti a far visita alla casa di ‘Luisa la santa’, come, chiedendo: “Dov’è la casa di Luisa Piccarreta?” E’ stato risposto loro: “Chi?!... ah... ‘Luisa, la santa’! Bene: dovete andare in Via Nazario Sauro, 25 e troverete la casa di Luisa la santa”. Perciò, così è conosciuta tuttora.

Gesù ha detto chiaramente, riguardo agli scritti di Luisa ed a tutto quello che lei ha fatto: “Voglio che sia ben chiaro che sono Io l’autore - lei aveva frequentato la scuola solo fino alla seconda elementare -. Tutto quello che hai scritto e che hai fatto, è opera mia”.

Mons. Resta, uno dei due teologi che stanno esaminando gli scritti di Luisa (lui ha finito il lavoro e ha dato il suo giudizio, mentre l’altro non ha ancora terminato), ha dato questa testimonianza: “Non ho trovato nulla che sia contro la fede e la morale e sono rimasto edificato nel vedere come lei senza fare errori parla dei concetti più alti della teologia, come ad esempio del concetto della ‘SS. Trinità’; e dove i nostri cari santi hanno riempito stanze di libri su certi argomenti, lei con la semplicità di una bambina descrive senza errare questi concetti”. Mons. Resta ne è rimasto edificato. Anche a me viene la pelle d’oca nel ripensare a questo fatto, ma è la realtà.

E’ importante conoscere quest’altro dettaglio della sua vita: questi suoi scritti non sono stati dettati. L’unico scritto dettato è: ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, dettatole dalla Madonna, per obbedienza al confessore. Tutti gli altri scritti sono stati scritti giorno per giorno, la sera seguente; ad esempio: oggi, 6 ottobre, verso le 10 o le 11 di questa sera lei scriverebbe ciò che ha visto, sentito o fatto con Gesù ieri, 5 ottobre. Dunque, scriveva sempre 24 ore dopo, con l’aiuto di Dio, indubbiamente!

Di che cosa parla Gesù in questi 36 volumi? In forma di diario, iniziando da cose piccole, Gesù arriva, nel volume 36, a dei concetti altissimi sulla DIVINA VOLONTA’ e sul suo desiderio che l’uomo ritorni all’ unione originale, a quella unione con Dio che avevano Adamo ed Eva prima del peccato originale; e questa unione deve realizzarsi sulla terra. E’ riassunto in questa frase il concetto centrale di tutti i suoi scritti. Ripeto: si tratta del ritorno della creatura a quella unione originale che avevano Adamo ed Eva con Dio prima del peccato originale. Questo è il desiderio di Dio; ed è un desiderio talmente ardente che vi sono, negli scritti, pagine che fanno piangere di commozione nel sentire l’ansia che dimostra Dio nel vedere come si stia avvicinando la meta, il giorno della realizzazione di questo suo desiderio, di questo nostro arrivare finalmente a Lui. Vi sono parole forti al riguardo.

Questo, è il contenuto di tutti gli scritti di Luisa.

Si tratta, naturalmente, di una unione interiore. Ricordate le parole di Gesù: “Il Regno di Dio è dentro di voi”. Certamente, il giorno nel quale la Volontà di Dio regnerà in ogni anima come regna in Cielo, sarà anche il Paradiso sulla terra; si instaurerà il Regno di Dio sulla terra quando il Regno sarà instaurato nel cuore di ogni uomo.

E’ giunto intanto il tempo del Regno di Dio nei nostri cuori. E Gesù, da vero Maestro, usa la Parola di Dio per spiegare a Luisa vari passi in diversi brani, ai quali anche noi, come Chiesa, ora ci allacciamo per vedere dove si trovano le fondamenta di tutti questi scritti. La rivelazione privata aiuta la Rivelazione pubblica (cioè la Bibbia, la Parola di Dio) e le dà luce; si tratta di una intensificazione di luce; le dà maggiori chiarimenti. Quando c’è una rivelazione privata, la Chiesa cerca sempre dove, nella Sacra Scrittura, Dio abbia aperta questa porta.

Noi sappiamo che non è tutto contenuto nella Bibbia e tutto quello che si può dire di Dio non è tutto contenuto nella Parola di Dio. La Parola di Dio unita alla Tradizione ed al magistero vivo della Chiesa fanno il fondamento sul quale si basa tutto il resto. Se dunque il teologo mons. Resta ha detto che leggendo questi scritti di Luisa non ha trovato niente che contraddica o sia contrario al fondamento (che è la Parola di Dio ed il magistero della Chiesa) vuol dire che possiamo procedere alla loro lettura ed alla meditazione. L’unico pericolo è che si potrebbero interpretare privatamente questi scritti, col pericolo di cadere in una interpretazione errata, come è successo varie volte anche nei confronti del Santo Vangelo e della Sacra Scrittura. Bisogna perciò camminare come i ‘piccoli’ e lasciarsi guidare dalla interpretazione che ne dà la Chiesa ufficiale; ai ‘piccoli’ il Signore svela il significato di ogni parola; quante persone potranno un giorno dire: “Signore, conosco i 36 Volumi a memoria!” e Gesù risponderà: “Non ti conosco!” Constatando quante volte sono state interpretate male le parole di Gesù, è importante avere l’umiltà e la conoscenza della nostra piccolezza.

Ecco allora alcuni di questi passi.

Spiegando a Luisa il ‘Padre nostro’ Gesù le dice che, quando Lui ha pregato il ‘Padre nostro’ ed ha detto: “venga il tuo Regno; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra”, il significato di queste sue parole era diverso da quello che a volte noi diamo. Gesù dice: “Quando Io per primo pregavo questa preghiera, era perché il Regno non era ancora venuto; perché se il Regno fosse già stato presente con la mia presenza di ‘Cristo Re dell’universo’, allora avrei detto: ‘Padre, Ti ringrazio perché il Regno è giunto con la mia venuta’; ed invece Io ho detto: ‘venga’ ”. Questo, perché il Regno si trova dove ci sono tutte le componenti: il re, i sudditi, il palazzo, la regina...

Era necessario quindi passasse qualche secolo.

“Per questo ho istituito la Chiesa - dice Gesù - per preparare il mio Regno, giorno per giorno”, con i grandi Santi che hanno spianato ogni cosa, che hanno illustrato sempre maggiormente questo suo desiderio. Ed in questo desiderio di Gesù vediamo chiaramente l’unione della quale parlavamo prima: ‘Venga il tuo Regno; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra’; cioè, la Volontà di Dio deve diventare la nostra vita, si deve fare sulla terra come si fa in Cielo. Ma, come si fa la Volontà di Dio in Cielo? Non si fa, si vive! Gesù in un altro brano dice: “Ciò che l’acqua è per il pesce, così dovrebbe essere la Volontà di Dio per noi”. L’acqua per il pesce è tutto: è la sua abitazione, è il luogo dove si muove, è dove trova il cibo, è dove respira, è dove dorme... l’acqua è tutto per il pesce; così dovrebbe essere la Divina Volontà per noi.

Un altro esempio lo troviamo nel 17° capitolo di Giovanni quando Gesù, durante l’ultima cena, dice: “Padre, che essi siano una cosa sola con Me come Io sono con Te, affinché il mondo creda che Tu Mi hai mandato”. Il significato dato finora a queste parole è che Gesù desidera che tutto il mondo sia una sola famiglia, che siamo una sola famiglia nella Chiesa cattolica. Ma Gesù ha spiegato chiaramente che con queste parole Lui voleva dire che pregava il Padre perché le creature ritornassero a quella unione di prima (a quella unione che era nel progetto originale di Dio sull’umanità), cioè che diventassimo una sola cosa con Lui come Lui è con il Padre una sola cosa. Ma come sono uno Gesù e il Padre? Sono uno di Natura, Natura Divina, un solo Dio. Noi dobbiamo diventare uno nel desiderio, uno nell’operato, nella volontà, nella vita, nel palpito. Come in una bella famiglia tutti i figli fanno una sola cosa con quella famiglia; ad esempio il padre dice: “Ci alziamo per ...” e tutti continuano: “per andare a lavare i piatti”. Se facessero veramente così, si direbbe che quella famiglia ha una sola volontà: basta che uno inizi e, tutti gli altri finiscono la frase. Gesù ha detto che questa è l’unione che Lui desidera e che ora possiamo avere nuovamente con Lui, con Dio, come era per l’umanità prima del peccato originale.

Spiegheremo, con l’aiuto di Dio, come avviene tutto questo.

La parola chiave in questi scritti è: ‘Dono del Divin Volere’ o ‘della Divina Volontà’; la volontà gioca un ruolo indispensabile in tutti questi scritti.

La volontà è la cosa più importante in noi, come lo è in Dio. La Chiesa ha sempre messo in risalto l’importanza della volontà soprattutto nella valutazione morale degli atti umani: senza volontà, non c’è peccato (questo per quanto riguarda il Sacramento della Confessione). Anche padre Pio chiedeva sempre ai suoi penitenti se vi avevano messo volontà o no nei peccati che accusavano, perché solo così si può capire se l’atto compiuto è meritevole o peccaminoso. Un altro esempio: un bel pensiero avuto di notte, in sogno, non può essere meritevole, perché non implica la volontà della persona; come pure non si può valutare negativamente un pensiero cattivo avuto in sogno. Solo se mi sveglio allora la volontà si metterà in azione e darà valore positivo o negativo agli atti. La volontà è ciò che conta. E così è anche per Dio. Ma mentre la nostra volontà è limitata, in Dio la Volontà è infinita e onnipotente. Se Dio dicesse: “Voglio un bicchiere di acqua”, gli apparirebbe subito in mano, come quando ha detto: “Fiat lux”, e la luce fu. Ogni ‘FIAT’ di Dio è creativo, è un fatto; tutto quello che Dio vuole diventa una creazione, una realtà. Se io voglio un bicchiere di acqua e non mi appare qui, è semplicemente perché la mia volontà non è infinita, non è onnipotente.

Quando S. Giovanni nella Sacra Scrittura dice che Dio è Amore, dice una realtà, perché noi, contemplando tutto ciò che ci circonda possiamo constatare che Dio è Amore; tutto è opera di Dio, ed è opera che mi dice: ‘Ti amo’.

San Tommaso D’Aquino, riportando le cinque prove dell’esistenza di Dio ha parlato del ‘motore immobile’. Anche Gesù ripete questa verità parlando (negli Scritti di Luisa) della Sua Volontà, affermando che la Sua Volontà è il primo moto, il motore di tutto; tutto quanto esiste prende il moto dalla Divina Volontà. Gesù spiega questa verità dicendo: “La mia Volontà è la ruota che dà moto a tutte le altre rotelle, a tutte le altre cose che ho create”. Tutta la Creazione: le stelle, le piante, gli animali, sono come rotelle poggiate sulla ruota della mia Divina Volontà. La Volontà Divina, girando come una ruota, fa girare tutte le altre rotelle poggiate su di Lei. Con questo esempio molto semplice Gesù ha spiegato a Luisa questo concetto difficile: Dio è moto eterno e tutto ciò che Lui ha fatto (che è quindi poggiato su di Lui) si muove con Lui, prende moto da Lui. Perciò, col movimento della prima ruota che è Dio, le stelle scintillano, la pianta cresce e profuma, il cane abbaia e salta: tutto prende movimento da questa grande ruota che è Dio.

Riferendoci ora all’uomo, vediamo come anche lui prende moto dalla prima ruota (da Dio), però, tra la ruota grande (Dio) e la rotella (uomo) si trova un altro meccanismo che è la nostra libera volontà, il nostro libero arbitrio, il dono che Dio ci ha dato perché fossimo simili a Lui, a sua immagine. E come Dio può fare ciò che vuole, liberamente, così anche noi possiamo agire liberamente, perché siamo creati a sua immagine e somiglianza. La rotellina della nostra libera volontà prende il movimento dalla grande ruota (sulla quale poggia: Dio) e trasmette il movimento all’uomo, ma questo movimento può essere usato in modi diversi, per cose buone, neutre o cattive. Ad esempio: stando a casa mia e alzandomi il mattino alle ore 7, posso andare alla S. Messa delle 8, se non ho qualche impedimento, ma potrei invece fermarmi a guardare la televisione; con il movimento che Dio mi dà posso fare queste cose, ma qual è la migliore delle due? Certamente l’andare a Messa! Esistono poi azioni di valore indifferente, come prendere una tazza di caffè od una tazza di thè (naturalmente, se so che il caffè mi fa male, devo scegliere il thè, perché Dio mi parla anche attraverso la mia salute). L’uomo prendendo il moto da Dio potrebbe anche compiere un atto brutto. Ora, con il ‘Dono’ della Divina Volontà Dio sta offrendo a noi la possibilità di far sì che la nostra rotella e la sua diventino una sola cosa. La nostra volontà non potrà mai scomparire, distruggersi, fondersi, annientarsi, perché il giorno che succedesse questo non saremmo più uomini: fa parte della nostra natura avere una volontà umana. Gesù aveva una volontà umana, ma la sua volontà umana da sempre, fin dal suo concepimento nel seno di Maria SS., ha sempre ‘girato’ con il ‘giro’ della sua Divina Volontà. Anche la Madonna è grande perché fin dal primo istante del suo concepimento Lei ha sempre ‘girato’ con il moto eterno di Dio.

Gesù ha detto: “Cosa succederebbe se sentendo questo mio invito a entrare in unione con Me come era per Adamo ed Eva uno dicesse: ‘Io non potrò mai meritarlo, io non ne sarò mai degno; (Gesù e la Madonna vivevano questa unione perché l’Uno è Dio per natura e l’Altra è Immacolata; ed anche Adamo ed Eva, creati direttamente da Dio, erano pure loro immacolatissimi) come potrò io mai pensare di entrare in quella unione iniziale!...’?”. E Gesù dice a Luisa: “Per questo ho cercato per il mondo intero, ho cercato per secoli, fino al giorno in cui ho trovato l’anima più piccola! - sono molto importanti la piccolezza e l’umiltà - Ho cercato la più piccola (Luisa) e, trovandola, ho cominciato a prepararti per fare di te una copia di Me stesso”, cioè, un altro Gesù. Luisa doveva essere quello che noi non saremo mai: lei, per missione, doveva diventare la porta che avrebbe permesso anche a noi di entrare; lei doveva diventare l’anello dove noi saremmo stati agganciati; lei è la più vicina a noi, a questo riguardo; lei è come fosse l’originale fatto da Gesù e noi ne fossimo le copie. Le copie, anche se richiedono lavoro, confrontandole però con l’originale, sono sempre meno difficili da fare. Per questo Luisa ha una grande importanza per noi, perché lei è l’anello di congiunzione, lei è il nostro punto d’aggancio alla Divina Volontà.

Faccio ora un esempio che ci aiuti a comprendere quanto Dio sta consumandosi nell’amore per realizzare presto in noi il suo desiderio.

Pensiamo ad un bimbo piccolino che dicesse al papà: “Papà, voglio guidare la macchina”. “Oh... che guaio!..”, direbbe il papà; ma poi gli viene un’idea. “Entriamo nella macchina - dice - e ti siedi nel mio grembo, dietro lo sterzo e metti le manine sul volante”. Naturalmente il papà mette le sue mani con forza sulle manine del bambino. Il bimbo non ha la scienza per guidare e non può arrivare con il piede al pedale; ma il papà gli dice: “Dove vuoi andare, figlio mio? Vuoi andare diritto? ... indietro? ... avanti? ... giri qui? ... fermi qua!? ... parcheggiamo!”. Tutto quello che il piccolino desidera fare, forma per il papà il più grande piacere, felice di poter stare insieme al figlio e divertirsi con lui. Prendendo in considerazione questo esempio, è chiaro che il figlio non ha guidato la macchina perché troppo piccolo e quindi incapace di farlo; per natura solo il papà è in grado di far questo, perché solo lui arriva fisicamente al pedale, solo lui ha la forza fisica di girare e solo lui ha la scienza necessaria per guidare la macchina. Ma, nello stesso tempo, non possiamo negare che il figlio abbia guidato la macchina. Possiamo affermare che il figlio ha guidato la macchina, non per natura, ma per partecipazione; perché era volontà del padre che il figlio non si sentisse incapace a guidare, ma che si sentisse anch’egli autista, anzi che si sentisse addirittura come avesse fatto tutto lui. Tanto è vero che il piccolo, appena sceso dalla macchina andrà dalla mamma a dirle: “Mamma, ho guidato la macchina!”; non le dirà ‘abbiamo’, ma ‘ho guidato’! Hanno dunque guidato insieme la macchina perché era Volontà di Dio che il figlio non si sentisse da meno, che non si sentisse non pienamente autista; tanto è vero che ha lasciato al bimbo la decisione di tutti i movimenti che dovevano fare e se il figlio non avesse dato tutte le indicazioni, non sarebbero andati da nessuna parte.

Questo esempio spiega ciò che Dio desidera ardentemente fare con noi.

Spiegheremo più avanti come usare questo dono di Dio; ora desidero solo che comprendiate il grande desiderio di Dio nei nostri riguardi, il grande progetto che Dio ha su di noi: vengono calde lacrime di commozione solo a pensarvi!

In un brano tratto da uno degli ultimi volumi (scritti da Luisa per ordine di Gesù e del confessore) Gesù spiega a Luisa perché Dio ci ha creati e dice che per comprendere questo dobbiamo risalire alla SS. Trinità, entrare nella processione interna delle Tre Divine Persone. Prima abbiamo ricordato che Dio è Amore, che Dio è potente nella sua Volontà (se vuole un bicchiere d’acqua, subito ce l’ha); ora cercherò di spiegare meglio, anche se sappiamo che nel parlare di Dio, noi che siamo imperfetti e finiti faremo sempre qualche errore, faremo sempre degli esempi incompleti, perché Dio è un Atto Unico, Eterno, senza successione di atti, onnipotente, onnipresente, onnisciente. E’ quindi per noi impossibile afferrare Dio, tutto ciò che Lui è, con un solo sguardo. Ed è anche molto importante ricordare che il vero amore ha l’esigenza interna di darsi tutto alla persona amata, senza ritenere niente per sé. Gesù ha spiegato a Luisa che è come se da tutta l’eternità il Padre contemplandosi tutto Amore avesse detto: ‘Voglio amare!’ Con questa sua affermazione esce da Lui tutto ciò che Lui è: ed ecco la Seconda Persona della SS. Trinità. (Nel ‘Credo’ noi diciamo che ‘il Figlio procede dal Padre’ e non si potrà mai dire il contrario). Il Figlio, vedendosi tutto Amore e possedendo Egli pure la stessa Divina Volontà onnipotente, dice: ‘Voglio amare’, ed ecco che tutto quello che Lui è, uscendo da Lui si riversa nel Padre; si completa così il cerchio. L’Amore che dal Padre passa al Figlio e dal Figlio ritorna al Padre è lo Spirito Santo. Questa processione nelle Tre Divine Persone avviene da tutta l’eternità; ma in Dio tutto è sempre nuovo, in Dio non si ripetono le cose sempre uguali, non ci sono ‘le solite cose’ (non è come per noi che, ripetendo sempre le solite cose, ci stanchiamo). Gesù spiega a Luisa: “E’ come se nel Nostro traboccare di Amore avessimo detto: ‘Vogliamo creare altre persone alle quali partecipare tutto ciò che siamo’ . ‘Tutto ciò che siamo!’: è certamente solo una grazia speciale di Dio che ci impedisce di comprendere tutta la portata di queste parole, altrimenti ne moriremmo all’istante di stupore, di gioia, di gratitudine!

Dio, dunque, non ci ha creati per essere sacerdoti, o sposi, o per studiare o fare altre attività, ma ci ha creati per partecipare, sulla terra e poi per sempre nell’eternità, alla vita intima della SS. Trinità.

Ma voi direte: “Come può l’Infinito essere racchiuso nel finito?”. Pensate a ciò che succede ogni giorno quando, durante la S. Messa, pronuncio le parole della consacrazione: tutto Dio scende nell’Ostia Santa (perché dove c’è il Figlio c’è anche il Padre e lo Spirito Santo); sia nella particola piccola che nell’Ostia grande è sempre limitato, Lui, l’Immenso, e si nasconde dietro quei veli! Per Dio non ci sono problemi irrisolvibili.

Chiediamo perciò a Gesù che ci aiuti ad approfondire questi Scritti.

 

 

IIª MEDITAZIONE

L’attività dell’Anima nella DIVINA VOLONTÀ – I ‘GIRI’

di padre Mike Adams

San Giovanni Rotondo (FG) - 7 ottobre 1997

 

 Abbiamo detto che il Signore ci ha creati per uno scopo ben preciso che è di realizzare il progetto che Lui ha nei nostri riguardi di farci partecipi, in modo attivo e familiare, della SS. Trinità. Non ci ha creati per adornare il Cielo, come questi fiori adornano l’altare, ma ci ha creati per farci vivere insieme con Lui, come in una casa i figli gioiscono e fanno gioire la famiglia.

Abbiamo detto che partecipare alla vita intima della SS. Trinità significa ricevere tutto quello che Dio è, per partecipazione e non per natura, come invece è per Gesù, che ha detto: “Padre, che essi siano una sola cosa con Me come Io sono una sola cosa con Te, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato”. Dunque, l’essere uno con Cristo come Lui è Uno con il Padre, non significa esserlo per natura, ma per partecipazione.

Alla domanda: ‘Come può il limitato contenere l’infinito?’, abbiamo risposto che per Dio non esistono problemi senza soluzione; difatti tra pochi minuti si compirà nuovamente il grande miracolo di rendere presente tutto il Signore in questo pane e questo vino, perché questi elementi non hanno una volontà propria che ostacoli l’azione di Dio.

Abbiamo parlato dell’esigenza dell’amore di dare tutto alla persona amata, ed abbiamo ricordato che il Signore desidera che ci sia questo ricevere e rimandare: il Padre dà tutto al Verbo ed il Verbo ridona tutto al Padre, ed è lo Spirito Santo; e questo nell’Unica Divina Volontà propria delle Tre Divine Persone.

Il vero amore va dimostrato nelle opere. Se una persona ci dicesse, dal mattino alla sera: “Ti amo, ti amo...”, noi desidereremmo vedere con i fatti questo suo amore. Così, tutto ciò che ci circonda è un segno tangibile di questo amore di Dio verso di noi.

Adamo ed Eva avevano il dono della scienza infusa, cioè conoscevano le cose nella loro essenza profonda tanto da poter dare loro il nome che le significava (ad esempio: il cane non può essere il gatto, per natura; e Adamo ed Eva avevano questa conoscenza intrinseca delle cose). Ma questo è ancora niente di fronte a ciò che veniamo a sapere ora con questi Scritti!

Adamo ed Eva non avevano solo questo tipo di conoscenza, non solo sapevano quante stelle esistono, ma potevano, coscientemente, prendere il ti amo unico e irripetibile, cioè sempre nuovo, di Dio verso di loro in ogni scintillio di ogni stella. In ogni cosa creata Adamo ed Eva potevano scorgere ed abbracciare l’Amore che Dio, attraverso tutta la Creazione, riversava ogni istante su di loro.

In ogni raggio di luce del sole, nel trillo dell’uccello, nell’acqua che cade, in tutto ciò che è, Adamo ed Eva avevano la capacità di scorgere l’atto d’amore unico e irripetibile di Dio verso di loro; e potevano far questo grazie al grande Dono che Dio, dopo averli creati perfetti, aveva fatto loro: il Dono della DIVINA VOLONTA’, che li rendeva capaci di fare per partecipazione ciò che per natura non avrebbero potuto fare.

Ricordiamo l’esempio del bambino che guida la macchina: lui, per natura non può farlo, ma si può dire che immedesimandosi con il papà è come se le braccia del padre diventassero estensioni delle sue piccole braccia, i piedi diventassero prolunghe dei piedi del bimbo; e così, ciò che per natura non può fare lo fa per partecipazione, per grazia, per dono. Così, le braccia di Adamo ed Eva, le loro capacità, erano immense, potevano abbracciare l’inabbracciabile, cioè Dio stesso, che pioveva su di loro in ogni istante, in tutto, donando tutto quello che Lui è - perché il vero amore dà sempre tutto di sé.

Però, non si può solo ricevere.

Adamo ed Eva, con la grande capacità che avevano, ricevevano il tutto, lo facevano proprio e lo ridonavano a Dio personalizzato.

La Madonna stessa, nel libro da Lei dettato a Luisa, ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, spiega con chiarezza a Luisa questo fatto, cioè come vi era una specie di gara tra Lei e il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: gareggiavano per vedere chi amasse di più. Certo, Dio vince sempre! Però, la Madonna, ricevendo tutto questo Amore che Dio faceva piovere su di Lei come mari immensi, prendeva questi mari d’amore, li faceva suoi e con il suo amore personale li voleva ingrandire per poterli rimandare a Dio più grandi di quelli che Lui aveva dato a Lei. Questo gioco d’amore faceva andare in estasi Dio! Era sempre una sorpresa anche per Lui il vedere come la sua Divina Volontà lavorasse nella sua creatura, come Maria sapesse personalizzare l’amore ricevuto da Lui e glielo ridonasse diverso, sempre nuovo! Dio si diceva: “Non posso lasciarmi vincere”, e dava di più. Ma la Madonna prendeva questo nuovo amore, lo rifaceva nuovo in Lei e glielo ridonava nuovamente. Per Maria SS. è avvenuto così fin dal suo concepimento. E questo è anche ciò che il Signore desidera che facciamo noi.

Vediamo, ora, come noi possiamo amare Dio. Noi possiamo amarlo con tutto ciò che Lui ci dona: con ogni palpito, ogni respiro... Ma, noi doniamo a Dio tutto quello che Lui stesso ci ha dato; la stessa preghiera è ispirata da Dio; allora che cosa di nostro doniamo a Lui? Vediamo allora con un esempio come personalizzare il dono.

Nel festeggiare il compleanno di un genitore la più piccola di casa corre da lui con slancio dicendo: “Mamma... papà, buon compleanno!”, presentandogli il biglietto d’auguri sul quale lei ha scritto con un grosso pennarello Ti amo papà, Ti amo mamma. Cos’è che fa sorridere? E’ proprio la personalizzazione che lei ha fatto del dono; dono che lei ha ricevuto dall’altro genitore che l’ha comprato e glielo ha dato. La piccina ha scritto gli auguri ed è corsa con slancio verso il genitore per donarglieli: è questo slancio d’amore che commuove e fa sorridere il genitore, questo desiderio della piccola di far proprio il dono e dire ‘questo viene da me’. E questo è ciò che il Signore vorrebbe da noi!

Vediamo praticamente come realizzare questo.

Gesù ha spiegato a Luisa ciò che deve fare l’anima:

L’anima, per iniziare a camminare nella Divina Volontà, deve incominciare a chiamare la Divina Volontà in tutte le sue azioni:

“Vieni, Divina Volontà, a parlare in me; vieni ad ascoltare in me; vieni a confidare nel mio cuore; vieni ad alzarti in me; vieni a prendere la colazione ed a farla in me; vieni a scuola, al lavoro in me...’, e così dicendo; ma con tranquillità, non con ansia. Prima bisogna farlo nelle cose grandi, nelle cose facili, ricordando che Dio è il Dio della pace. Col passar del tempo, ci accorgeremo che, quasi senza accorgerci, chiameremo la Divina Volontà anche nelle più piccole cose, senza fatica. Cominceremo a dire: “Vieni ad aprire la macchina in me; vieni a sederti nella macchina in me...’; cominceremo a chiamare la Divina Volontà nelle diverse cose che faremo, ad esempio, nel preparare il pranzo, ecc.. Facendo questo esercizio saremo più capaci di fare coscientemente ogni cosa.

Percorrendo questo cammino ritorneremo a vivere secondo il desiderio che Dio ha nei nostri riguardi: ritorneremo a fare della nostra giornata un atto ininterrotto di ricevere e donare, in tutto ciò che ci capita.

Per aiutarci Gesù ha dato anche dei suggerimenti. Ha spiegato il valore dell’atto preventivo (che si fa al mattino) e dell’atto attuale.

Con l’atto preventivo, in un solo atto o momento, io abbraccio tutto ciò che Dio vuole che io oggi faccia nella sua Divina Volontà. Per esempio, alzandomi alle ore 8 del mattino io dico a Gesù:

“Vieni, Divina Volontà, ad abbracciare in me tutto quello che vuoi che oggi io faccia; che tutto sia nella tua Divina Volontà per darti il ricambio di amore, adorazione, gloria, come se tutte le creature aprendo gli occhi ti avessero dato questo contraccambio completo”.

E questa immersione nella Divina Volontà sarà ogni giorno nuova, anche perché nella Divina Volontà non esistono formule fisse; le stesse preghiere scritte da Luisa vogliono essere solo esempio ed aiuto per noi, per avviarci su questa strada, ma è certo che Luisa queste preghiere non le pregava mai nello stesso modo: cambiando le circostanze, cambiava la sua preghiera. Quando il confessore le ha chiesto per obbedienza di scrivere una Consacrazione alla Divina Volontà, allora, in quel caso ha dovuto fissare una formula scritta, ma chissà quante volte si era consacrata alla Divina Volontà con parole completamente diverse! Quindi, un mattino pregheremo l’atto preventivo in un modo, il giorno seguente forse in modo diverso... più prenderemo pratica e più sarà diversa e varia la nostra preghiera.

Gesù però ha detto che: “Non basta l’atto preventivo (cioè l’atto fatto una volta al giorno, il primo atto che abbraccia tutto ciò che farò nella giornata). Io voglio che tu lo faccia momento per momento, nel momento attuale, invocando praticamente la Divina Volontà atto per atto”.

Come nel primo atto ho invocato la Divina Volontà per tutto ciò che farò, cioè per quando camminerò, quando mangerò, quando studierò, quando lavorerò..., nell’atto attuale chiamerò la Divina Volontà:

“Vieni, Divina Volontà, a camminare in me... a studiare in me... a lavorare in me...”, cioè, l’atto attuale si fa nel momento reale.

Negli scritti di Luisa poi troviamo sovente frasi come queste: “Stavo girando nel Supremo Volere... facevo il mio giro nella Creazione, nella Redenzione, nella Santificazione...”; oppure Gesù le dice: “Devi seguirmi nel giro...”.

Gesù, cioè, desidera che prendiamo in rassegna tutto il suo operato, che lo facciamo nostro e che lo ricambiamo.

Come ogni cosa è un ti amo di Dio, uno ed irripetibile, per ognuno di noi, (il canto dell’uccello che tutti noi qui udiamo, pur essendo lo stesso canto è tuttavia un ti amo individuale diretto ad ognuno di noi, è cioè un ti amo personalizzato per ogni creatura che lo sente), così, il Signore desidera che noi prendiamo questo suo Amore che scende a noi attraverso le sue opere, lo facciamo nostro e Glielo ridoniamo personalizzato.

Vediamo come possiamo percepire e realizzare questo desiderio di Dio nelle tre grandi sue opere che conosciamo: nella Creazione, nella Redenzione e nella Santificazione delle anime.

Nella Creazione ad esempio noi possiamo vedere il ti amo di Dio negli oggetti che il sole illumina; possiamo ascoltare il ti amo di Dio nell’uccello che canta; possiamo odorare il ti amo di Dio nel profumo che emana il fiore; possiamo gustare il ti amo di Dio nei cibi, nella frutta che mangiamo; possiamo sentire il ti amo di Dio nel vento, nella brezza che ci accarezza...

L’altra grande opera di Dio è la Redenzione. Girando nelle opere della Redenzione vediamo tutto l’operato di Gesù, la sua Vita, ciò che Lui ha detto (il Vangelo), quello che ha fatto (i fatti raccontati nel Vangelo, l’istituzione della Chiesa, tutta l’opera dei Sacramenti).

Nell’Orologio della Passione, nelle 24 Ore della Passione di N.S.G.C., possiamo toccare con mano l’operato di Gesù: leggere questo scritto è uno dei modi migliori per conoscere le ultime ore della vita di Gesù. Ad esempio, in esso Gesù spiega a Luisa il perché della sua triplice coronazione di spine, avvenuta non una sola volta, ma tre volte; e Gesù spiega anche tante cose di quelle ultime 24 ore della sua Vita, e tutto ha un significato particolare. Perciò, più ci diventerà familiare questo libro e più si arricchirà il nostro giro nella Redenzione.

Per comprendere meglio il concetto di girare, immaginiamo tutte le opere di Dio esposte sul muro: Creazione, Redenzione, Santificazione.

Girando lo sguardo sul muro vediamo: le stelle, i pianeti, il sole, la luna, la terra; poi le cose terrestri: nell’aria, sulla terra e nell’acqua; poi il mondo dell’uomo: noi stessi siamo tutto un mondo nel nostro operato spirituale e corporale, in ciò che pensiamo e facciamo.

Quindi, scorrendo lo sguardo sul muro ci rivolgeremo al Padre dicendogli: “Per le stelle, Padre, Ti amo... per la terra, Padre, Ti amo... per...”.

Passiamo poi ad amare Dio nelle opere della Redenzione, in tutto quello che Gesù ha fatto, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo respiro sulla Croce.

La terza opera è l’opera della Santificazione, nello Spirito Santo, il FIAT Voluntas Tua sulla terra come in Cielo.

Pensiamo a tutto l’operato dello Spirito Santo; pensiamo a quante ispirazioni date, a quante accettate, ma vissute solo nella volontà umana e quindi in modo imperfetto; e pensiamo anche a quante ispirazioni dello Spirito Santo non accettate! Nel 18° Volume Gesù spiega quanto lo Spirito Santo piange; quanto piange per esempio nei Sacramenti, dove molte volte il suo lavorio è bloccato o mal realizzato (quanti Sacramenti mal celebrati o mal ricevuti,... velocemente!...: quanta distrazione abbiamo nei riguardi di Gesù!...).

In tutta l’opera della Chiesa, nel suo insegnamento, nel guidare e nel santificare le anime, possiamo vedere l’opera dello Spirito Santo.

Oggi, 7 ottobre, festa del S. Rosario, ci ricordiamo delle fotografie di Luisa nelle quali scorgiamo sempre nelle sue mani il Rosario: Luisa, quando non lavorava aveva sempre il Rosario in mano, ed osiamo dire che nessuno sapeva meditarlo come lei. I giri, dei quali abbiamo parlato, si possono inserire molto bene nel S. Rosario e ne vengono fuori delle lunghe e belle meditazioni. Facendo il giro nei misteri gioiosi, dolorosi e gloriosi si possono sviluppare molte idee e pensieri, ripresentando tutto l’operato di Dio presente in questi misteri.

Chiediamo al Signore che ci benedica in modo particolare in questa festa di Maria SS., da questo posto santo dove è vissuto padre Pio. Padre Pio conosceva Luisa e c’era tra loro corrispondenza. Si mandavano le anime l’un l’altra: chi abbisognava di una bella confessione, Luisa lo mandava da padre Pio; e nello stesso tempo padre Pio mandava da Luisa coloro che a lui parevano capaci di comprendere queste rivelazioni sul Divino Volere. Anche le prime conferenze fuori di Corato sono state fatte qui a S. Giovanni Rotondo; e padre Pio indicava coloro che potevano e coloro che non potevano partecipare a queste conferenze, perché lui si accorgeva se l’anima era aperta e disposta a ricevere questa nuova Luce.

Chiediamo al Signore che ci benedica e che ci aiuti a continuare a vivere nella Divina Volontà ed a testimoniarla agli altri.

  

 

IIIª MEDITAZIONE

VIVERE nella DIVINA VOLONTÀ

Stralci di conversazione con Adriana Pallotti

San Giovanni Rotondo (FG) - 24 ottobre 1997

 

E’ giunto il tempo di testimoniare agli altri, a tutti, il grande ‘Dono’ della Divina Volontà. Chi è venuto a conoscenza di questo Dono che Dio vuole fare all’umanità, non può fare a meno di parlarne con gli altri; sente l’esigenza interiore di doverlo far conoscere, di volere esercitare questa Divina Volontà, di chiederla...

D. - Adriana, spiegaci come ‘pregare la Divina Volontà’ in tutti i nostri atti...

R. - Noi non dobbiamo più usare la nostra volontà umana. Dice Gesù a Luisa: “Non lasciar perdere un atto da dentro il mio Atto; non far perdere un battito di ciglio che non sia fatto nella mia Volontà!”. Pensate!... un battito di ciglio! Allora, noi sapendo che i nostri atti fatti nella Divina Volontà hanno un valore così grande, dobbiamo essere contenti di farne il più possibile, anzi, dobbiamo vivere una vita così! Non solo una successione di atti, ma atti continuati: così sarà ‘vita divina’ e non solo più successione di atti. Così la nostra vita sarà trasformata dall’umano al divino, come Gesù ha detto: “Voi fino adesso avete sempre adoperato la vostra volontà umana, i vostri cenci della volontà umana, che vi facevano solo cadere in terra e non vi permettevano di rialzarvi”... Invece con questa Divina Volontà subito rimbalziamo dentro Lui.

Ed anche se una piccola mancanza può avvenire, perché il vecchio Adamo spunta sempre, noi dobbiamo sempre dire: “Signore, più di prima nel Divin Volere. Perdonami! Più di prima!”. Queste piccole mortificazioni per queste piccole miserie ci rendono più umili e noi ci alziamo con più slancio nelle braccia di Gesù, per vivere veramente in questa Divina Volontà.

D. - Ma, come fai a vivere questo, in modo pratico?!

R. - Per realizzare questo dobbiamo dire: “Signore, eccomi! Prendi la mia volontà e vieni Tu a vivere la tua Volontà Divina in me: vieni a pensare nella mia mente... Gesù, ti amo; Divina Volontà vieni a guardare nei miei occhi... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a palpitare nel mio cuore... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a respirare nel mio respiro...”

- e così via, via - ...

“Gesù, ti amo; vieni, Divina Volontà a soffrire nel mio soffrire”; e questo è molto importante, perché Gesù ha detto di non lasciar perdere una piccola sofferenza a vuoto; perché quando è vissuta umanamente questa sofferenza ha valore umano, invece se noi la uniamo al suo soffrire, alla sua Passione, farà parte della sua stessa Passione; anche un piccolo mal di denti, anche un piccolo mal di testa... può far parte della sua Passione. Allora possiamo dire che noi siamo già stimmatizzati, anche noi, perché facciamo parte della sua Passione.

E’ tutto importante: anche un respiro, che sembra un nonnulla, eppure…: “Ah!… Gesù, ti amo; vieni a respirare nel mio respiro”.

Gesù nel suo respiro, nel suo sospiro chiamava tutte le anime alla grazia, e si rivolgeva al Padre: “Padre, fa’ che tutte le anime siano una cosa sola con Noi”. Gesù alzava sempre gli occhi al Padre. E quando noi sospiriamo, se questi sospiri che facciamo li uniamo alle intenzioni stesse di Gesù, faranno parte della sua stessa intenzione.

Quando riposiamo, la notte: “Gesù, vieni a riposare nel mio riposo, e metto la stessa tua intenzione che avevi quando Ti riposavi...”.

D. - Non ho capito cosa si intende per ‘entrare nell’Umanità di Gesù’!

R. - Dobbiamo prestare il nostro corpo a Gesù perché Lui possa continuare a vivere la sua Umanità nella nostra umanità. Prestiamo a Gesù il nostro corpo perché sia ancora Lui, in noi, a vivere i suoi atti. E Lui dice che ‘così sono tanti Gesù che camminano sulla terra’.

D. - Io dico al Signore: “Signore, vieni a predicare quando predico; vieni a parlare alle anime Tu quando parlo alle anime...”.

R - Ecco, sì, sì, così! E in questi atti ti senti una carica nuova, una forza nuova, una forza divina: non è più una forza umana. A volte tu devi compiere un’azione e dici: “Ma come faccio ad affrontare questa cosa!? Solo Tu, Gesù, in me, puoi affrontarla! Vieni Tu in me...”. Lo metti presente anche nei problemi più grossi, nelle cose che umanamente non si potrebbero neanche sostenere; ed invece tu dicendo:

“Vieni Tu, Gesù, adesso in me a fare questo sforzo... a parlare con quella parola... a chiedere perdono a quella persona che non vorrei neanche avvicinare... vieni Tu, Gesù, in me...”.

E Lui ti dà una forza!...

D. - Vieni Tu, Gesù, in me ad incontrare questo peccatore... Vieni Tu, Gesù, in me ad incontrare quest’anima che non si riesce a prendere da nessuna parte...

R. - E Gesù dice che gli atti che facciamo nella Divina Volontà, sono atti creativi; non si fermano come gli umani, come quando facciamo gli atti solo umanamente. Facendoli con la Divina Volontà diventano atti creativi. “Questi atti possono creare cose più belle di quelle che ho fatte - ha detto il Signore -, mondi più belli di quelli che ho fatti, mondi di tutti i mondi”.

Allora, quando noi facciamo un atto nella Divina Volontà, questo atto diventa universale, abbraccia Cielo e terra: questo atto prima va ad aumentare la gloria degli Angeli e dei Santi in Cielo, poi, siccome è talmente potente, perché non è fatto da noi, ma è fatto da Dio, torna sulla terra e va ad aiutare un peccatore... un moribondo... un malato...; va in Purgatorio a liberare le anime dal Purgatorio...; senza che noi lo sappiamo; perché Gesù dice: “Ho il diritto Io di sapere dove vanno, perché sono i miei atti quelli!”. Noi crediamo che siano nostri, ma non è così, perché avendo detto: “Gesù, vieni in me”..., questi atti non sono più nostri, ma atti di Gesù.

Questi atti fatti così nella Divina Volontà hanno il potere di fare miracoli, di convertire, di salvare le anime, anche se noi non le vediamo, non importa. Quell’atto rimane in eterno; non è come quello umano che dopo un po’ possiamo anche perderlo, con un atto di superbia, quando lavoriamo umanamente. Invece se abbiamo detto: “Gesù, vieni...”, la superbia crolla, perché l’atto l’ha fatto Lui; e noi ci diciamo: “E’ Gesù che lavora in me... è Gesù che fatica in me... è Gesù che soffre in me..” . In questo modo l’orgoglio crolla.

D. - Qui non si tratta più di umiltà ...

R. - Qui non hanno più a che fare le virtù. Qui esiste il puro nulla. E’ il Tutto che viene in questo nulla e compie le sue opere. E’ la santità delle santità! Supera tutte le altre virtù, perché diventa la santità delle santità.

D. - Nella Divina Volontà le virtù sono al grado eroico, perché è Gesù stesso che le viene a fare in noi...

R. - Nella Divina Volontà si tratta di un atto unico, non viene con successione di atti, ma è un atto unico. E quando noi stiamo con Lui e con Lui facciamo questi atti, facciamo parte del suo Atto, Atto unico, eterno.

Quando Dio si Incarna, nello stesso atto: Dio viene a redimere, Dio risuscita, Dio crea, Dio fa tutto; perché nell’Atto di Dio è tutto presente. Continuamente la Passione è sempre in atto, la sua Nascita è sempre in atto; perciò è sempre Natale per noi, è sempre Pasqua, è sempre festa, sempre, sempre, sempre... perché in Dio non c’è successione di atti: è un Atto Unico. E’ bello questo, è vero?

D. - E poi, i nostri atti nella Divina Volontà, come quelli di Luisa Piccarreta, cominciano a formare questo Sole che dovrà sorgere, il Sole speciale della Divina Volontà che illuminerà le generazioni future.

R. - Le altre virtù sono lumicini, mentre gli atti nella Divina Volontà sono soli.

D. – Gli altri Santi sono come le stelle, eclissate dal Sole della Divina Volontà.

R. - Non si tratta più degli atti eroici, ad esempio di coloro che si sforzavano di arrivare ad una data virtù in modo eroico, oppure di arrivare alle flagellazioni o a chissà quali penitenze... e poi dicevano: “Oh, ci sono riuscito, io, io; ... sono riuscito a fare questa cosa!...”. Qui c’era la parte nostra. Invece nell’atto di Dio deve esistere niente di nostro, noi siamo niente; è tutta opera sua. Perciò, se Dio vuole che io faccia penitenza, mi darà un corpo che mi permetta di fare penitenza... Tutto è opera sua.

(d. L.) - E poi la Madonna l’ha detto: “Il martirio dei martirii per Me è stato il rinunziare a non fare nemmeno un atto della mia volontà”. La Santità di tutte le virtù è la Santità della Regina nella Divina Volontà, in Maria. Molti Santi hanno fatto grandi cose. Ma perché Maria è più grande? S. Luigi Maria Grignon de’ Montfort dice che: “Ha dato più gloria a Dio Maria con un atto, con un punto di ago, che san Lorenzo nella graticola”. Perché questo? Perché Maria ha permesso a Dio di fare grandi cose in Lei: “Ha fatto grandi cose in me Colui che è potente”. Anche un punto d’ago dato da Maria, non era Lei che lo dava, ma era la Divina Volontà dentro di Lei a compiere quell’atto, che diventava perciò un atto creativo, un atto straordinario, che superava perciò lo stesso martirio di san Lorenzo.

Con queste rivelazioni noi abbiamo la possibilità di comprendere perché Maria è la più grande, è la Regina, di tutti i Santi: perché il suo atto è un ‘atto divino’.

Ed ora abbiamo la possibilità di accedere a questo grande Dono, a questa grande santità di Gesù e di Maria, di Adamo prima del peccato originale...

(A. P.) - “Se non partono da Me questi atti, Io non li guardo neppure; fossero anche cose straordinarie, ma se non partono da Me, se non escono da Me, Io non li guardo neppure!”, dice il Signore.

Perciò dobbiamo sempre dire: “Gesù, sii Tu in me a compiere questo, … sii Tu in me ad agire, ad operare, a fare ogni cosa; io non voglio entrarci in niente. Prendi, Gesù, la mia volontà umana, che è soltanto cenci …”

(Nelle sue lettere Luisa chiamava la sua volontà umana: stracci d’inferno).

(d. L.) - ‘Cenci del diavolo’! Difatti uno dei simboli della Divina Volontà è proprio la veste: ‘rivestirsi della Divina Volontà’, ‘il cingolo della Divina Volontà’. Altri simboli della Divina Volontà sono: il sole, il mare.

D. - Per favore, ci spiegate che cosa intendete dire quando parlate dei ‘Giri’?!

R. - (p. L.) Quando scrisse Le Ore della Passione il Signore soprattutto insistette con Luisa perché facesse i cosiddetti giri.

Cioè, lei si riportava con la mente e con il cuore nelle opere fatte dalla Divina Volontà. Quindi si portava nelle opere della Creazione; a quel momento, ad esempio, quando Dio ha creato il mondo, e lo ringraziava e lo benediceva a nome di tutte le creature, partecipava a questo atto e Gli dava l’onore e la gloria in nome e per tutte le creature; e chiedeva a Dio, in quell’atto, il Regno della Divina Volontà sulla terra come in Cielo.

E questo, in tutto l’operato di Dio.

In un piccolo scritto di Benedetto Calvi: Il Pio Pellegrinaggio, troviamo scritti tutti questi atti compiuti da Dio, dalla Volontà di Dio, nella Creazione e nella Redenzione, e quindi poi anche nella Santificazione.

Si tratta di riportarsi con la mente in questi Atti di Dio. Per esempio:

Ci si riporta nel momento in cui Dio crea Adamo e si adora Dio che crea l’uomo in quell’atto così solenne, lo crea a sua immagine e somiglianza; e dopo che lo crea, Dio incomincia a dargli mari di amore con onde altissime. E l’uomo sente sgorgare il rigurgito dell’amore verso Dio; questo gioco di amore, questo trastullo tra l’uomo e Dio nel quale l’uomo viene inserito in questo amore tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. E Luisa si riporta in questo gioco di Adamo con Dio, nel quale si mandavano e rimandavano onde altissime di amore: Dio, che mandava all’uomo queste onde, e l’uomo, non avendo altre onde che quelle mandategli da Dio, rimandava a Dio queste altre onde, e c’era questo gioco di amore...

L’anima deve riportarsi, quindi, a questo momento di armonia tra il Creatore e la creatura. Ripensare anche al momento in cui Dio crea Eva e pure lei viene coinvolta in questo gioco di amore... e l’anima chiede a Dio: “Venga presto il tuo Regno! Sia fatta la tua Volontà come in Cielo, così in terra!” E c’è questo ridare a Dio tutta la gloria e l’onore dovuti da tutte le creature, in quell’atto creativo, in quell’amore tra Dio e l’uomo.

Poi, la mente si rende presente a quando l’uomo volle fare la sua volontà e uscì dalla Volontà Divina e tutti tremarono, perché tutte le creature sono nella Divina Volontà. Soltanto l’uomo è fuori della Divina Volontà.

“O Maestà Divina - dice Luisa - foste costretta ad ammantarVi di Giustizia: io voglio venire da Te, nel tuo dolore, per riparare, per dare il mio bacio, il mio Ti amo, la mia continua riparazione per quel dolore che provasti quando le creature uscirono dal Creatore e voglio toglierti il manto di Giustizia per rimetterti il manto di Pace, di Amore...”

E quindi chiediamo al Signore, con Luisa: “Per questo tuo dolore, venga il tuo Regno; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra”.

(A. P.) Chiamare gli atti della Creazione vedendo in questi atti l’amore di Dio. Contemplare il sole e dire: “Grazie, Signore, che mi hai dato questo sole, quest’aria da respirare, questo mare limpido, queste cose belle da Te create, questi fiori profumati...”. Invece purtroppo noi vediamo il fiore e diciamo: “Oh, che bello!”, ma non risaliamo al Creatore; “Oh, che bel sole oggi; andiamo a fare una passeggiata...”. Chi è che ringrazia del sole, dell’aria che respira...?! Gesù si lamenta per questo.

(p. L.) La Divina Volontà continua a mantenere all’esistenza quel sole, quella stella, quel fiore...: è una Volontà creativa che continua a mantenere all’esistenza.

(A. P.) Bisogna dare il ringraziamento continuo nelle cose create, nel sole, e nella Redenzione quando Gesù va sulla Croce a morire per noi... Dare il ringraziamento in tutti i ‘FIAT’, sia nel ‘FIAT’ Creante come in quello Redimente: “Gesù, Verbo di Dio, per quando Ti sei incarnato intendo darti questo ringraziamento, questo onore, questa gloria a Te che sei venuto sulla terra per morire per noi, per salvarci...”.

Ci sono le coroncine e i libricini che ci aiutano a fare il giro nella Redenzione, il giro nella Santificazione...

(p. L.) Meglio è il libretto: Il Pio Pellegrinaggio.

I Figli del Divin Volere hanno il compito di rifare ciò che gli altri hanno fatto, forse anche santamente, ma solo in ordine umano.

Un giorno Luisa chiese a Gesù: “I figli del Divin Volere che posto avranno nel Corpo Mistico della Chiesa?” E Gesù le disse: “Avranno il posto di pelle esterna e pelle interna”. Perché, come pelle esterna dovranno rifare l’immagine e soprattutto la somiglianza della Chiesa, e pelle interna (come apparato circolatorio) perché dovranno fare ciò che gli altri non hanno fatto, o rifare ciò che gli altri hanno fatto male, o fatto anche santamente, ma solo in ordine umano e non divino”.

Per questo i figli del Divin Volere ringraziano Dio, adorano Dio in nome e per tutte le creature. Hanno il compito di fare ciò che gli altri non hanno fatto, e cioè rimettere l’ordine divino su quello che è stato fatto in modo umano.

Vediamo un esempio dal libro Il Pio Pellegrinaggio: “L’anima s’innalza e si rende presente all’istante in cui Dio stava creando tutte le cose e riceve da Lui come in deposito tutto l’Amore Divino che sprigiona dal suo seno mediante il FIAT onnipotente e gli offre in cambio, con questo medesimo Amore, gloria e riparazione; quindi si porta nell’Eden per ricevere il primo alito che Dio infondeva ad Adamo, quest’alito rigeneratore che sempre genera; poi percorre tutti i secoli per abbracciare tutti gli uomini e per supplire per ognuno di essi. Passa poi in rassegna tutti gli atti della Regina Mamma, li fa suoi e li dà al suo Dio come se le appartenessero”.

(A. P.) ... Anche gli atti della Madonna, della Regina Mamma! Lei ha mai dato un atto di volontà umana: sempre Divina!

(p. L.:) Qui già siamo al ‘FIAT’ Redimente: “Essa considera in seguito il Concepimento del Verbo e tutti gli atti che Egli compì nella sua Vita e ad ognuno di essi fa corrispondere un proprio atto, sebbene piccolo, di amore, di ringraziamento e di domanda per l’avvento del suo Regno.

Lo segue poi passo passo fino alla sua Morte, Lo accompagna nel Limbo, Lo accompagna nel sepolcro per chiedergli, in virtù della sua Risurrezione, il trionfo del Regno della Volontà Divina.

E finalmente Lo accompagna nella sua Ascensione al Cielo per supplicarlo di inviare, adesso, sulla terra, il Regno del FIAT Divino”.

(A. P.) ... Il grande Dono della Divina Volontà Dio lo vuole dare a tutti, ma non tutti saranno disposti a prenderlo. In un passo degli Scritti leggiamo che Gesù dice a Luisa: “Saranno pochi che seguiranno, ma mi basterebbe anche solo te!” Andando avanti nei quaderni, in un altro passo leggiamo:

“Si riempirà tutta la terra di questa Divina Volontà... Sarà un incendio nella Chiesa quando la Chiesa verrà a conoscenza di questo; sarà come un fuoco; quel fuoco che sono venuto a portare sulla terra e come vorrei che fosse già acceso!”...

... Gesù chiamava Luisa la seconda Maria. La prima Maria, per il regno del Verbo di Dio sulla terra; e Luisa: la seconda Maria, per il FIAT Voluntas Tua come in Cielo così in terra, per il Regno della Divina Volontà. E nell’Orto degli Ulivi, quando Gesù sentiva quell’abbattimento così forte, quello sconforto, quel terrore, quello spavento, sentì come una ripresa quando vide da una parte la Madonna e dall’altra parte Luisa: il secondo appoggio...

(p. L.) ... Il primo FIAT fu quello di Dio, il secondo FIAT quello di Maria, ed il terzo fu quello di Luisa: Gesù fece dire il FIAT a lei.

(A. P.) Gesù ha chiesto a lei ciò che non ha mai chiesto ad altri Santi: “Vuoi darmi la tua volontà ed Io ti do in cambio la mia Volontà Divina?” Ha fatto con lei una cosa grande, straordinaria, come ha fatto con Maria: “Vuoi tu essere la Madre di Dio?” E con Luisa: “Vuoi tu darmi la tua volontà perché ti faccia vivere di Volontà Divina?”: è stata una prova. E Luisa disse: “Lego la mia volontà ai piedi dell’Eterno e non la voglio mai più indietro, a costo di mille martiri!”

... L’uomo caduto nel peccato era fuori dalla casa del Padre. Adesso il Signore vuole farci entrare dentro alla sua casa paterna e c’invita: “Entrate dentro la casa di Dio, nella Divina Volontà”... non fuori, sulla soglia, ma dentro al palazzo...

(p. L.) E tra il FIAT Creante, il FIAT Redimente e il FIAT Santificante, è più grande il FIAT Santificante, perché è il compimento di tutto lo scopo della Creazione. Perché Dio ci ha creati? Perché viviamo insieme alla sua gioia.

Luisa dice a Gesù: “Ma come è possibile che sia più grande il FIAT Santificante del FIAT tuo e del FIAT di tua Mamma?!” “Sì! - le risponde Gesù - Perché Noi dovevamo fare prima la Redenzione. E mentre i nostri atti esterni erano per la missione di redimere e salvare l’uomo, gli atti interni erano tutti atti nella Divina Volontà”.

... Entriamo nei GIRI.

Dio, contemplando la sua creatura, dice:

“Oh come è bella la mia creatura! L’eco del suo amore mi alletta, mi ferisce, la sua voce risuona dolce e melodiosa al mio orecchio, teneri e forti sono i suoi abbracci; oh, come godo di averle dato la vita! Formerà il mio contento, la mia gioia, il mio trastullo...”

E Luisa:

“Vita mia, anch’io voglio ricevere il tuo alito creatore; anch’io bramo amarti ed adorarti con quella stessa perfezione e santità con la quale Ti amò e Ti adorò il mio primo padre Adamo. Sebbene indegna creatura voglio ricevere pure io i tuoi mari di amore e di luce, per poter formare a mia volta onde altissime che giungendo fino a Te, mi mettano in gara con il mio Creatore. Sì, Ti do amore per ricevere altri mari di amore e con le mie onde Ti chiedo che Venga il tuo Regno e che il tuo FIAT sia conosciuto!”

(A. P.) Sì, dobbiamo chiamare il Regno di Dio nella Creazione e in tutti gli atti! Dobbiamo continuamente chiamarlo ed allora Lui affretta i tempi. Dobbiamo formare questi gruppi per affrettare i tempi del suo Regno. Se non li formiamo ritardiamo il Regno, perché Lui non viene se non ha sudditi che lo attendono.

E’ importante avere dentro di noi la volontà, il desiderio di fare la Volontà di Dio. E’ il desiderio che conta”, dice Gesù, perché: volere, desiderare, con tutte le forze, è come fare.

(p. L.) E quando tu desideri, anche se non hai ancora il dono della Divina Volontà, puoi però entrare nel desiderio del vivere nel Regno della Divina Volontà.

Ci sono vari gradi per avvicinarsi sempre più a questo Dono, per ottenere questo Dono.

Prima Gesù te lo presterà, te lo darà poco a poco; perché prima bisogna comprendere il valore di questo dono... Bisogna comprenderne la bellezza, perché una delle cose più grandi è parlare, scrivere, pensare, vivere nella Divina Volontà: è una gioia grandissima, è una creazione continua! Allora, quando tu capisci che non è una semplice rassegnazione, ma è così importante, così bello, così alto, è una gioia continua, è un partecipare della vera Vita, è un salire di grado, è un essere nobili, quella nobiltà che noi abbiamo perso con la caduta del peccato originale, allora tu comprendi che l’unica gioia è lì e quindi chiedi ancora di più al Signore... E già col desiderio di comprenderla, già desiderandola tu entri nel vivere nella Divina Volontà...

(A. P.) E quando c’è questo grande desiderio di comprenderla, quando c’è la buona volontà, il Signore supplisce Lui; è Lui che dà, dopo...

(p. L.) Ci sono delle tappe da raggiungere per arrivare poi al Dono. Gesù dice che è come il sole che investe (la Divina Volontà è sempre paragonata al sole o al mare): c’è chi rimane dentro la casa, ed anche lui riceve gli effetti del sole; poi c’è chi esce fuori casa e quindi viene maggiormente investito dalla luce del sole; c’è poi chi va al mare e si va ad investire completamente della luce del sole, senza nessuna ombra; e c’è poi il quarto grado: colui che lascia questa terra, spicca il salto e si trova ad essere sole con il sole, una cosa sola con il sole.

Quando Luisa chiede a Gesù: “Nella Nuova Gerusalemme che posto avranno i figli del Divin Volere?”, Gesù le risponde: “Avranno il posto nel Sole”.

Chi avrà questo Dono riceverà la pienezza della grazia, la pienezza della santità, la somiglianza con Dio, avrà la stessa grazia di Dio che opererà in lui: Divina Volontà operante in noi.

Ne La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà la Madonna dice: “Fa’ in modo che la Divina Volontà possa formare in te la sua vita operante”. Poi, questa vita operante in noi deve diventare una vita dominante; e questa vita dominante poi non deve lasciar sfuggire neppure un atto... E’ un qualcosa che si forma gradualmente... E ricordiamo che la prima a formare i figli del FIAT Supremo sarà Maria.

(A. P.) Luisa era in continua unione con il Signore e prima di ricevere la S. Comunione diceva:

“Vieni in me, Gesù, perché io possa ricevere Te; solo un Dio può ricevere un altro Dio, perciò vieni Tu in me perché io possa ricevere Te: solo un Dio è degno di ricevere un altro Dio. Vieni con le tue disposizioni di quando guardasti, rimirasti, transustanziasti Te stesso nel Corpo e nel Sangue. Vengo con queste stesse disposizioni”.

E quando fai la Comunione così, non sei più tu, ma è Gesù che riceve Sé Stesso. Nell’ultima cena, prima di comunicare gli Apostoli - così ha detto a Luisa - Gesù comunicò Sé Stesso per riparare a tutti i sacrilegi che si sarebbero fatti. Ci voleva la riparazione di un Dio; se fosse stata lasciata solo a noi la riparazione, non ci sarebbe stata riparazione!...

Lui vide tutte le Comunioni, tutte le Ostie: le guardò, le rimirò, le transustanziò e le assimilò in Sé, per dare al Padre la gloria come se tutti si fossero degnamente comunicati.

Facendo anche noi quest’atto noi ripariamo a tutti i sacrilegi, a tutto quel male fatto da quei settari..., a quelle male cose che si fanno contro Gesù Eucaristia…

E poi è importante comunicarsi in unione al Cuore Immacolato di Maria. Nel libro che racchiude le testimonianze raccolte dalla bocca di Federico Abresch (figlio spirituale di padre Pio, per decine d’anni tenne conferenze sulla Divina Volontà, a S. Giovanni Rotondo) leggiamo queste sue disposizioni interiori nel ricevere Gesù Eucaristia: Madonnina, sii Tu, con lo stesso tuo Cuore, col tuo stesso amore, con le tue stesse premure materne; sii Tu stessa a ricevere Gesù nel mio cuore, come quando te lo stringevi Bambino... Sii Tu, Madonnina, a ricevere Gesù”. Un sacerdote che aveva certi carismi un giorno disse a Federico Abresch: “Dovrei dire una cosa molto bella. Mi deve spiegare come ha fatto a fare la Comunione lei questa mattina”. E lui: “Ho detto: ‘Sii Tu, Maria, col tuo stesso Cuore, col tuo stesso amore, con il tuo stesso slancio, con le stesse tue gentilezze, le stesse premure che avevi quando tenevi in braccio Gesù...”. Ed il sacerdote a lui: “Ah, ecco perché... Quando Gesù va nelle anime che sono in peccato vedo Gesù che si tira indietro, vorrebbe tirarsi indietro... A volte vedo Gesù andare dentro i cuori come adulto, mentre invece quando ha fatto la Comunione lei, l’ho visto come un Bambino piccolino, con le manine tese, che andava in braccio alla Mamma!...”.

A me invece una volta è successo questo (testimonia umilmente Adriana Pallotti): Io quando faccio la Comunione li unisco tutti e due, invito prima Gesù e poi la Madonna. Prima di ricevere il Signore avevo fatta questa preparazione: “Gesù, sii Tu stesso a ricevere Te stesso, perché solo un Dio è degno di ricevere un altro Dio. Vieni con le tue disposizioni di quando Tu guardasti, rimirasti, transustanziasti, assimilasti Te stesso e prendesti Te stesso, per dare al Padre la riparazione come se tutti si fossero degnamente comunicati”. Poi, mentre ricevevo Gesù, ho detto a Maria: “Madonnina... col tuo stesso Cuore! Abbraccia Gesù, prendi Gesù!...” Ed il sacerdote, mentre mi comunicava (al tempo di padre Pio venivano da lui molte persone illuminate!...), anziché pronunziare la formula in uso: ‘Corpus Domini!’, disse: ‘Gesù e Maria!’... e poi mi diede l’Ostia in bocca!

Io rimasi stupita (continua Adriana); è stata per me una testimonianza di come il Divin Volere sia presente ed agisca quando noi lo invochiamo.

D. - E dopo la Comunione che cosa si deve dire?!...

R. - Dopo la Comunione si continua a dire:

“Madonnina sii Tu con le tue premure a continuare a ringraziare Gesù; sii Tu a lodarlo, amarlo, ringraziarlo per me; accarezzalo con le tue stesse mani, coprilo con i tuoi stessi baci, per darti la gioia come se Gesù fosse ancora con la sua Mamma!”... “Vieni Tu, Madonnina, a consolare, ad abbracciare, ad amare Gesù come Tu lo tenevi fra le tue braccia quand’eri sulla terra, perché si senta ancora consolato dalla sua Mamma, dai suoi baci, dalle sue carezze, dalle sue gentilezze e dalle sue premure. Così, Gesù, non senti più i peccati dell’umanità, non vedi più le miserie umane, ma senti solo la tua Mamma che Ti stringe al cuore, che Ti ama, che Ti adora, che Ti benedice, che Ti ringrazia, per me e per tutti. Grazie, Gesù, di questo dono dell’Eucaristia; continua a far vita divina in me con la tua Mamma, già che sei nel mio cuore, perché Ti possa abbracciare per l’eternità.

Grazie, Gesù... Intendo chiamare tutte le umane generazioni, dalla prima all’ultima, tutte le creature della terra che sono qui inginocchiate davanti a noi a ringraziare solo Te, Gesù, che sei nel mio cuore... Ti lodo, Ti benedico e Ti ringrazio per me e per tutti...

Ogni passo, ogni respiro, ogni palpito, ogni mio movimento sia fatto nella Tua adorabile e Divina Volontà, perché e come tutti Ti lodassero, Ti chiamassero, Ti benedicessero e Ti ringraziassero o Gesù; perché Tu vuoi solo il ringraziamento, l’adorazione e la lode, per tutto e per tutti. Grazie, Gesù, per me e per tutti.

Ti adoro, Gesù, con le adorazioni profonde della tua SS. Mamma...”.

D. - E come si può fare quando, in chiesa, dopo la Comunione si deve cantare a tutti i costi!?...

R. - Ci metti Gesù dentro!... Si fa presto a cambiare!...

Abbiamo una mente: intelletto, memoria, volontà, simboli della SS. Trinità. Il Signore ci ha dato una memoria, ci ha dato una volontà con la quale possiamo cambiare le cose dall’umano al divino; ci ha dato l’intelletto, l’intelligenza con la quale possiamo dire: ‘Vieni, Gesù, in me!... Vieni! Ti amo, Divina Volontà!’.

Con quest’amore, con questa intelligenza che mi ha dato il Signore, io cambio subito le intenzioni!... Anche quando vedo una cosa mal fatta io posso dire: “Gesù, vieni Tu in me! Vieni Tu a riparare questa azione...”.

D. - Ma allora non si dovrebbe cantare durante la Comunione?

R. - Puoi cantare: canti nel Divin Volere, per la gloria di Dio; ci metti sempre la gloria di Dio: “Sii Tu a cantare in me, Signore, sii Tu a lodare in me...”.

Dobbiamo divinizzare tutto, cambiare subito l’azione divinizzandola. Se il Signore ci ha donato l’intelligenza e la volontà, dobbiamo usarle, farle fruttare! Gesù questo lo ribadisce sovente.

- Vi voglio raccontare degli ultimi momenti della vita terrena di Luisa, di quando lei già aveva gli occhi chiusi e sembrava già morta, e vicino a lei c’era il suo confessore, don Benedetto Calvi.

Dopo un po’ Luisa apre gli occhi e dice: “Oh, che vedo!... padre, che vedo!... Un Sole, una stella luminosissima, con tanti soli uno più bello dell’altro!... Ah, li conosco questi soli: sono gli atti fatti nella Divina Volontà, che mi hanno preparata la strada! E anche a lei, padre, toccherà la stessa sorte; e lo dica a tutti quelli che vivranno nella Divina Volontà: avranno la stessa sorte, di entrare dentro a questa scia luminosa!...”. E veramente anche il confessore lo si sentiva continuamente bisbigliare, salendo le scale, scendendo...:

 “Gesù, ti amo. Vieni, Divina Volontà a camminare in me... a pregare in me... a parlare in me...”

Leggi, leggi ciò che ha fatto Annibale Di Francia ... 

(p. L.) Nel Volume 22 leggiamo:

“... Mi sono trovata fuori di me stessa, e mi sono trovata col padre Di Francia; era tutto allegro e mi ha detto:

‘Sai quante belle sorprese ho trovato?! Io non credevo quando stavo sulla terra, sebbene pensavo di aver fatto un bene col pubblicare L’Orologio della Passione, ma le sorprese che ho trovato sono meravigliose, incantevoli e di una rarità non mai vista!

Tutte le parole che riguardano la Passione di Nostro Signore sono cambiate in luci, una più bella dell’altra, tutte intrecciate tra di loro; e come le creature fanno le Ore della Passione queste luci crescono, così altre luci si aggiungono alle prime. Ma quello che mi sorprese di più sono stati i pochi detti pubblicati da me sulla Divina Volontà: ogni detto cambiato in Sole che investendo coi loro raggi tutte le luci formano tale sorpresa di bellezza che si rimane rapito, incantato.

Tu non puoi immaginare come io fui sorpreso nel vedermi in mezzo a queste luci ed a questi soli! Come fui contento e ringraziai il nostro Sommo Bene Gesù che mi aveva dato l’occasione e la grazia di farlo. Anche tu ringrazialo da parte mia’ ”.

Quindi: L’Orologio della Passione erano luci, ma le poche parole che lui aveva pubblicato sulla Divina Volontà erano Soli!

... Preghiera: Santa la Divina Volontà! Santa, Santa, Santa; onore e gloria alla Volontà del nostro Sovrano Signore. E gloria a Maria e tre volte santa a Colei che ha fatto operare questa Suprema Volontà.

D. - Adriana, ci fai un canto sulla Divina Volontà!?...

(Sulla melodia di ‘Grazie, diciamo a Te, Gesù’:)

Venga il tuo Regno, Cristo Signore, - la tua Divina Volontà.

Nel tuo Volere tutto ci doni - per sublimarci tutti in Te.

                Rit. Esultanti T’invochiam:

come in Cielo, così in terra,

compiasi in tutti il Divin Voler.

Interminabile Luce increata - sempre in Te noi vogliam restar.

La mensa eterna che ci hai preparata - già pregustiamo nei nostri cuor.

                Rit. Esultanti T’invochiam...

O Terzo FIAT Santificante - noi T’imploriamo sul mondo inter.

Un’era nuova di pace e d’amore - ci donerai per l’eternità.

                Rit. Esultanti T’invochiam...

Io parlo sempre ed a tutti del Divin Volere (continua Adriana). Quando parlavo con don Dolindo Ruotolo del Divin Volere, io parlavo... parlavo... e lui chinava la testa e pareva che si addormentasse mentre io parlavo, ed invece lui mi diceva: “Ah... come riposo bene!... Come riposo bene!...” E certo che ci si riposa bene nel Divin Volere!...

Quando poi andavo da Giulietta, un’anima bella, stimmatizzata, mentre tutte le altre amiche andavano a chiederle che intercedesse per delle grazie in loro favore, io le parlavo invece del Divin Volere; il tempo passava e gli altri fuori bussavano alla porta, ma lei neppure mostrava di sentire e sospirava solo: “Ah, Luisa, Luisa! E’ in alto Luisa! E’ in alto Luisa!...” E come se gli altri non avessero bussato, lei mi diceva: “Ancora ... parla ... parla! ... parla della Divina Volontà!”

D. - ... Riguardo alle Ore della Passione?! ...

R. - Noi ci stanchiamo e facciamo solo un’Ora al giorno, ma Luisa le faceva tutte ventiquattro. “Non tediarti - dice Gesù - non tediarti di Chi non si tediò di te!”.

Alla sera, quando gli altri dormivano, Luisa faceva le Ore della Passione, e scriveva quello che vedeva, che sentiva: “Ti vedo legato, Ti vedo sputacchiato...”.

(p. L.) Troviamo continuamente negli scritti di Luisa: ‘Trovandomi nel mio solito stato...’ Possiamo spiegare queste parole in questo modo: Siccome lei era un’anima vittima ed il Signore le chiedeva di aumentare sempre più le sofferenze, le intensificava la partecipazione alla sua Passione e le crocifissioni mistiche, ecc., e siccome la nostra natura umana, che è limitata, non avrebbe potuto resistere alle immani sofferenze che il Signore permetteva che lei avesse, il Signore la faceva allora stare in questo stato di morte... ‘Trovandomi nel mio solito stato’ poteva quindi significare, o che era impietrita, la notte, o che si trovava a letto e non poteva partecipare alla vita degli altri. Il Signore toglieva la sua anima dal corpo e quindi lei rimaneva con questo corpo duro e pesante come una pietra, pietrificato. E per poter ritornare da questo stato di morte alla vita, c’era bisogno di un sacerdote che la risvegliasse. Quindi possiamo spiegare questo suo stato in questo modo: la sua anima usciva dal corpo e così lei poteva subire quelle sofferenze che erano molto superiori a quelle che la natura umana avrebbe potuto sopportare.

 

E perché noi abbiamo come riferimento il vescovo di Trani?! Proprio perché fu il vescovo di Trani a dare l’ubbidienza ai sacerdoti di andare a svegliare Luisa. E così ogni mattina un sacerdote andava da lei e la svegliava; poi celebrava la Santa Messa e subito dopo la Messa lei gli faceva leggere gli scritti del giorno precedente.

(Adriana Pallotti è conduttrice in S. Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, della ‘Casa di Preghiera per il Regno della Divina Volontà’ della quale è proprietaria. Oltre che casa di spiritualità, la villetta ospita i parenti degli ammalati che frequentano il grande ospedale voluto da padre Pio, la ‘Casa Sollievo della Sofferenza’.

Adriana è di Modena ed era venuta a S. Giovanni Rotondo per confessarsi da padre Pio. Quando il papà di Adriana un giorno chiese a padre Pio - del quale era figlio spirituale - se ritenesse opportuna la costruzione di una piccola casa per la figlia in S. Giovanni Rotondo, padre Pio per ben due volte rispose: “Se la fai, falla grande!”. E veramente doveva diventare una casa di accoglienza e di diffusione di questo grande Dono che Dio vuole ridare all’umanità: il suo Divino Volere!

Adriana, per circa venti anni è stata ascoltatrice fedele delle conferenze sulla Divina Volontà tenute da Federico Abresch in S. Giovanni Rotondo e quando un giorno chiese a padre Pio: “Posso dare ad Andrea Magnifico - di Milano - i soldi per pubblicare gli Scritti di Luisa Piccarreta sulla Divina Volontà’?”, il padre le rispose: “Sì!... Ripetimelo!”. Adriana rimase stupita di quella risposta, perché generalmente padre Pio non si faceva mai ripetere le domande, anzi, le preveniva. E ripeté la domanda. E padre Pio le rispose decisamente: “Sì!” Adriana allora capì che il padre la incoraggiava, o meglio, le dava la missione di pubblicare, di diffondere gli Scritti di Luisa.

Adriana è una umile, ma ardente apostola e testimone con la parola e con la vita, di questa Vita nel Suo Volere Divino che Dio ci vuole nuovamente partecipare). 

 

 

IVª MEDITAZIONE

Differenza tra ‘FARE’ e ‘VIVERE’ la DIVINA VOLONTÀ

Il ‘FIAT’

Relazione di Antonietta Abbattista

San Giovanni Rotondo (FG) - 5 ottobre 1997

 

Non appena, in questi ultimi anni, mi sono avvicinata alla spiritualità di Luisa Piccarreta, ne ho sentita subito un’attrattiva fortissima e mi è parso di aver trovato finalmente ciò che da sempre nella mia vita avevo cercato.

I temi che mi sono stati assegnati per questa conferenza sono:

1°) La differenza che esiste tra fare e vivere la Divina Volontà.

2°) Il FIAT.

Mi atterrò perciò a questi temi assegnatimi.

Voglio iniziare ricordando alcune parole di Gesù a Luisa, del 1923 (vol. 16). Eccole:

“Passeranno secoli e secoli, come nella Redenzione così anche in questo, ma l’uomo tornerà nelle mie braccia come fu da Me creato”.

Ci chiediamo: “Qual è la caratteristica che distingue il primo uomo da tutti gli altri venuti successivamente?”. Per capire questo dovremo andare con la mente nell’Eden, là dove ebbe principio la nostra origine, dove l’Ente Supremo creò l’uomo e poi gli assegnò un regno da dominare. Lo scettro, il dominio di questo regno dipendevano però dal fondo dell’anima di quest’uomo, perché il primo uomo possedeva la Divina Volontà, possedeva il FIAT Divino nell’interno del suo intimo. E proprio perché possedeva questo FIAT, questa DIVINA VOLONTA’, era anche il padrone dell’universo, che era stato creato da Dio proprio per lui. Tanto è vero che le sue vesti erano regali, i suoi atti erano nobili e Dio all’inizio lo chiamava solitamente: “Mio piccolo re e figlio”. Quindi, quando venne creato il primo uomo tutto era armonia, bellezza, ordine.

Ad un certo punto però questo nostro primo padre ha messo da parte la Divina Volontà ed ha fatto la sua volontà amareggiando il Creatore. Dio allora riprese il regno che gli aveva affidato e gli chiuse le porte; però, nel ritirare a Sé questo regno non ha detto che non l’avrebbe più dato all’uomo, ma l’ha tenuto in riserbo per le future generazioni.

Dio intendeva assalire le future generazioni con attrattive meravigliose, con grazie sorprendenti, con conoscenze mirabili sulla Divina Volontà; desiderava che le future generazioni si rendessero conto della necessità di mettere a parte la volontà umana, per fare la Volontà di Dio.

Ed è appunto questo che Luisa ha scritto nel suo Appello, per tutti i contemporanei e per quelli che sarebbero venuti dopo. Esortando tutti gli uomini, Luisa dice: “Mettete da banda la volontà umana, lasciamo le vesti da lutto della nostra schiavitù e vestiamoci da regine, fregiamoci con ornamenti divini”; perché appunto, possedere la Divina Volontà significa diventare re, regine, possedere l’universo, possedere quello che Dio ha creato per noi. Non possedere invece la Divina Volontà significa essere schiavi.

Possiamo ora chiederci: “Come fare e come vivere la Divina Volontà? In che modo? In che maniera?”.

I modi per fare la Divina Volontà sono tanti. Certo, ognuno si accosta ad essa a seconda delle proprie disposizioni d’animo. Tanto è vero che Gesù stesso ha detto a Luisa: “Come per la luce del sole si può godere in maniera diversa, così è anche per la Divina Volontà”. Difatti il Signore ha detto a Luisa: “Supponi tu una persona che viva all’interno di una casa; questa persona potrà soltanto godere della luce del sole. Immagina poi una seconda persona che vive fuori dell’abitato; questa persona oltre a vedere la luce, cercherà di cogliere anche il calore del sole. Una terza persona invece si andrà a porre in una parte della superficie terrestre dove i raggi del sole cadono perpendicolarmente: questa terza persona oltre ad avere la luce e il calore, sarà proprio investita dalla luce del sole. Immaginiamo invece una quarta persona che spicca il volo verso il centro della sfera, del sole: in questo caso, la quarta persona è quella che viene eclissata totalmente nella luce del sole”.

Con questo paragone il Signore vuole farci capire che la stessa cosa succede per quanto riguarda la Divina Volontà.

Facendo il parallelo con l’esempio esposto si può dire che la prima persona - quella che abita nella stanza - non possiede ancora il Regno, ma vive solo alla luce di questo Regno; la seconda persona è quella che si avvicina appena ai confini del Regno; la terza - quella che viene investita dalla luce e dal calore - è quella che ha già oltrepassato i confini del Regno; la quarta è la più felice, perché è quella che si è eclissata totalmente nella Divina Volontà, ed ha quindi acquistata la Divina Volontà.

Quindi, fare la Divina Volontà alla prima o alla seconda maniera, cioè vivere soltanto degli effetti della Divina Volontà e non possederla totalmente, significa conoscere il Regno, vivere alla luce del Regno ed essere forse anche persone virtuose; ma dobbiamo ricordare che le virtù che vengono praticate sulla terra non sono mai esenti da fini umani, dal gusto di piacere agli altri e di comparire, per cui queste virtù non ci porteranno mai alla vera e propria santità, ci daranno una santità umana che ci darà sempre qualche guadagno umano.

Invece la Volontà Divina atterra la volontà umana, lasciando digiuno il proprio io in colui che compie la Divina Volontà. La persona che fa la Divina Volontà dice: “Io sono incapace... non so fare niente; chi opera in me è solo Dio”.

Spesso negli Scritti di Luisa, il Signore paragona la Divina Volontà al sole. Il sole diventa quindi il simbolo della Divina Volontà. Gesù spiega che quando la Divina Volontà sorge sull’anima, la imperla di grazia e le dà le tinte più belle e le qualità divine. E questo perché la Volontà Divina ha in Sé una grande capacità di dare forza e grazia all’anima che la possiede. E l’anima che riceve questa forza e questa grazia sa che avrà la capacità di compiere il bene che dovrà fare e che avrà la forza di accettare qualsiasi sacrificio le venga richiesto.

L’anima che fa la Divina Volontà è ferma, non è soggetta a tentazioni e ad incostanze: chi fa la Divina Volontà è costante. Questo non avviene invece per chi fa la volontà umana, perché la volontà umana non sarà mai completamente ferma, potrà avere dei turbamenti, degli intervalli. Gesù dice a Luisa che in chi fa la Volontà Divina vi è “il trabocco del Creatore sulla creatura”; sembra quasi che il Creatore riversandosi su di essa le partecipi tutte le Qualità divine; potremmo dire che l’anima che fa la Volontà Divina si trasforma quasi in Dio.

Nel Volume 12°, nel 1917, il Signore ribadisce ancora il fatto che si può conoscere la Divina Volontà e vivere alla luce della Divina Volontà, ma non vivere in stretta unione con Essa.

Pensiamo all’esempio fatto prima, di chi vive fuori dell’abitato e viene investito dalla luce e dal calore del sole, ma non è totalmente eclissato nel sole. Sempre nel 12° Volume, in maniera diversa il Signore riprende e ribadisce questo concetto dicendo che vivere rassegnato e vivere nel Divin Volere sono due modi diversi di accostarsi alla Divina Volontà; perché chi vive rassegnato alla Divina Volontà sarà rassegnato alla Divina Volontà in tutte le cose, sia quelle prospere che quelle avverse e saprà riconoscere in tutte le cose create da Dio l’ordine e la disposizione che Lui ha loro dato, sapendo che nemmeno un capello del nostro capo può cadere se Dio non vuole; e questo l’anima che si sottomette alla Volontà di Dio lo capisce, lo conosce.

Però, chi è solo sottoposto e rassegnato alla Divina Volontà, non è in continua comunione con Essa, perché vi saranno dei momenti, degli intervalli, in cui la corrente della Volontà del Padre non è in comunione continua con la corrente della volontà del figlio; e in questi momenti il figlio potrebbe abituarsi a fare la propria volontà umana. Nonostante ciò questo è comunque un primo avvio, un primo grado verso la santità.

Invece, vivere totalmente nella Divina Volontà significa vivere in stretta unione con Essa; significa che l’anima si sente incapace di agire da sola, per cui l’anima si rivolge al Signore dicendogli: “Mio Dio, Signore, se devo operare, operiamo insieme”.

In questa maniera l’anima fa suoi tutti i pensieri del Padre; soffre, ama, guarda, cammina: fa tutto ciò che fa il Padre. L’anima è il ritratto perfetto del Padre; non c’è quasi più differenza, perché è Dio che agisce in noi.

Si può dire che l’anima che opera in stretta unione con la Divina Volontà è la ripetitrice della Vita di Gesù.

In questo appunto consiste la vera Santità. E’ la santità più bella, è la Santità delle santità. Questa Santità affonda tanto le radici nel profondo della terra che non c’è pericolo che oscilli; riempie Cielo e terra, ed i fiori di questa Santità sbocciano soltanto nel Cielo.

Difatti, in questo tipo di Santità non possono esserci azioni esteriori, miracoli esteriori che possano far strepitare ed eccitare la gente. La Santità di quest’anima a volte è conosciuta soltanto da Dio: è una Santità che sboccia in Cielo e vive nascosta in Dio. Il mondo a volte conosce quasi nulla di quest’anima. La sua passione è la Divina Volontà ed il FIAT diventa il suo motto continuo. Questa è perciò la Santità per eccellenza. Come ha detto anche S. Giovanni Maria Grignon de Montfort: “Questa è la Santità che fisserà tutte le altre santità delle vecchie generazioni”. Anche le stelle più belle del passato, i Santi più grandi, quelli che si sono contraddistinti dai miracoli o per le conversioni strepitose, al confronto di questa grande Santità saranno quasi eclissati, perché questa è la Santità per eccellenza.

Per inculcare meglio in noi questo concetto della Divina Volontà, in un altro Volume del 1926 il Signore ripete gli stessi concetti in maniera diversa, e lo fa portando degli esempi bellissimi, chiarificatori, in modo che anche l’anima più semplice possa comprendere.

Qui il Signore parla ancora della differenza che esiste fra l’anima che vive soltanto degli effetti della Divina Volontà e l’anima invece che vive in pieno la Divina Volontà. Per capire bene questa differenza, Gesù suggerisce a Luisa di tenere presente il sole e la terra: il sole si trova nella volta del cielo e manda i suoi raggi sulla terra; la terra riceve gli effetti della luce del sole. Sembra quasi che tra il sole e la terra vi sia un accordo: il sole da un lato nel mandare i suoi raggi sulla terra e la terra nel riceverli. Dobbiamo tenere presente però che gli effetti del sole non sono duraturi, non sono perpetui, perenni; ci sono momenti in cui, per effetto del moto di rotazione, di rivoluzione, la terra riceve in maniera efficace i raggi del sole e momenti in cui non li riceve; vi saranno perciò dei momenti in cui la terra apparirà fiorita, verde, lussureggiante, e dei momenti in cui la terra apparirà spoglia. E questo perché la terra non è ferma, ma gira; non è ferma come invece è l’anima che vive continuamente ferma, fissa, legata al Divin Volere.

Gesù continua a spiegare a Luisa dicendo che se la terra possedesse in pieno gli effetti che il sole produce, la terra non avrebbe più bisogno di mendicare gli effetti dal sole perché diverrebbe sole essa stessa; ma questo in realtà non succede.

Questa immagine della terra che muta, che ora ci appare spoglia ed ora fiorita, è l’immagine dell’anima che a volte si sottopone alla Divina Volontà, ed a volte invece fa subentrare degli intervalli nei quali fa la sua volontà, la volontà umana. Per non parlare poi della terra che non vuole invece assolutamente farsi toccare dalla luce del sole e così ci appare sempre squallida, senza un filo d’erba! Tale, dice Gesù, è l’anima che vive lontana dalla Divina Volontà. Questo è lo stato in cui si viene a trovare Adamo dopo il peccato; perché dopo aver peccato, dopo aver voluto fare la sua volontà, Adamo ha perso la pienezza della luce che gli era stata data nel momento della creazione e si è trovato così immiserito; e mentre prima era la nota di accordo della Creazione, si è trovato ad essere la nota scordante fra Cielo e terra.

Perché Adamo riconquistasse la Divina Volontà era necessario che venisse sulla terra un Riparatore, appunto il Verbo, che si è Incarnato perché ritornasse nuovamente la pienezza della Luce della Divina Volontà.

Questa pienezza è stata ottenuta anche dalla Madre Celeste, Colei che nella sua vita ha fatto in pieno la Divina Volontà e che quindi è da paragonare al Sole, e come Sole può dare luce a tutti.

Nel 9° Volume, Nostro Signore spiega come fare la Divina Volontà, in senso stretto.

L’unione suprema con la Volontà Divina si ha quando l’anima fa sua la vita della Divina Volontà, quando cancella qualsiasi ombra della volontà umana e accetta tutto ciò che Dio dispone per lei e per gli altri; per cui accetta la povertà, accetta la morte e, anche se sembra un discorso paradossale, l’anima accetta anche le cose più brutte, perché sa che quelle cose le vuole Dio. Solo in tal modo l’anima si abituerà a fare pienamente la Volontà di Dio. E persino i castighi che a volte Dio manda li accetta, perché pensa che sono castighi che Dio deve mandare per scuotere un po' le coscienze degli uomini.

Questa è quindi la differenza fra chi vive soltanto rassegnato, sottoposto, alla Volontà di Dio e chi vive invece in unione stretta, intima, in comunione perfetta con il nostro Creatore. Ed è questo il sogno, il piano di Dio.

Dio aspetta le generazioni a cui affidare il TERZO FIAT, queste generazioni che accoglieranno questo Terzo Fiat; Dio sogna che l’uomo possa tornare come allo stato d’origine, com’era all’inizio Adamo, prima del peccato.

Possiamo ora passare all’altro tema: Il ‘FIAT’.

La parola Fiat noi la pronunciamo tutte le volte che recitiamo il Padre nostro, quando appunto diciamo: ‘Sia fatta la Tua Volontà, come in Cielo così in terra’.

Che cosa significa questa espressione: così in terra come in Cielo? Cioè, noi dovremmo fare la Volontà Divina così come viene vissuta dai Beati nel Paradiso.

Sembra difficile, ma se noi cominciamo veramente ad annullare la nostra volontà e ad accettare tutto quello che ci viene da Dio, perché Dio lo vuole, non ci sembrerà più difficile; basterà invocare la Divina Volontà in ogni momento, in ogni azione della nostra vita quotidiana, anche la più semplice.

Basta cominciare dal mattino, appena ci si alza, e dire: ‘Divina Volontà, vieni ad operare in me; Divina Volontà, vieni a camminare in me... vieni a fare colazione in me...’

E così, anche nelle azioni più banali, più semplici, non saremo più noi ad agire, ma sarà Dio ad agire in noi.

Gesù parlando del Padre nostro spiega a Luisa le espressioni: ‘Sia fatta la Tua Volontà’ e ‘Dacci oggi il nostro pane quotidiano’.

Noi siamo portati a pensare che il pane quotidiano sia il pane materiale di cui ci nutriamo tutti i giorni. In realtà dovremmo pensare a tre tipi di pane: dovremmo invocare da Dio il Pane della Divina Volontà, poi il Pane Eucaristico, ed infine e soltanto dopo, il pane materiale, quello di cui non abbiamo poi necessità assoluta, perché potremmo anche vivere senza pane materiale (Gesù stesso ha detto che non si vive solo di pane, ma anche di tutto ciò che è spirituale e che arricchisce la nostra anima).

Stavamo parlando del FIAT’.

Il PRIMO FIAT è stato pronunciato da Dio nel momento della Creazione. Quando Dio, senza l’intervento della creatura ha pronunciato il FIAT’, da quel FIAT sono venuti fuori miliardi e miliardi di stelle.

Il SECONDO FIAT è stato pronunciato da Maria nel momento in cui ha accettato di fare incarnare in Sé il Verbo Eterno; e questo Fiat pronunciato da Maria ha dato origine poi alla Redenzione.

E come il primo FIAT ha fatto scaturire miliardi e miliardi di stelle, il FIAT della Redenzione invece ha fatto scaturire miliardi e miliardi di atti di grazia; atti di grazia che hanno investito ed investono tuttora tutte le creature. In qualsiasi cosa subentrata dopo la Redenzione, noi vediamo impresso il FIAT MIHI di Maria. Lo vediamo impresso nell’Ostia Sacramentale - se non ci fosse stato il FIAT’ di Maria, nemmeno l’Ostia avremmo avuto; quell’Ostia tanto cara, tanto importante, per la quale mettiamo dentro di noi il nostro stesso Signore! - Vediamo questo Fiat mihi di Maria impresso anche nel bambino che viene battezzato - se non ci fosse stata la Redenzione l’uomo non avrebbe avuto la possibilità di redimersi e di cancellare il peccato originale tramite questo Sacramento -. E vediamo il Fiat di Maria anche tutte le volte che siamo convinti che le porte del Paradiso ci sono state aperte - quelle porte del Paradiso che dopo il peccato originale ormai erano state per noi chiuse.

Si può dire quindi che i frutti della Redenzione sono forse molto più importanti dei frutti del Primo FIAT, perché mentre le stelle create subito dopo il Primo FIAT sono delle cose fisse, gli atti che vengono fuori dal Secondo FIAT, pronunciato da Maria, sono degli atti che si moltiplicano all’infinito; non sono cioè degli atti che si sono avuti solo in quel momento e basta, ma si moltiplicano e si moltiplicheranno fino alla fine dei tempi. Possiamo quindi veramente dire che il FIAT della Redenzione è stato uno dei Doni più grandi.

Però non è finita qui. Secondo Nostro Signore, il TERZO FIAT, quello che il Signore chiede di pronunziare a Luisa - e spera che condividano tante altre anime! -, questo TERZO FIAT inaugurerà un’epoca ancora più bella, ancora più grande e piena di grazia, ancora più sorprendente. Perché il TERZO FIAT farà in modo che l’uomo possa tornare allo stato originario, così come fu creato nel momento della Creazione, quando era privo di macchia, quando era il piccolo re e figlio di Dio.

Gesù disse a Luisa che il Terzo FIAT sarà come l’arcobaleno che subentrò dopo il diluvio universale; l’arcobaleno, come un milite di pace, assicurò ai superstiti che il diluvio era cessato. Così sarà l’avvento di questa nuova era, l’era del Terzo FIAT. Tutte quelle anime che si consacreranno alla Divina Volontà, saranno come tanti arcobaleni e tanti iridi di pace; ed i colori di cui sfolgoreranno queste anime saranno tutti colori divini: la Bontà, la Misericordia, la Giustizia, l’Amore e tutti i valori più belli. Queste saranno le caratteristiche delle anime che faranno la Divina Volontà.

Il Signore dice ancora a Luisa che nel momento in cui Lui ha fatto le opere più grandi ha avuto dinanzi a Sé una sola creatura. Durante la Creazione, quando ha pronunziato il FIAT ed ha creato l’uomo, ha avuto soltanto Adamo davanti a Sé; solo dopo si è avuta Eva e poi turbe e turbe di popoli.

Così, quando Dio ha pronunciato il secondo FIAT aveva davanti a Sé soltanto Maria. La Madonna avvertiva in Sé una grande forza, avvertiva in Sé la grandezza dell’opera che Dio stava facendo e si sentiva quasi confusa; così non ha neppure avuto il coraggio di riferire a Giuseppe ciò che le stava accadendo; e se Giuseppe un giorno è venuto a conoscenza del fatto è perché è stato avvisato dal Signore. E soltanto dopo l’Incarnazione, solo dopo che l’Umanità di Gesù si è fatta conoscere, solo dopo sono aumentate le persone che sono venute a conoscenza di questo grandioso fenomeno della Redenzione.

E così sarà anche per il TERZO FIAT: all’inizio sarà conosciuto solo da Dio e dall’anima che pronuncerà per prima questo FIAT, questo nel Volere Supremo; poi saranno pochissime le anime che si avvicineranno ad Esso; infine seguiranno turbe e turbe di popoli, perché il sogno, la realizzazione del piano di Dio è appunto che tutti gli uomini tornino allo stato primiero.

Il Signore poi definisce questi FIAT e dice che questi TRE FIAT sono appunto: il FIAT CREANTE, il FIAT REDIMENTE ed il FIAT SANTIFICANTE.

Gesù spiega anche a Luisa (vol. 19°) che quando Dio ha creato l’uomo lo ha dotato di tre potenze: intelletto, memoria e volontà.

Gesù dice che dinanzi al FIAT CREANTE la prima potenza dell’uomo, l’intelletto, rimane rapito; dinanzi a tutta la Creazione l’intelletto, comprendendo ciò che Dio ha fatto per lui, rimane rapito, perché vede in ogni cosa creata, anche nel più piccolo filo d’erba, il ti amo di Gesù, di Dio, verso la creatura. Questo ti amo del Creatore vuole però essere ricambiato dall’amore della creatura.

Dinanzi al FIAT della REDENZIONE subentra invece l’altra potenza di cui è stato dotato l’uomo, cioè la memoria. La memoria rimane quasi incantata dinanzi a questo grande sacrificio di Dio, perché per redimere l’uomo, per poter far uscire l’uomo dallo stato di colpa e salvarlo, Dio ha dovuto patire e subire la morte in Croce.

Con il TERZO FIAT il Signore dice che Lui vuole fare sfoggio del suo Amore. L’amore che Dio ha mostrato alla creatura con il primo FIAT della Creazione e con il secondo FIAT della Redenzione aumenta; Dio fa sfoggio del suo Amore, perché col Terzo FIAT Dio vuole addirittura che l’uomo sia santificato e torni allo stato primiero, allo stato originario.

Ecco perché abbiamo iniziato questa relazione con le parole del Signore a Luisa: “Passeranno secoli e secoli, ma l’uomo tornerà fra le mie braccia quale fu da Me creato”. Cioè, l’uomo tornerà ad essere come era il primo uomo: senza macchia, senza peccato, uomo in stretta unione con Dio. “Quando l’uomo tornerà allo stato primiero - continua il Signore - soltanto allora Io potrò finalmente assaporare il riposo eterno; assaporerò il riposo eterno nel Terzo FIAT’!”.

Quando subentrerà questo Terzo FIAT, quando l’opera di Dio sarà completa, soltanto allora cesserà il singhiozzo del nostro Dio. Sì, perché Dio soffre nel vederci fare la volontà umana, perché Lui ci ha creati in armonia con tutto il creato, ed invece noi facendo la volontà umana viviamo in maniera discorde dal creato. Soltanto allora perciò cesserà il pianto di Dio, quel pianto che riempie Cielo e terra; e al pianto di Dio subentrerà un sorriso eterno.

Di fronte a tutte queste rivelazioni Luisa rimane confusa, annichilita, non sa darsi ragione e dice: “Ma Signore, perché proprio a me che sono tanto piccola vieni a rivelare queste cose così grandi?!”. Il Signore le risponde: “Tu devi sapere che quando Io faccio le cose più grandi, le mie opere maggiori, le affido agli esseri più inabili, più abietti, a quelli più semplici. Difatti, la mia Mamma era nelle tue stesse condizioni quando Io le annunciai che il Verbo si sarebbe incarnato; e la mia Mamma non aveva niente di strepitoso, di segni esteriori.” - Come i grandi, i Santi che vengono fregiati da Dio di miracoli o della presenza di piaghe, di stimmate... - La Madonna non aveva niente di esteriore, il tutto risiedeva nel suo intimo, nelle virtù e nel suo ‘Sì’ dinanzi alla richiesta di Dio, nel suo Fiat. E così la Madonna era anche Lei confusa, nel suo caso, così come fu confusa Luisa di fronte a queste rivelazioni.

Il Signore usa con Luisa nuovi paragoni sempre più belli e chiarificatori per spiegare meglio il suo concetto. Per spiegare come mai si serve a volte delle anime più semplici, ricorre ad un’altra similitudine. Dice: “Tieni presente un signore che ha due servi. Di questi due servi uno è erculeo, abile, gigante; l’altro è basso, mingherlino, inabile, incapace. Ad un certo punto questo signore decide di depositare un miliardo in un’altra città ed affida questa grandissima somma al servitore apparentemente incapace, apparentemente inabile, piccolo, basso, perché, mentre affida questa somma il signore pensa: ‘Se io l’affidassi al servitore abile, erculeo, gigante, tutti gli presterebbero attenzione; il nemico lo potrebbe molestare; per difendersi il mio servitore potrebbe poi rimanere ferito e non potrebbe portare a termine la missione che io gli affido. Invece se io l’affido a questo servitore, nessuno gli farà attenzione, nessuno baderà a lui, perché nessuno potrà pensare che io sia stato così stupido da affidare ad un essere così inabile un miliardo. E così questo servitore potrà portare a compimento l’opera che gli è stata affidata’. Difatti il servitore fa quello che il signore gli affida e torna dal proprio padrone sano e salvo, senza che nessuno l’abbia molestato. Così ho fatto Io in te!”, dice il Signore a Luisa.

Leggiamo alcune parole testuali rivolte dal Signore a Luisa: “Io girai e rigirai la terra, guardai una per una tutte le creature per trovare la più piccola fra tutte; la tua piccolezza mi piacque e ti scelsi. Ti affidai ai miei Angeli affinché ti custodissero, non per farti grande, ma perché custodissero la tua piccolezza. Ed ora voglio cominciare la mia grande opera del compimento della mia Volontà. Né con ciò ti sentirai più grande; anzi, la mia Volontà ti farà più piccola e continuerai ad essere sempre la piccola figlia del tuo Gesù, la piccola figlia della Divina Volontà”. Ecco perché poi anche la nostra Associazione ha preso questo nome: ‘Associazione Luisa Piccarreta - Piccoli Figli della Divina Volontà’.

In un altro volume del 1923 rileggiamo sempre il nocciolo del discorso del Signore: vuole che l’uomo ritorni allo stato d’origine, vuole che l’uomo ritorni allo stato senza peccato. Si rivolge perciò a Luisa dicendo: “Luisa, nota questo grande vuoto che esiste fra il Cielo e la terra. Prima che Io pronunziassi il FIAT della Creazione, in questo vuoto c’era un ammasso di cose tutte in disordine. Appena Io pronunciai il FIAT, ogni cosa andò al suo posto, ci fu l’ordine, ci fu armonia. Tutte le cose da Me create sono al loro posto e costituiscono il Nostro onore, la Nostra gloria; solo l’uomo è orribile a vedersi; perché l’uomo facendo la sua volontà è come quell’uomo che cammina con la testa in giù e i piedi in aria”. L’uomo che cammina in questa maniera fa ribrezzo, perché l’uomo in questo modo deve strisciare; infatti il compito di camminare è affidato ai piedi, ma i piedi di quest’uomo stanno in aria. E dovendo strisciare, l’uomo non ha la possibilità di vedere chiaramente davanti a sé, perché il suo campo visivo si riduce e così non ha neppure la possibilità, la capacità di difendersi qualora venisse molestato dal nemico infernale e dalle tentazioni. Ecco perché è necessario che l’uomo ritorni al suo posto; l’uomo facendo la sua volontà ha fatto un vero e proprio capitombolo.

E’ necessario quindi che l’uomo torni al suo posto, quello che gli è stato assegnato da Dio; e il suo posto è nella Divina Volontà.

Gesù presenta a Luisa, in una visione, un sacerdote che dovrà attendere alla stesura dei suoi Scritti. Alle sue spalle vi è Gesù che suggerisce il titolo da dare a quest’Opera:

‘Il Regno del FIAT in mezzo alle creature - Libro di Cielo - Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata’.

Ecco, questo è l’obiettivo principale, è la finalità più grande del progetto di Dio, e così sarà; il Signore ce lo ha assicurato: Al suo pianto subentrerà il sorriso, subentrerà questa Era meravigliosa, quest’Era di grazie infinite.

Perché ora sappiamo che, basta fare un atto, ogni atto, nella Divina Volontà, perché ognuno di questi atti si moltiplichi all’infinito; e gli effetti di questi atti fatti nella Divina Volontà si estenderanno a tutti, a tutti gli altri, (naturalmente a seconda delle disposizioni di ognuno).

Basta perciò una sola persona che faccia la Divina Volontà, perché tutti ne possiamo ricevere gli effetti (naturalmente se siamo disposti ad accettare questo Dono!). 

 

 

Vª MEDITAZIONE

I ‘GIRI’ nella DIVINA VOLONTÀ

Relazione di Sr. Assunta Marigliano

San Giovanni Rotondo (FG) - 6 ottobre 1997

 

Luisa Piccarreta oltre ai 36 Volumi ha scritto L’Orologio della Passione, ha scritto La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà, dietro richiesta di padre Annibale Di Francia, ha fatto infinite preghiere ed ha scritto anche Il Pellegrinaggio dell’anima nel Regno della Divina Volontà.

Abbiamo altre volte detto come il FIAT, il ti amo, l’Atto di Dio, siano in tutta la Creazione, e quindi abbiamo spiegato come possiamo fare nostra la Creazione. La pianta non può parlare, ma io sì; quindi l’Atto di Dio messo in questa pianta lo faccio mio e rispondo a Dio:

“Ti contraccambio l’amore che hai messo per me in questa pianta”.

Luisa non poteva muoversi dal letto, ma non perché fosse malata - Luisa non è mai stata malata -; non era una malattia fisica: Luisa aveva mali mistici; era crocifissa in un letto e le continue rivelazioni la facevano sempre andare in estasi, per questo stava sempre a letto.

Luisa ha avuto il compito di riportare l’uomo allo stato primitivo e per fare questo doveva impossessarsi di tutti i beni che si trovano sulla terra, compresi tutti noi. Ha fatto quindi un pellegrinaggio che troviamo raccolto nel libro: Il pellegrinaggio dell’anima nella Divina Volontà. E’ composto di 24 Ore. Lei, ad esempio, la prima ora si metteva a contemplare il sole e diceva: “Che grandezza!... che bellezza!... Signore, io ti contemplo per il sole... per il calore... per la luce... per la fecondità...”, e contemplava e faceva una lunga meditazione. Contemplava il mare, la luna, le stelle; si riportava con il pensiero nell’Eden, prima del peccato, quando Adamo era ancora innocente; e dopo il peccato, per riparare... e rivedeva e contemplava tutti i momenti della storia della Redenzione, fino all’Ascensione di Gesù... E su questa forma di pellegrinaggio Luisa ha composto un libro.

( … )

Luisa diceva un numero grandissimo di preghiere che ci rimane incomprensibile come potesse fare tutte quelle tantissime cose: andava per ore in estasi, scriveva, lavorava, consigliava, riceveva... Forse, andava fuori tempo!...

Facciamo anche noi questo pellegrinaggio. Giriamo anche noi - insieme a Luisa - per tutta la Creazione, per tutte le opere della Redenzione, per tutte le opere della Santificazione.

Le opere di Luisa sono dentro, sono opere spirituali. Se vogliamo imparare a vivere la Divina Volontà dobbiamo girare, dobbiamo fare il pellegrinaggio. Il compito di Luisa era di girare. Leggiamo nei suoi Volumi: “... Mentre giravo nel Divin Volere mi sono fermata alla nascita della Mamma Celeste... Mentre giravo nel Divin Volere mi sono fermata nell’Eden, quando Adamo ha peccato, ed ho fatto le mie riparazioni... Mentre giravo nel Divin Volere mi sono fermata a quando l’uomo era innocente e tutto quello che lui offriva a Dio l’ho fatto mio e l’ho offerto… mi sono fermata a Gesù Crocifisso… mi sono fermata a quando la Madonna si è recata al tempio…”

Cioè, per entrare nel Divin Volere non troviamo una porta principale d’ingresso; si può iniziare da dove ci capita e poi si incomincia a girare. L’essenziale sono i giri.

Possiamo scambiarci una proposta ora che ci conosciamo. Quando giriamo cerchiamo di fare in questo modo: io giro e mi ricordo di Ida; giro e mi ricordo di Rosa; giro e mi ricordo di Adriana …; e prendiamo tutti i pensieri, tutti i battiti del cuore, tutte le preghiere, tutti i sacrifici, tutte le lacrime di tutte le anime che hanno partecipato a questo Seminario e diciamo al Signore: “Signore, te le offro, te le porto”; e poi faremo seguire tutte le generazioni. In questo modo saremo sempre uniti, staremo sempre insieme, perché l’uno farà gli atti dell’altro; i ringraziamenti e le lodi al Signore dell’uno apparterranno anche all’altro, ce le scambieremo in modo spirituale; ed è molto più importante stare vicini spiritualmente alle persone che corporalmente. Dobbiamo rafforzare questa catena. Questa è l’eredità che ci lascia Luisa. Se qualche anello di questa catena non è molto forte, noi lo stringiamo aiutandoci scambievolmente. Può darsi che nel momento che io prego per una sorella, lei stia ricevendo una luce; e certamente quella luce arriva anche a me senza che io sappia da dove giunge; così, quando lei soffre, quella sofferenza viene partecipata anche a me, senza neppure che io conosca il motivo di una tale sofferenza. Senza chiederci il perché, noi offriamola, mandiamo tutto in Cielo, servendoci anche dell’Angelo custode. Girando, ritorniamo con la mente a questa cappellina, a Gesù Sacramentato esposto per l’adorazione, a tutti noi qui riuniti in preghiera e presentiamo tutti a Gesù: “Ti presentiamo i battiti di tutti questi cuori, o Gesù, tutti i pensieri, tutto l’amore che ognuno ha dentro: rafforza il loro amore o Gesù, stringici sempre di più a Te”. Continueremo così questa unione prolungandola in Paradiso.

 

 

VIª MEDITAZIONE

Il ‘FIAT’ Creante, Redimente e Santificante

Stralci di conversazione di Sr. Assunta Marigliano

(scelti da interventi diversi)

 

Dio ha creato l’universo, ha creato tutti noi, e noi dipendiamo completamente dalla Divina Volontà: il nostro vestire dipende dalla Divina Volontà, il battito del cuore dipende dalla Divina Volontà, se io sto in piedi dipende dalla Divina Volontà…

Ma quando il Signore ci ha dato la Divina Volontà, ci ha dato anche il libero arbitrio, dandoci la facoltà di poter agire liberamente per darci la possibilità di arrivare a Lui liberamente, di contraccambiarlo liberamente.

Quindi, noi dobbiamo fare uso della nostra volontà secondo l’intenzione con cui Dio ce l’ha data... ricordando nello stesso tempo che dentro di me agisce sempre la Divina Volontà: sta scorrendo nel mio sangue, è presente nei miei pensieri, sta guardando nei miei occhi... Se però io invito coscientemente la Divina Volontà a guardare nei miei occhi, io prendo atto di questa sua presenza operante e quindi mi unisco coscientemente all’Atto di Dio; mentre se io non chiamo la Divina Volontà, sono passiva: cioè io guardo, ma non so che c’è Un Altro che sta guardando dentro di me.

Questo si dica per tutte le azioni, perché noi dipendiamo completamente dalla Divina Volontà; però non dobbiamo dipendere dalla Divina Volontà come servi, ma con le disposizioni dei figli.

Cosciente di avere questo tesoro dentro di me, prendo la chiave, apro ed il tesoro è mio; e cioè, sempre coscientemente dico: “Vieni, Divina Volontà, stai dentro di me; agiamo insieme, lavoriamo insieme, parliamo insieme, viviamo insieme...”.

E volere questa Divina Volontà in noi, in ogni nostro moto interiore ed esteriore, significa già pronunziare il nostro Fiat.

Nel 1925 Gesù ha detto a Luisa: “Ti ho chiamata nel Divin Volere perché ti associ con Noi e ripeta gli Atti Nostri”.

(N.d.R.: E, seguendo da buona discepola ciò che il Maestro le ha insegnato, un giorno Luisa dice a Gesù: “Non disdegnare le mie preghiere; sono le stesse tue parole che ripeto, le stesse intenzioni, le anime che voglio come le vuoi Tu e col tuo stesso Volere”. E Gesù le risponde: “Figlia mia, quando ti sento ripetere le mie parole, le mie preghiere, volere come voglio Io, Mi sento tirare verso di te come da tante calamite; e come ti sento ripetere le mie parole, tante gioie distinte sente il mio Cuore e posso dire che è una festa per Me. E mentre godo, Mi sento debilitato dall’amore dell’anima tua e non ho forza di colpire le creature. Sento in te le stesse catene che Io mettevo al Padre per riconciliare il genere umano. Ah, sì, ripeti ciò che feci Io, ripetilo sempre, se vuoi che il tuo Gesù in tante amarezze trovi una gioia da parte delle creature”. Cfr. Vol. 12 - 4.6.1919 ).

Gesù dice ancora a Luisa: “Il mio amore è operativo, non sa stare senza operare; perciò per tutti e per ciascuno preparai ciò che ci vuole per riabilitarli, per sanarli e per abbellirli nuovamente”.

La missione di Luisa è di far ritornare l’uomo nello stato primitivo, come Dio l’ha creato. Quindi l’umanità sta tornando indietro: con la Redenzione, con tutta la Grazia che le viene dai Sacramenti… E tutto questo cammino è per far sì che l’uomo ritorni al suo principio.

Tutte le opere che stanno nella Chiesa, tutti gli istituti religiosi, pur con il loro carisma particolare, hanno un fine unico, che è la carità.

Nell’opera che ci viene attraverso Luisa la carità sfocia nel piano di Dio, sfocia nel FIAT Creante, Redimente e Santificante. Il FIAT Santificante porta alla realizzazione del FIAT Creante, del FIAT Voluntas Tua.

E sono tutti e tre una sola cosa, come sono una sola cosa le Tre Divine Persone. Il FIAT Creante si attribuisce al Padre; il FIAT Redimente si attribuisce al Figlio; il FIAT Santificante si attribuisce allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo svolge questa attività dentro di noi e noi dobbiamo contribuire, perché la vita nel FIAT Voluntas Tua non è passiva, ma è attiva.

Luisa era attiva. Ecco perché abbiamo il libretto e la coroncina del Pellegrinaggio nella Divina Volontà, per portarci all’attività spirituale. La missione di Luisa è proprio di girare per tutta la Creazione, girare per le generazioni passate, presenti e future, per raccogliere tutto quello che l’uomo aveva perduto e riportarglielo.

Dobbiamo riportare tutto a Dio a nome di tutta l’umanità.

Il FIAT di Dio nella Creazione è un FIAT eterno, perché Dio è eterno e quindi l’Atto di Dio è un Atto eterno. Anche noi perciò, quando facciamo un atto nella Divina Volontà entriamo nell’ambito dell’eternità. (E’ come una goccia che entra in un oceano: continua ad esistere, ma assorbita e trasformata in oceano). La missione di Luisa è proprio questa.

Adamo, e con lui anche noi, abbiamo rifiutato, abbiamo perduto; ma Dio ci ha creati per la sua gloria e noi dobbiamo ridonare la gloria a Dio; questo lo possiamo fare proprio con questa attività interiore, associandoci alla Sua Volontà.

Il Santo Padre, in occasione del 150° anniversario delle apparizioni a La Salette, dice: “La Vergine Maria mostrandosi con l’immagine del Figlio Crocifisso fa capire che Lei pure associata all’opera della salvezza è solidale con i suoi figli immersi nelle prove”. Gesù è associato alla Volontà del Padre; Maria è associata alla Volontà del Padre e all’opera redentiva del Figlio per diventare Corredentrice dell’umanità.

Con il Redentore è venuta la salvezza; ma questo non basta: Dio Padre ci vuole risantificare, ci vuole ridare quella veste di santificazione che avevamo perduta nel Paradiso terrestre.

Nella Chiesa, nei Sacramenti, nella S. Messa abbiamo la banca alla quale possiamo attingere. Sull’altare, dove Cristo si immola per me, io mi associo alla Volontà salvifica di Cristo; mi associo e mi immolo con Lui.

Gesù un giorno ha detto a Luisa: “Con te inizierà la catena e non si spezzerà più”. Gli anelli di questa catena sono tutte quelle anime che sulla scia di Luisa donano la loro volontà a Gesù. E se qualche anello si allenterà un po', vi sarà la Croce che lo stringerà di più.

Il pensiero di Dio era quello di ricostruire il Regno nell’uomo, quel Regno che Adamo, re dell’universo, aveva perduto. Mancava però il Terzo FIAT, il FIAT Santificante.

Il FIAT Santificante si riallaccia in modo particolare al FIAT Creante, perché con il FIAT Santificante noi ci allacciamo a tutte le opere del creato. E nelle opere del creato c’è la Potenza creatrice e conservatrice della Divina Volontà: Dio ha fatto il creato, ha creato me e mi conserva. Però il creato, l’universo, non può dire a Dio: “Ti amo”, ma io sì; a me Dio ha dato l’intelligenza per poter capire, ha dato la memoria che mi permette di ricordare, ha dato la volontà di poterlo fare.

Quindi, io mi unisco a tutto il creato e rivolgendomi a Dio e riconoscendo che Lui ha creato tutto per me, Gli dico:

“Io mi associo a questo tuo piano di amore, di misericordia, di benevolenza; hai fatto tutto per me, perciò anch’io faccio tutto per Te, anch’io voglio ridonarti tutti questi tuoi doni, tutto questo tuo amore!”

Faccio mio il ti amo di Gesù, il ti amo che Dio ha messo in tutto il creato, quel ti amo di Dio che è mio; perché quel ti amo che Lui ha messo in tutta la Creazione, anche nelle più piccole foglie, è un ti amo per me, perché Dio ha creato tutto per me. Se io nel Divin Volere dico: Io Ti amo”, faccio mio il ti amo di Gesù.

Luisa ripeteva continuamente il Ti amo nel Divin Volere. Ma un giorno disse a Gesù: “Gesù, io ho imparato questa cantilena e ripeto sempre la stessa cosa; mi sembra una cosa molto ripetitiva!...” “No! - le rispose Gesù - perché il mio Atto è unico e continuato; il mio Amore continua; il mio ti amo è nella Creazione ogni momento e ogni momento anche tu devi dire: Ti amo”.

Se noi entriamo in questa attività spirituale, noi viviamo il Divin Volere, perché facciamo nostro il ti amo di Gesù, facciamo nostra la Volontà di Gesù, facciamo nostre le opere di Gesù. Gesù quando stava sulla terra ha fatto tutto in questo Ti amo nella Volontà Divina.

La strada per entrare in questo cammino è la piccolezza. Gesù un giorno ha detto a Luisa: “Chi davanti a Dio e agli uomini crede di essere qualche cosa, non è niente! Davanti a Me non vale niente!” La piccolezza purifica lo spirito, lo libera e lo inserisce nel Cuore di Dio Padre, perché solo ai piccoli è dato di entrare nel Regno dei Cieli. La porta del Regno è stretta, perché comporta una santità legata alla purificazione personale, per dare spazio a Dio di regnare dentro di noi.

A chi ritenesse troppo grande questo progetto di Dio ed impossibile seguire questo cammino, Gesù risponde (Volume 30 del 1932): “E’ vero che umanamente parlando, la creatura, accerchiata com’è da tanti mali, non sa ancora concepire come vivere nel Mio Volere e come potrà formarsi il suo Regno sulla terra; ma ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio!”

Da parte nostra dobbiamo mettere tutta la buona volontà, aprire le porte del nostro cuore e dire: “Sì! Fiat!”

Dobbiamo, per prima cosa, cercare di vivere questa spiritualità insegnata da Gesù a Luisa, per poi comunicarla agli altri.

Dobbiamo essere disposti a fare qualsiasi sacrificio, andare da un punto all’altro della terra, pur di poter portare il Pane del FIAT Divino; ricordando che però questa è un’opera di Dio e quindi non saremo noi a costruire il Regno, ma sarà solo Lui a farlo.

Scendi, o Volere Supremo! E vieni a regnare sulla terra! 

 

 

VIIª MEDITAZIONE

Il DONO del DIVINO VOLERE

Stralci di conversazione con padre Mike Adams

Corato (BA) - 22 ottobre 1997

 

Vi dico con una sola frase il contenuto dei Volumi scritti da Luisa Piccarreta:

E’ giunto il tempo nel quale Gesù sta offrendo nuovamente a noi la possibilità di ritornare all’unione originaria con Dio che avevano Adamo ed Eva prima del peccato originale.

‘Sia fatta la Tua Volontà come in Cielo così in terra’

Gesù vuole che noi diventiamo una sola cosa con Lui come Lui è con il Padre; ovviamente non per natura, ma per partecipazione, per vita, per dono. Ma questa unione si deve però avverare sulla terra, deve avvenire sulla terra, come Lui ha chiesto; per questo fine ci ha creati, per farci vivere questa Vita insieme a Lui.

... Capendo ciò che ho detto prima, comprenderete perché io sono convinto - e questa è la mia opinione personale - che questo luogo (la casa dove è vissuta Luisa Piccarreta, in Corato - prov. Ba) è al secondo posto nel mondo per quanto riguarda i luoghi santi. Al primo posto sta la Terra Santa con Loreto (e sono una sola cosa, perché la casa di Loreto era in Palestina): perché Gesù, in persona, ha camminato in quel posto. Qui (la casa di Luisa in Corato), Gesù ha camminato, Gesù è stato in quel letto; quante apparizioni!... quanti sacerdoti celebrando la S. Messa al tempo di Luisa si elevavano... e avvenivano le cose più straordinarie!...

E poi, per quanto riguarda l’importanza di Luisa in questo piano divino, Gesù ha detto: “Se i soli esempi del vivere nella Divina Volontà fossero: Io, Verbo Incarnato, e la Madonna, che è Immacolata, chi non avrebbe detto: ‘Non ce la faremo!’?” Noi avremmo subito detto: “Questo è inarrivabile! Questo è un sogno per noi!” Ma Gesù ha detto: “Ho cercato per il mondo intero, fino a che ho trovato la più piccola...”; ed in altri passi degli Scritti di Luisa leggiamo che Gesù le dice: “Ti farò un’altra copia di Me stesso”. Ed ancora Gesù dice chiaramente: “Chi tocca te, tocca Me!”. Per questo io affermo che per me, dopo Loreto e Gerusalemme questo è il posto più speciale; io rimarrei tutta la vita qui. Gesù ha detto una volta a Luisa: “Per amore tuo, non lascerò mai Corato”. Si sa che Dio è ovunque, ma qui c’è una presenza speciale, c’è una grazia speciale. ... E poi, l’altare, i mobili sono di Luisa, su quelle lenzuola ha posato Luisa... E tante persone, comprendendone l’importanza, hanno custodito e poi consegnato alla Chiesa le cose che Luisa ha fatto, gli oggetti che lei ha usato, la carrozzina che usavano per spostarla nel periodo che è vissuta dalle Suore del Divino Zelo (e non è che lei non si potesse muovere perché malata - difatti è stata vista da molti medici che non sono riusciti a scoprire malattie in lei - perché non aveva una piaga, tutti gli arti si muovevano: lei era sempre a letto in stato di vittima! ... E poi lei faceva molte mortificazioni e rinunce; per amore di Gesù non si appoggiava mai neanche ai cuscini! e pensate quanti anni è stata immobilizzata nel letto!...).

... Questo cammino del Divin Volere si sta diffondendo in tutto il mondo. In America è forse dal 1973 che si sta espandendo... Per America intendo: Canada, Stati Uniti, Sud America (per quanto riguarda la lingua spagnola) ... e poi, in Francia, Irlanda, Inghilterra, Scozia, Italia...

Per quanto riguarda i Sacerdoti del Divin Volere, si tratta soprattutto di sacerdoti mariani, per lo più diocesani, i quali appena sentono parlare di questo comprendono di aver trovato un grande tesoro!... Mi ha fermato un giorno un sacerdote che era un incaricato nazionale del Movimento Mariano e mi ha detto: “Padre, da tutta la vita sto aspettando questo!” ... Ed il 15 agosto del 1991 la Madonna ha detto chiaramente a don Stefano Gobbi:

“Il trionfo del mio Cuore Immacolato avrà luogo quando la Volontà di Dio si vivrà sulla terra come si vive in Cielo!”

Più chiaro di così!... Perciò ora comprendiamo in che cosa consisterà questo trionfo: sarà la realizzazione del Padre Nostro... Perciò, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria con l’avvento del Regno della Divina Volontà sulla terra comincia ogni giorno.

Si fa un passo in più verso questo Regno ogni volta che io chiamo, che io invito la Volontà di Dio nelle mie azioni ed incomincio a vivere più costantemente con queste disposizioni interiori.

E quando tutti vivranno dentro di sé questo Regno della Divina Volontà, allora il Regno apparirà anche esteriormente.

La nuova Creazione, cioè tutto quel cambiamento che stiamo aspettando, avverrà quando nel cuore dell’uomo regnerà Dio.

... Gesù ha detto che solo l’uomo si è spostato dal suo posto. Dio ha creato tutto così bello, così perfetto! Ha messo ogni cosa nel suo posto più perfetto; così è per la stella, il sole, la terra, l’uccello, il cane... e l’uomo come re di tutto questo. Però l’uomo volendo fare la sua volontà ha perso il dono del Divin Volere, che era lo scopo per il quale Dio l’ha creato, cioè perché avesse un rapporto intimo con la SS. Trinità. Così l’uomo da capo di tutta la Creazione si è trovato sottomesso a tutto il Creato.

Ma, sappiamo che ogni cosa creata è un ti amo di Dio verso di noi, e Dio, da buon Padre, vedendo che la sua Volontà regna perfettamente in tutte le cose create escluso l’uomo, vuole scuotere l’uomo e fargli riscoprire il fine per cui è stato creato:

“Io ti ho creato perché tu vivessi insieme con Me, camminassi insieme con Me, facessi tutto insieme con Me. Svegliati! E’ per questo che la terra si scuote (terremoti ed altre catastrofi); svegliati!”

Anche attraverso lo sconvolgimento della natura, delle cose create, Dio vuole scuoterci; perché Dio pensa al bene della nostra anima, Dio ci vuole con Sé per sempre.

Anche Gesù aveva predetto: “Arriveranno persino a dare spiegazioni scientifiche a tutto e non crederanno più ai miei avvisi, ai miei ammonimenti; allora farò tremare la terra dove non ha mai tremato”. Questi segni vogliono farci riflettere e ritornare a Lui.

... Purtroppo si conosce di più la parte solo esteriore di Luisa. Anche dopo le conferenze fatte in Corato durante la ricorrenza del cinquantesimo della morte di Luisa, moltissimi sono rimasti a bocca aperta, stupiti, perché non conoscevano niente di lei; sapevano che era una santa, ma non la conoscevano profondamente.

Gesù vuole molto più di noi che venga il Regno della Divina Volontà, perciò farà anche conoscere colei che l’ha già vissuto e portato.

... Vi do la benedizione di Dio.

... Dio vuole fare ritornare la creatura alla somiglianza che ha persa; e noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio. Ma, somiglianza per noi significa agire come dèi, come figli di Dio.

In ogni benedizione il Signore ci rinnova, si vuole donare a noi; in ogni benedizione riceviamo come un altro cucchiaino - per così dire - della forza di Dio, della Vita di Dio in noi.

 

 

VIIIª MEDITAZIONE

Differenza tra gli atti compiuti nella volontà umana e gli atti fatti nella DIVINA VOLONTÀ

Il fondersi nella DIVINA VOLONTÀ

di Marina D’Ariano

 

Luisa trascorse più di 60 anni in un letto. La sua vita esteriore era ridotta davvero all’essenziale, al nulla. Tutta l’intensità della sua vita fu interiore: una incessante attività interiore nella Divina Volontà. E non per questo tale attività fu meno reale di una attività esteriore e visibile. Anzi!

In realtà tutto sta nella volontà. Ciò che ci rende più simili a Dio è il fatto di possedere una libera volontà, e ciò che non possiamo fare col corpo o con le nostre azioni, lo possiamo fare con la volontà – tanto il bene quanto il male, in quanto la sostanza di ciascun atto sta nella intenzione (la volontà) che anima tale atto.

Su questo punto – tutto sta nella volontà – Gesù dice a Luisa:

(9 Ottobre 1921 - Vol.13) "… La volontà dell’uomo è quello che più rassomiglia al suo Creatore. Nella volontà umana ci ho messo parte della mia Immensità e della mia Potenza, e dandole il posto d’onore l’ho costituita regina di tutto l’uomo e depositrice di tutto il suo operato. Come le creature tengono le casse dove conservare la loro roba, per tenerla custodita, così l’anima tiene la sua volontà (per) conservare e custodire tutto ciò che pensa, che dice e che opera; neppure un pensiero sperderà. Ciò che non può fare con l’occhio, con la bocca, con le opere, lo può fare con la volontà; in un istante può volere mille beni e mille mali. La volontà fa volare il pensiero al Cielo, nelle parti più lontane, e fin negli abissi. Si può impedire che operi, che veda, che parli, ma tutto ciò lo può fare nella volontà. Tutto ciò che vuole e fa forma un atto e lo lascia in deposito nel suo stesso volere, e come la volontà si può estendere, quanti beni o mali non può contenere?

Perciò, tra tutto, voglio il volere dell’uomo, perché se ho questo, ho tutto; la fortezza è vinta."

… Sicché, mentre l’azione materiale è volata via dopo che l’abbiamo compiuta, l’atto interiore, l’intenzione, la scelta espressa dalla nostra libertà, rimarrà per sempre depositata nella nostra volontà.

Allo stesso tempo, le caratteristiche e le qualità di un atto dipendono dalla natura che anima tale atto. Ad esempio, un atto umano è limitato nello spazio e nel tempo e il merito acquisito da un atto buono è sempre limitato ed individuale. L’atto di un gatto ha le stesse caratteristiche della natura del gatto – animale e istintiva – ed il gatto non acquisterà meriti di fronte a Dio perché non ha una libera volontà con cui poter scegliere tra il bene e il male. Ed infine, ciascun atto compiuto da Dio ha le stesse caratteristiche della Natura Divina e della Volontà Divina: Infinita, immensa, eterna, perpetua, che produce effetti su tutto e tutti, ed in tutti i tempi. E tali atti sono contenuti nella Divina Volontà - così come tutti gli atti umani restano depositati nella volontà umana - e sono continuamente in atto, formando l’Unico Atto Eterno di Dio.

E così sebbene ci pare che il sole sia stato creato una volta per tutte tanti secoli fa, che Gesù si sia incarnato duemila anni fa, e che poi sia morto e risorto in un passato irraggiungibile, in realtà, nella Volontà di Dio, il sole è in continuo atto di essere creato, il Verbo è in atto continuo di incarnarsi, di soffrire continuamente la sua Passione, di morire e risorgere… E questo non è un concetto simbolico, astratto o surreale – tutt’altro! E’ reale e effettivo nella Volontà di Dio.

Proprio su questo punto, Gesù dice a Luisa:

(8 Dicembre 1923 - Vol.16) "… Tu devi prima sapere che la mia Divinità è un Atto solo; tutti gli atti suoi si concentrano in Uno solo. Questa significa essere Dio, il portento più grande della nostra Essenza Divina: non essere soggetta a successione di atti; e se alla creatura sembra che ora facciamo una cosa ed ora un'altra, è piuttosto che facciamo conoscere ciò che c'è in quel solo Atto, ed essendo la creatura incapace di conoscerlo tutto d'un solo colpo, glielo facciamo conoscere a poco a poco".

Allora adesso possiamo cominciare a comprendere la enorme differenza che passa tra due atti che apparentemente sembrano gli stessi (camminare o prendere il cibo), ma che sono animati da due diverse volontà: l’umana (es. gli atti buoni di tutti i Santi), e la Divina (tutti gli atti della Umanità di Gesù che essendo Uomo e Dio, operò sempre nella Sua Divina Volontà; di Maria Santissima la Quale visse sempre e solo di Volontà Divina; … e di una creatura che viva NELLA Divina Volontà – non per suo proprio potere, ma per Dono di Dio – quel Dono che Adamo ed Eva possedevano prima del peccato; quel Dono che ora Nostro Signore vuole ridare all’Umanità, e per fare ciò ha scelto una creatura di stirpe comune come modello e primogenita dei Figli del Divin Volere: Luisa Piccarreta.

(2 Marzo 1924 Vol.16) "… Perciò non c'è cosa più sublime, più estesa, più divina, più santa del vivere nel mio Volere; le generazioni dei suoi atti sono incalcolabili. Sicché l'anima, quando non è unita con la mia Volontà né entra in Essa, non dà la “giratina” né apre la corrente della sua Luce interminabile. Quindi, tutto ciò che fa resta personale ed individuale; il suo bene, la sua preghiera è come quella piccola luce che si usa nelle stanze, che non tiene virtù di dar luce a tutti i ripostigli della casa, e molto meno può dare luce fuori, e se manca l'olio, cioè la continuazione dei suoi atti, la piccola luce si smorza e resta all'oscuro".

Dunque, nell’entrare nella Divina Volontà, l’anima trova tutti questi infiniti tesori, che sono contenuti e sono continuamente in Atto nella Volontà di Dio: gli Atti della Creazione, tutti gli Atti di Gesù e Maria Santissima (Redenzione), tutti gli atti dello Spirito Santo (Santificazione), e tutti gli Atti Intimi e Interni della Santissima Trinità (atti "ad intra").

Vivere nella Divina Volontà è proprio questo: deporre la propria umana volontà e prendere possesso e partecipare a tutti gli Atti di Dio; e non solo per usare le cose create secondo lo scopo per cui furono create (il che è solo "fare" la Divina Volontà), ma partecipare al medesimo Atto Creativo e Conservante di Dio, in tutte le cose. E’ penetrare nella essenza delle cose, scoprendo il loro segreto linguaggio divino – linguaggio che Adamo ed Eva potevano comprendere e "parlare" nell’Eden, ma che perdettero a causa della loro disubbidienza.

E l’anima può ricevere tutti questi beni, per poterli ridare a Dio nostro Creatore in nome di tutte le creature. Questa è la gloria più grande che Dio possa ricevere dalle Sue creature perché Egli si vede amato con il Suo stesso Amore e con i Suoi stessi Attributi e Qualità Divine. Egli poi, nella Sua infinita Bontà e tenerezza, "dimentica" che quelle sono cose Sue, e le riceve dalla creatura come se appartenessero ad essa. Che sorpresa, che felicità, sia per il Creatore che per la creatura!

E così, per perpetuare questa continua attività di dare amore, gloria, onore, ringraziamento a Dio attraverso le cose da Lui create e i Suoi Atti (come se fossero nostri), dobbiamo prendere possesso di questi beni – farli nostri – e questo lo possiamo fare col fonderci nella Divina Volontà.

Ogni cosa creata, ogni atto dell’Umanità di Gesù, ogni atto dello Spirito Santificatore, contengono infinito valore ed effetti per il bene di tutti (perché, come abbiamo visto, essi sono animati da una Volontà Divina che ha le stesse qualità della Natura Divina di Dio). Essi contengono Vite Divine ed il divino nutrimento per far crescere in noi queste Vite. E ciò, ovunque: in ogni foglia, in ogni fiore, in ogni raggio di sole, nel cibo che prendiamo. Fondersi nella Divina Volontà e "girare" per le cose in Essa contenute significa proprio riconoscere questo alimento divino (canali di amore, comunicazione, grazia e conoscenza in ogni cosa creata), prendere questo cibo divino, alimentare il seme della Vita Divina che Dio ha deposto in noi, per farlo crescere; e ancora di più, portarlo a tutti e ringraziare e amare Dio per tutti.

(16 Luglio 1924 Vol.17) "… Perciò vieni insieme con me, e giriamo insieme per la terra e per il cielo, affinché deponga in te l'amore che ho fatto uscire da Me per amore delle creature in tutte le cose create, e tu Mi dia il ricambio, ed insieme con Me ama tutti col mio Amore, e daremo Amore a tutti; saremo in due ad amare tutti; non sarò più solo".

Questo Luisa lo faceva continuamente. Luisa si fondeva nel Divin Volere parte per parte: la memoria, l’intelletto, la volontà, i sensi, il respiro, il palpito… E questo è ciò che ogni anima che desidera vivere nella Divina Volontà è chiamata a fare, continuamente.

(16 Febbraio 1921 - Vol.12) "Figlia mia, per entrare nel mio Volere non ci sono vie né porte né chiavi, perché il mio Volere si trova dappertutto, scorre sotto i piedi, a destra e a sinistra, sopra il capo e dovunque. La creatura non deve fare altro che togliere la pietruzza della sua volontà … basta che si voglia e tutto è fatto. Il mio Volere prende l'impegno di tutto e di darle ciò che le manca, e la fa spaziare nei confini interminabili della mia Volontà. Tutto il contrario è per le altre virtù: quanti sforzi ci vogliono, quanti combattimenti, quante vie lunghe! E mentre pare che la virtù le sorrida, (una passione un po' violenta), una tentazione, un incontro inaspettato, la sbalzano indietro e la mettono a far da capo la via".

E l’anima deve farlo sempre. Una volta per tutte non è abbastanza!

(21 Giugno 1923 – Vol. 15) Differenza che passa tra chi vive nel Divin Volere e chi si trova in Esso solo perché creatura.

(Scrive Luisa) Stavo facendo la mia solita adorazione al Crocifisso mio Bene, dicendogli: "Entro nel tuo Volere, anzi, dammi la tua mano e mettimi Tu stesso nell'immensità della tua Volontà, affinché nulla faccia che non sia effetto del tuo SS. Volere".

Ora, mentre ciò dicevo, pensavo tra me: "Come, la Volontà Divina è da per tutto, già mi trovo in Essa…, ed io dico: entro nel tuo Volere?"

Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto:

"Figlia mia, eppure c'è gran differenza tra chi prega o agisce perché la mia Volontà lo involge e di sua natura si trova da per tutto, e tra chi, di sua volontà, avendo in sé conoscenza di ciò che fa, entra nell'ambiente divino della mia Volontà per operare e pregare. Sai tu che succede? Come quando il Sole riempie la terra della sua luce, ma però non in tutti i punti la luce ed il calore sono uguali; in diversi punti c'è ombra, in altri punti c'è luce diretta ed il calore è più intenso. Ora, chi gode più luce, chi sente più calore: chi sta all'ombra o chi sta nei punti dove la luce non è coperta dall'ombra? Tuttavia non si può dire che dove c'è l'ombra non ci sia la luce; ma però dove non c'è ombra la luce è più viva, il calore è più intenso, anzi i raggi del sole avesse ragione, ed una creatura di sua spontanea volontà si esponesse ai suoi raggi cocenti, ed a nome di tutti gli dicesse: ‘Grazie, o sole, della tua luce e di tutti i beni che fai nel riempire la terra; per tutti voglio renderti il contraccambio del bene che fai’, quale gloria, onore e compiacimento non riceverebbe il sole? Ora, è vero che la mia Volontà sta dappertutto, ma l'ombra della volontà umana non fa sentire la vivezza della luce, del calore e di tutto il bene che contiene. Invece, col voler entrare nella mia Volontà, l'anima depone la sua e toglie l'ombra del suo volere, e la mia Volontà fa splendere la sua vivida luce, la investe e la trasforma nella stessa luce, e l'anima, inabissata nel mio Volere Eterno, Mi dice:

‘Grazie, o Santo Volere Supremo, della tua Luce e di tutti i beni che fai col riempire Cielo e terra del tuo Eterno Volere; per tutti voglio renderti il contraccambio del bene che fai’.

Ed Io sento tale onore, gloria e compiacimento, che nessun altro gli è eguale.

Figlia mia, quanti mali fa l'ombra della propria volontà! Raffredda l'anima, produce l'ozio, il sonno, l'intorpidimento… Diversamente è chi vive nella luce del mio Volere".

Ma succede davvero?

(27 Gennaio 1925 - Vol.17) Mentre stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, pensavo tra me: Prima, quando mi fondevo nel Santo Supremo Volere, Gesù era con me, ed insieme con Lui io entravo in Esso, sicché l'entrare era una realtà; ma adesso io non Lo veggo, sicché non so se entro nell'Eterno Volere o no. Nel formare l'atto dell'ingresso nel Divino Volere mi sento piuttosto come una che recita una lezioncina imparata a memoria, oppure che quelle parole d'ingresso non siano che un modo di dire.

Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e prendendomi una mano nella sua, mi spingeva in alto, e mi ha detto:

"Figlia mia, tu devi sapere che, o Mi vedi o non Mi vedi, ogniqualvolta tu ti fondi nella mia Volontà, Io, da dentro il tuo interno, ti prendo una mano per spingerti in alto, e dal Cielo ti do l'altra mia mano, per prenderti l'altra mano e tirarti su, in mezzo a Noi, nell'interminabile nostra Volontà. Sicché stai in mezzo alle mie mani, fra le mie braccia..."

E’ l’atto più importante della nostra vita.

(4 Gennaio 1925 - Vol.17) Avendo compiuto tutta la giornata, stavo pensando tra me: "Che altro mi resta da fare?" E nel mio interno mi son sentito dire: "Tieni da fare la cosa più importante, il tuo ultimo atto di fonderti nella Volontà Divina".

Ond'io mi sono messa, secondo il mio solito, a fondere tutto il mio povero essere nella Volontà Suprema; e mentre ciò facevo mi sembrava che si aprissero i cieli, ed io andavo incontro a tutta la Corte Celeste e tutto il Cielo veniva alla volta mia. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

"Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l'atto più solenne, più grande, più importante di tutta la tua vita.

Fonderti nella mia Volontà è entrare nell'ambito dell'Eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni che contiene la Volontà Eterna. Anzi, come l'anima si fonde nel Supremo Volere, tutti le vanno incontro per comunicare in lei tutto ciò che hanno di beni e di gloria. Gli Angeli, i Santi, la stessa Divinità, tutti comunicano, sapendo che comunicano in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro. Anzi, l'anima, col ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a tutto il Cielo doppia gloria ed onore. Sicché, col fonderti nella mia Volontà metti in moto Cielo e terra. E' una nuova festa a tutto l'Empireo..."

Cosa dire? Come farlo?

Dopo aver ascoltato queste Verità – quanto sia grande un atto fatto nella Divina Volontà, come sia la cosa che più interessi a Dio, come sia l’atto più importante della nostra vita – se riflettiamo su questo, allora l’entrare nella Divina Volontà, il fonderci nella Divina Volontà diventa e deve diventare parte della nostra vita – un bisogno intimo per vivere. E così, piano piano, scopriamo che ogni cosa creata ("I giri nella Creazione"), ogni atto, parola, pena, di Nostro Signore Gesù e della Nostra Madre Celeste ("I giri nella Redenzione"), e ogni grazia, ispirazione e atto di Santificazione dello Spirito Santo ("I giri nella Santificazione") contengono Vite Divine e l’alimento divino per far crescere in noi queste Vite. Ed allora diventa un bisogno spontaneo il "girare" sempre di più nella Divina Volontà per scoprire in ogni cosa un amore unico e speciale di Dio per ognuno – per me – e per ricambiarlo a nome di tutti.

(17 Maggio 1925 - Vol.17) Luisa: "Il fondermi nel Supremo Volere è per me come una fonte che sorge; ed ogni piccola cosa che sento, che vedo, un'offesa fatta al mio Gesù, mi è occasione di nuovi modi e nuove fusioni nella sua Santissima Volontà". 

 

 

IXª MEDITAZIONE

E’ necessario diffondere le Conoscenze del Dono della DIVINA VOLONTÀ

di don Pablo Martin Sanguiao

 

Il valore dei nostri atti dipende da ogni nuova conoscenza della Divina Volontà. Dice Gesù a Luisa Piccarreta il 25 agosto 1921 (Vol. 13): “Quanto più conoscerai la mia Volontà, tanto più il tuo atto acquisterà il suo valore”.

Man mano che Gesù fa conoscere la sua Volontà all’anima, allarga la sua capacità e la prepara ad una conoscenza maggiore: “Avendoti scelta in modo speciale a vivere nell’altezza della mia Volontà, a poco a poco ti ho ammaestrata nel fartela conoscere, e come te la facevo conoscere allargavo la tua capacità e ti preparavo ad un’altra conoscenza maggiore; e ogni qual volta ti manifesto un valore, un effetto del mio Volere, Io ne sento un contento maggiore ed insieme col Cielo ne faccio festa. Ora, come escono fuori queste mie verità, tu raddoppi i miei contenti e le mie feste; perciò lascia fare a Me e tu sprofondati di più nel mio Volere”. (Vol. 13, 02.09.1921)

“La conoscenza è l’occhio dell’anima. L’anima che non conosce è come cieca a quel bene, a quelle verità. Nella mia Volontà non ci sono anime cieche, anzi ogni conoscenza porta loro una lunghezza maggiore di vista”. (Vol. 15, 02.04.1923)

Nella misura che conosciamo una cosa la amiamo, e amandola la apprezziamo, la desideriamo, la chiediamo, ci prepariamo e la riceviamo. “La Santità del mio Volere vuol essere conosciuta... Ma se non viene conosciuto, come potranno amare e volere un vivere sì santo?” (Vol. 14, 16.07.1922)

Il tesoro del Regno della Divina Volontà è innanzitutto un dono di Dio, farlo conoscere è iniziativa sua, ma è necessario – una volta che arriva la prima notizia di esso – chiederlo al Signore e cercarlo. E se davvero lo si trova, questa immensa gioia si dimostra col correre a “vendere tutto quello che uno ha”, a lasciare tutto per poter avere tutto, il vero Tutto.

E’ un dovere sacrosanto ed urgente conoscere questo Dono e farlo conoscere

Dice Gesù a Luisa:

“Senti, figlia mia, voglio che lasci tutto da parte; la tua missione è grandissima, e più che il dire è il fare ciò che attendo da te. Voglio che tutto ti sia in continuo atto nel mio Volere”. (Vol. 13, 20.01.1922)

“La Santità del vivere nel mio Volere, gli effetti, il valore che contiene, l’ultima pennellata che darà la mia mano creatrice alla creatura per renderla simile a Me, non è conosciuta ancora. Ecco perciò tutta la mia premura che si metta fuori ciò che ti ho detto; e se ciò tu non facessi, verresti come a restringere il mio Volere, ad imprigionare in Me le fiamme che Mi divorano e a farmi ritardare la completa gloria che Mi deve la Creazione”. (Vol. 14, 16.07.1922)

“Sicché avrò l’esercito delle anime che vivranno nel mio Volere, ed in loro avrò la Creazione reintegrata, tutta bella e speciosa come uscì dalle mie mani. Altrimenti, non avrei tanto interesse di far conoscere questa Scienza del mio Divin Volere”. (Vol. 14, 11.09.1922)

Gesù vuole assolutamente che la Divina Volontà sia conosciuta: “Oh, quante cose sepolte vi sono, che ho manifestato alle anime, per mancanza di chi si interessi delle opere mie. Ma se ho tollerato il silenzio sulle altre, questo sulla mia Volontà non lo tollero. Darò tanta grazia a chi si metterà all’opera, da non potermi resistere, ma la parte più interessante ed essenziale la voglio da te”. (Vol. 15, 15.09.1922)

Era da due anni che Gesù parlava in continuazione a Luisa del suo Volere, e le dice, “che a nessuno finora ho manifestato. Sfoglia quanti libri vuoi e vedrai che in nessuno troverai quello che ho detto a te della mia Volontà”. (Vol. 11, 12.09.1913

“Quanto dovresti ringraziarmi di averti ammesso ai segreti del mio Volere!” (Vol. 11, 29.09.1912)

“Quel parlarti sempre del mio Volere, quel farti capire i mirabili effetti, ciò che non ho fatto con nessuno finora...” (Vol. 12, 17.03.1921)

Gesù, quando venne sulla terra, appena parlò della Divina Volontà, perché prima doveva preparare le creature, e si riservò di manifestarla per mezzo di Luisa: “Ciò che dovevo fare allora, gli insegnamenti che dovevo dare a tutti sulla mia Volontà, li ho dati a te; sicché il farli conoscere non è altro che supplire a ciò che dovevo fare Io stando in terra, come compimento della mia Venuta”. (Vol. 13, 02.06.1921)

“La mia Volontà è il portento dei portenti, è il segreto per trovare la luce, la santità, le ricchezze; è il segreto di tutti i beni, non conosciuto intimamente e quindi non apprezzato né amato come si merita!” (Vol. 11, 08.03.1914)

Il vivere nel Volere Divino “è la Santità ancora non conosciuta e che farò conoscere, che metterà l’ultimo ornamento e il più bello e più fulgido di tutte le altre santità”. (Vol. 12, 08.04.1918)

“Spesso ti parlo, non solo della mia Volontà, ma del vivere nel mio Volere, perché avendolo cattivato voglio che ne conosca i pregi e il modo come vivere nel mio Volere, per poter fare insieme con Me vita comune e inseparabile e rivelarti i segreti del mio Volere”. (Vol. 12, 25.04.1918)

“Ecco perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho manifestato a nessuno. Al più hanno conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia e la dolcezza che contiene il farla; ma penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità, moltiplicarsi con Me e penetrare ovunque – anche stando in terra –, e in Cielo e nei cuori, questo non è conosciuto ancora, tanto che a non pochi sembrerà strano e chi non tiene aperta la mente alla luce della Verità non ne comprenderà nulla…”

Esclama Luisa: “Amor mio, se tanto bene c’è in questo vivere nel Volere Divino, perché non lo hai manifestato prima?” (Vol. 12, 29.01.1919)

“Ah, se tutti capissero il gran bene del vivere nel mio Volere, farebbero a gara! Ma, ahimè, quanti pochi lo capiscono e vivono più in sé stessi che in Me!” (Vol. 12, 04.05.1919)

“Come Esso si conoscerà, anime amanti e disinteressate entreranno a far vita nel mio «Fiat», saranno come arcobaleni, come iridi di pace che rappacificheranno il Cielo e la terra e fugheranno il diluvio di tante colpe che inondano la terra. Queste iridi di pace avranno per vita il terzo «Fiat», sicché il mio «Fiat Voluntas tua» avrà compimento in loro; e come il secondo «Fiat» mi chiamò sulla terra a vivere in mezzo agli uomini, così il terzo «Fiat» chiamerà la mia Volontà nelle anime e vi regnerà come in Cielo così in terra”. (Vol. 12, 02.03.1921)

Gesù, ancora rivolto a Luisa: “… È vero che il tuo principio fu il mare della mia Passione, perché non c’è santità che non passi per il porto della mia Umanità, anzi ci sono santi che restano nel porto della mia Umanità e altri vi passano oltre; ma poi innestai subito il mare della mia Volontà, e quando ti vidi disposta e mi cedesti il tuo volere, il Mio prese vita in te e il mare scorreva e cresceva sempre, ogni tuo atto in più nel mio Volere era una crescita maggiore. Io poco ti parlai al riguardo, i nostri voleri erano congiunti, insieme, e s’intendevano senza parlarsi, e poi col solo vederci ci comprendevamo. Io mi felicitavo in te e sentivo le delizie del Cielo, niente dissimili da quelle che mi danno i santi che, mentre felicito loro, loro felicitano Me; essendo immersi nel mio Volere non possono fare a meno di darmi gioie e delizie. Ma la mia felicità non era completa, volevo gli altri miei figli a parte di sì gran bene; perciò incominciai a parlarti del mio Volere in modo sorprendente e [per] quante verità, effetti e valori ti dicevo, tanti canali aprivo dal mare a pro degli altri, affinché questi canali dessero acqua abbondante a tutta la terra. Il mio operato è comunicativo e sempre in atto, senza mai fermarsi, ma questi canali molte volte vengono infangati dalle creature, altre vi gettano le pietre e l’acqua non scorre, scorre a stento; non è il mare che non vuole dare l’acqua, né perché non sia limpida non può penetrare ovunque, ma è la parte delle creature che si oppone a sì gran bene.

Se leggeranno queste verità e sono indisposti, non capiranno un’acca; resteranno confusi ed abbagliati dalla luce delle mie Verità. [ma] per i disposti sarà luce che li rischiarerà e acqua che li disseterà, e non vorranno distaccarsi giammai da questi canali per il gran bene che sentiranno e per la nuova vita che scorrerà in loro. Perciò, anche tu dovresti essere contenta di aprire questi canali a pro dei tuoi fratelli, non trascurando nulla delle mie verità, anche la più piccola, perché, per quanto piccola, può servire ad un tuo fratello per attingere acqua. Onde sii attenta ad aprire questi canali e a contentare il tuo Gesù che ha fatto tanto per te”. (Vol. 13, 23.10.1921)

“Quanta avarizia hanno con Me, quante restrizioni, quante cose non manifestano di ciò che dico e comprendono di Me!... Ogni conoscenza in più che si fa di Me è una gloria, è un amore di più che riscuoto dalle creature”. (Vol. 13, 29.10.1921)

“La Santità nel mio Volere non è ancora conosciuta; ecco perciò le meraviglie che si fanno, perché quando una cosa è stata conosciuta le meraviglie cessano... Quale grazia per te conoscerla! Essere la prima ad uscire, come raggio solare, dal centro dalla mia santità senza mai distaccarti! Grazia più grande non potrei farti, miracolo più portentoso non potrei operare in te. Sii attenta, figlia mia, raggio mio, perché ogni qual volta tu entri nel mio Volere ed operi, succede come quando il sole batte sui vetri, [che] tanti soli si formano in essi, così tante volte ripeti la mia Vita, la moltiplichi, dai nuova vita al mio amore”. (Vol. 13, 12.11.1921)

“Ho tante altre cose da dirti ancora, tante altre verità che tu non conosci, e tutte portano la felicità che ciascuna possiede; quante verità l’anima conosce, tante diverse felicità acquista”. (Vol. 13, 05.01.1922)

“Perciò ho tanta premura che si conosca il mio Volere, il suo valore ed effetti”. (Vol. 14, 21.03.1922)

“Tutto il mio interesse è che il tuo volere faccia vita nel Mio e che capisca bene che significa vivere in Esso, per quanto a creatura è possibile”. (Vol. 14, 15.06.1922)

“Ecco perché tante grazie, tante manifestazioni sulla mia Volontà: è la Santità del mio Volere che lo esige, che prima di essere deposta nell’anima sia conosciuta, amata e riverita, che possa svolgere in essa tutta la sua virtù e potenza e sia corteggiata dalle nostre stesse grazie”. (Vol. 14, 14.07.1922)

Le verità conosciute in terra sono semi di felicità e gloria in Cielo e di nuovi vincoli di unione con Dio

“Le verità conosciute in terra, essendo semi divini che germogliano beatitudine, gioia, ecc. in Cielo, quando l’anima sarà nella sua patria, saranno fili elettrici di comunicazione, per cui la Divinità sprigionerà dal suo seno tanti atti di beatitudine per quante Verità essa ha conosciuto... Credi tu che tutto il Cielo sia a giorno di tutti i miei beni? No, no! Oh, quanto gli resta da godere, che oggi non gode! Ogni creatura che entra in Cielo, che ha conosciuto una verità in più degli altri, non conosciuta, porterà in sé il seme per fare sprigionare da Me nuovi contenti, nuove gioie e nuova bellezza, di cui quelle anime ne saranno come causa e fonte e gli altri ne prenderanno parte. Non verrà l’ultimo dei giorni, se non trovo anime disposte per rivelare tutte le mie verità, per fare che la Celeste Gerusalemme risuoni della mia completa Gloria e tutti i Beati prendano parte a tutte le mie beatitudini, chi come causa diretta, per aver conosciuto la verità, e chi come causa indiretta, per mezzo di colei che l’ha conosciuto”. (Vol. 13, 25.01.1922)

“Quando manifesto una mia verità non conosciuta, è una nuova Creazione che faccio”. (Vol. 15, 01.07.1923)

“La mia parola è creatrice e quando parlo facendo conoscere una verità che Mi appartiene, non è altro che nuove Creazioni divine che faccio nell’anima” (Vol. 13, 30.01.1922)

“Figlia mia, tu non sai che significa manifestare le mie verità e perciò ti meravigli del mio piacere e della forza irresistibile che sento di manifestarmi alla creatura, e chi si presta ad ascoltarmi forma la mia gioia e le mie delizie di conversare con lei. Tu devi sapere che quando manifesto una mia verità non conosciuta, è una nuova creazione che faccio, ed Io amo tanto sprigionare da Me i tanti beni e segreti che contengo, che, per quanto dico, essendo Io quell’atto sempre nuovo che mai si ripete, ho perciò sempre voglia di dire, ma mentre dico mi restano sempre altre nuove cose che vorrei dire, perché quel nuovo non si esaurisce mai in Me; sono sempre nuovo nell’amore, nuovo nella bellezza, nuovo nei contenti, nelle armonie, nuovo in tutto e sempre nuovo, e perciò non stanco nessuno, sempre cose nuove ho da dare e da dire, e la forza irresistibile che mi spinge a manifestarmi è il mio immenso amore”. (Vol. 15, 01.07.1923)

Gesù prova una grande gioia nel manifestare le Verità sulla sua Volontà: ogni Verità manifestata è un nuovo vincolo d’unione che forma con Luisa e con tutta l’umanità: “Finora ho fatto conoscere ciò che fece la mia Umanità, le sue virtù, le sue pene, per costituire l’umana famiglia erede dei beni della mia Umanità. Ora voglio passare oltre e voglio far conoscere ciò che faceva la mia Volontà nella mia Umanità per costituire le nuove generazioni eredi della mia Volontà, degli effetti, del valore che Essa contiene. Perciò sii attenta nell’ascoltarmi e non perdere nulla degli effetti e del valore di questa mia Volontà, per poter essere fedele riportatrice di questi beni e primo vincolo di unione col mio Volere e di comunicazione per le altre creature”. (Vol. 13, 06.09.1921)

Quanto più si conosce del Volere Divino, tanto più si riceve da Esso. “Degli atti interni che fece la mia Umanità nella Divina Volontà per amor di tutti, poco o nulla si sa... La conoscenza porta con sé il valore, gli effetti, la vita di quel bene... Quando Io faccio conoscere è perché voglio dare”. (Vol. 14, 19.10.1922)

“Vedi dunque quanto è necessario che il mio Volere sia conosciuto in tutti i rapporti, nei prodigi, negli effetti, nel valore, ciò che feci Io in questo Volere per le creature, ciò che devono far loro. Questa conoscenza sarà una calamita potente per attirare le creature e far loro ricevere l’eredità del mio Volere, e per far uscire in campo la generazione dei figli della Luce, i figli del mio Volere”. (Vol. 14, 27.10.1922)

La Divina Volontà è posseduta per quanto Essa si manifesta ed è conosciuta. (Vol. 14, 06.11.1922) “... È il mio Volere, che voglio che tutti conoscano e tutti additino come nuovo Cielo e mezzo di nuova rigenerazione”. (Vol. 15, 05.01.1923)

“Quando Io parlo della mia Volontà per farla conoscere alla creatura, Io voglio infonderle la mia Divinità e perciò un altro Me stesso... Mentre parlo del mio Volere, il mio Amore sembra come se straripasse dai suoi confini, per formare la sede della mia Volontà nel cuore della creatura”. (Vol. 15, 16.02.1923)

Che dobbiamo fare per accogliere questo Dono?

Affinché risulti facile e gustoso il Volere Divino e per amarlo sempre di più, l’anima deve sempre più conoscerlo, mettendosi “nel circolo” della Divina Volontà e soffermandosi a contemplare le sue sublimi verità, i suoi interminabili pregi e attributi. (Cfr. Vol. 04, 23.12.1900)

L’anima deve guardare e fissarsi tanto in Gesù, da attirarlo tutto in sé; in questo modo Gesù non sentirà tanto quello che Gli fanno gli altri. (Cfr. Vol. 04, 06.02.1901)

Per trovare Gesù occorre andare appresso alla Mamma. La Madonna insegna il segreto della felicità: stare solo con Gesù, facendo conto che niente altro esiste al mondo. (Cfr. Vol. 04, 21.08.1901)

È necessario coraggio, fedeltà e somma attenzione nel seguire ciò che la Divinità opera nell’anima. (Cfr. Vol. 04, 06.06.1914)

Il martirio dell’attenzione continua: chi ha dato la propria volontà al Signore, deve dargli sempre la libertà di fare quello che vuole. (Cfr. Vol. 06, 13.09.1914)

Occorre fare tutte le cose, anche le più indifferenti, con l’intenzione di attingere da Gesù la loro vita e di fare tutto nella sua Umanità, essendo per Lui come un velo che Lo copre. (Cfr. Vol. 07, 28.11.1906)

Il tutto sta nel darsi a Gesù e fare in tutto il suo Volere. (Cfr. Vol. 11, 20.03.1912)

Nella Divina Volontà l’anima deve morire a tutto, come in una tomba, chiusa dall’Amore, per risorgere a Vita Divina. (Cfr. Vol. 11, 04.07.2012)

Gesù insegna il modo pratico e reale di consumare il proprio essere umano nell’Essere Divino. (Cfr. Vol. 11, 21.05.1912)

Chi veramente ama Gesù e in tutto fa il suo Volere forma con Lui un solo palpito: ma per questo ci vuole uno spogliamento perfetto. “Deve essere più vita di Cielo che di terra, più Divina che umana” (Vol. 11, 01.04.1916). Questo spogliamento dell’anima e la convinzione del proprio nulla permettono a Gesù di agire in lei. (Cfr. Vol. 12, 14.06.1917)

Condizioni e passi che occorrono per vivere nel Divin Volere: “Voglio il ‘sì’ della creatura e prestarsi come una molle cera a ciò che voglio fare di lei”. (Vol. 12, 06.03.1919)

“Ma pochi sono quelli che si dispongono a questo, perché nella stessa santità le anime vogliono qualcosa di proprio bene; invece, la santità del vivere nel mio Volere nulla ha di proprio, ma tutto di Dio. E per disporsi a ciò le anime, spogliarsi dei beni propri, troppo ci vuole; perciò non saranno molti”. (Vol. 12, 15.04.1919)

Per entrare nel Divin Volere basta togliere l’ostacolo – la volontà umana –, basta volerlo, e tutto è fatto. (Cfr. Vol. 12, 16.02.1921). “Siccome la Volontà nostra ha modi infiniti, purché trovi un’anima che si presti a fare agire il nostro Volere, subito viene a rifarsi dal fallimento di tutte le altre volontà umane”. (Vol. 13, 27.12.1921)

“Apritevi, o porte eterne, ed entri il Re della gloria!” (Salmo 23): “Per fare che l’anima possa aprire le porte e rendersi disposta per conoscere le Verità che la mia Volontà contiene, è necessario per primo voler vivere del mio Volere, secondo è volerlo conoscere, terzo è apprezzarlo”. (Vol. 13, 25.01.1922)

“Chi non è vuoto del tutto del suo volere, non può avere una certa conoscenza del Mio, perché il volere umano forma la nuvola tra il Mio e il suo e impedisce la conoscenza del valore ed effetti che il Mio contiene”. (Vol. 14, 23.06.1922)

“Solo che lo vogliano e che mettano da banda il volere umano, il Volere Divino si farà respirare dall’anima e le darà la vita, gli effetti, il valore della Vita del mio Volere. Ma se non viene conosciuto, come potranno amare e volere un vivere sì santo?” (Vol. 14, 16.07.1922)


fonte: www.preghiereagesuemaria.it