Volume 11° – Novembre 20, 1914 

Nel prossimo terzo brano vedremo come con Luisa Gesù parlava - come faceva spesse volte - dei castighi che doveva mandare sugli uomini, sulla terra, in cambio delle colpe che Lui riceve. E si vedrà come questi castighi vengono dimezzati o anche evitati completamente, del tutto, per la vittima, Luisa, che faceva grande profitto di queste Ore, le faceva assiduamente, ogni giorno.

Poi, vedremo come a Luisa faceva male dover ripetere queste cose dolorosissime dei castighi, non se la sentiva di scriverli sulla carta; quindi, per un periodo di circa due anni, ometteva di scrivere i castighi che Gesù le spiegava. E Gesù la rimproverò di questo, dicendo che: “le creature quando leggeranno il rapporto che c’è tra Me e te, e tra i castighi e il comportamento delle creature e la mia Divina Giustizia, ecc., le creature avvertiranno il vuoto, cioè la tua mancata descrizione di questi castighi, e sembrerà ad esse una cosa scordante, e cose scordanti - dice Gesù - Io non ne so fare”. Quindi, Luisa, suo malgrado, ha ripreso a raccontare queste cose raccapriccianti.

Alla fine Gesù parla di due cose grandissime che ha dato a Luisa: la sua Divina Volontà e l’Amore. E sono queste due cose che hanno svolto in Lui la Vita e che hanno anche compiuto in Gesù la sua Passione. 

E’ molto interessante questo brano. E’ del 20 novembre 1914, sempre del Volume 11°:

Mi sentivo molto afflitta per le privazioni del benedetto Gesù, e molto più per i flagelli che attualmente stanno piovendo sulla terra e che tante volte Gesù mi aveva detto tanti anni prima. Mi pare proprio che in tanti anni che mi ha tenuta a letto dividevamo insieme il peso del mondo, soffrivamo e lavoravamo insieme a pro di tutte le creature. Mi pare che lo stato di vittima in cui l’amabile Gesù mi aveva messo, concatenava insieme tra me e Lui tutte le creature. Non vi era cosa che facesse, o castigo che doveva mandare che Gesù non me lo facesse sapere, ed io tanto facevo presso di Lui in modo che, o dimezzava il castigo o che non lo facesse affatto. Oh, come mi affligge il pensiero che Gesù si sia ritirato a Sé tutto il peso delle creature, e che io, come indegna di lavorare insieme con Lui, mi abbia lasciata da parte!

Luisa pensa sempre così; Gesù le dà un alternarsi della sua consolante presenza e poi, della sua dolorosissima assenza. Gesù giuoca con Luisa: le fa una visitina consolandola immensamente con la sua presenza, dandole sempre qualche nuovo dono, grazie nuove, e poi, si nasconde nuovamente dentro di lei; e Luisa, non vedendolo più, pensa: “Oh, Gesù se n’è andato, non c’è più, mi ha abbandonata!”, e comincia a soffrire, a pregare: “Gesù, torna all’anima mia, ché io non posso vivere senza di Te!...” E fino a che Gesù non ritorna, Luisa soffre un Purgatorio, un inferno, per la sua assenza. E poi, Gesù ritorna di nuovo. Luisa ha passato anni, anni e anni in questo alternarsi della presenza e dell’assenza della visione di Gesù. E questo era uno stato voluto da Dio per purificarla e per farla giungere a quella maturità e pienezza della vita divina, alla quale Gesù la destinava. 

E poi - e qui siamo nel 1914, nel periodo della prima guerra mondiale - siccome Gesù, prima della guerra e poi, dopo la guerra, andava molto spesso da Luisa e le manifestava i castighi che doveva mandare, e Luisa facendo la sua parte di vittima impediva questi castighi o li dimezzava, giungendo però poi il calice della Divina Giustizia al colmo, perché le creature erano giunte a tal punto che non meritavano neanche più l’intercessione delle anime vittime, scoppiò la guerra, e mentre infieriva la guerra Gesù non Si presentava più così sovente a Luisa, perché altrimenti lei, come anima vittima, Gli avrebbe impedito di castigare le creature. E Luisa ne soffriva tanto di questo. Ma era ormai Volontà di Dio che la Giustizia non cadesse più sull’anima vittima, ma sulle ingrate creature, che nonostante l’infinita Misericordia di Dio dimostrata loro mentre Luisa soffriva tanto in loro vece, esse indurivano sempre più nella colpa. E Dio disse a Luisa: “Basta! Tu hai chiesto alla mia Misericordia i suoi diritti e ne hai avuti. Anche la mia Giustizia ha i suoi e ne vuole”. E quindi cambiò l’oggetto della Giustizia: anziché colpire Luisa - una sola! che viveva però con Gesù nella Volontà di Dio! - cominciò a colpire le creature.

La vittima era una sola, perché le caratteristiche della vittima sono queste: Luisa quando soffriva e pregava e amava e riparava…  erano le stesse cose di Gesù, quindi, era una sola creatura, trasformata però in Gesù, e questo le dava la forza di disarmare la Divina Giustizia nei riguardi di tutte le altre creature, proprio come ha fatto Gesù. Ma poi, essendo giunte queste colpe ad un livello oltre ogni limite, la Divina Giustizia esigeva i suoi diritti, di riempire questi vuoti prodotti dalle colpe, colpendo non già la vittima, ma i colpevoli, cioè le creature.  Vedete questo gioco tra la Giustizia e la Misericordia? E’ bene saperlo, per conoscere come Dio agisce e, per non pensare mai che Dio sia ingiusto quando colpisce le creature. Non è mai ingiusto, Dio! Sono le creature che sono ingiuste, che hanno abusato troppo della Divina Misericordia; Dio fa tutto il possibile per dare tempo ai peccatori di ravvedersi, ma quando questi non vogliono ravvedersi con le buone, con la Misericordia, Dio, che tuttavia vuole loro ancora bene e vuole salvarli, li colpisce nella carne, nella vita umana, per vedere se almeno in extremis si ravvedono.

Ma altre afflizioni ancora! E Gesù, nelle scappatine che mi fa continua a dirmi che le guerre, i flagelli che ci sono, sono nulla ancora - mentre pare che sono troppo! - e che altre nazioni si metteranno in guerra, non solo, e che svolgeranno guerre contro la Chiesa, investiranno persone sacre e le uccideranno. Quante chiese saranno profanate!

In altro Volume - all’inizio del 3° Volume - Luisa ha la visione di una colonna alla cui sommità vede il S. Padre. Ai piedi della colonna vede tante persone ecclesiastiche, religiosi, consacrati a Dio; ma fra quelle persone ai piedi della colonna, chi è piagato, chi è debole, chi è mezzo marcioso, chi moribondo - sempre in senso spirituale -, quindi quelle persone che dovevano reggere la colonna, tenerla ferma con il S. Padre sopra, non ne avevano la forza, quindi la colonna tentennava. Il Santo Padre intanto mandava luce da tutta la sua persona in tutto il mondo e in tutta la Chiesa e oltre i confini della Chiesa, cercando di illuminare tutti alla luce che gli veniva da Gesù. A questo punto poi, Luisa, in questa visione, vede una strage terribile contro le persone che sono ai piedi della colonna, contro gli ecclesiastici, le anime consacrate, e poche di queste anime rimangono in vita; tutti gli altri vengono uccisi: una strage vera e propria! In seguito Luisa vede che quel sangue sparso da questi, unito al Sangue del loro Maestro e Signore Gesù, serve a salvare loro ed a purificare la Chiesa. E dopo questa grande strage di ecclesiastici, ecco la Chiesa risplendere di nuova luce, gloriosa come giammai! E Luisa dice: “Oh, giorni felici! Io vi saluto da lontano! Giorni di grande gloria e trionfo per la Chiesa, vi saluto da lontano!”. 

Queste cose si sono avverate durante e dopo la seconda guerra mondiale, con il comunismo, ma potrebbe succedere molto facilmente anche ai nostri tempi.

Quante chiese profanate! Io, veramente - continua Luisa - ho omesso circa due anni di scrivere i castighi che Gesù spesso spesso mi ha manifestato; parte perché eran cose ripetute e parte perché scrivere su castighi mi fa tanto male che non posso andare avanti. Però Gesù una sera mentre scrivevo ciò che mi aveva detto sulla SS. Volontà ed ero passata sopra a ciò che mi aveva detto dei castighi, rimproverandomi dolcemente, mi disse: “Perché non hai scritto tutto?” Ed io: “Amor mio, non mi sembrava necessario; e poi, Tu sai quanto soffro a scrivere sui castighi!” E Gesù: “Se non fosse necessario, non te lo avrei detto. E poi, essendo il tuo stato di vittima concatenato con gli eventi che la mia Provvidenza dispone sulle creature, vedendo nei tuoi scritti questo concatenamento tra Me e te, tra te e Me e le creature e tra le tue sofferenze per impedire i flagelli, sarà avvertito questo vuoto e la cosa comparirà scordante ed incompleta; ed Io cose scordanti ed incomplete non ne so fare”.

Gesù, Lui fa tutte cose perfette; quindi, Luisa deve riprendere a scrivere.

Io, cattiva, stringendomi nelle spalle, ho detto: “Mi è troppo duro il farlo. E poi, chi si ricorderà il tutto?”.

Cioè: “Chi si accorgerà di questo vuoto? Chi metterà tutte insieme le cose, in ordine e ne concluderà che c’è un vuoto?”, ragionava Luisa.  Ma la risposta di Gesù è bella:

“E se dopo la tua morte ti darò una penna di fuoco nelle mani, in Purgatorio, che dirai?”

Perché sarebbe stata una colpa, da parte di Luisa, se non avesse continuato, o ripreso, a scrivere sui castighi. E Luisa continua:

Ora, ecco la causa per cui mi son decisa ad accennare ai castighi. Spero che Gesù perdonerà la mia omissione e prometto di essere più attenta per l’avvenire.

Anche da parte del sacerdote - il canonico Annidale Maria Di Francia, (ora agli onori degli altari, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2004) - Luisa aveva ricevuto una obbedienza severissima di scrivere tutto ciò che accadeva fra lei e Gesù, in modo particolare per quanto riguarda la sua Divina Volontà. E le metteva anche dinanzi la possibilità della colpa: se Luisa non avesse scritto, avrebbe commesso una colpa. Questo per obbligarla sotto tutti gli aspetti a scrivere ciò che Dio voleva che scrivesse. Ed ecco che Luisa dice: “Scusami, Gesù”; e promette di essere più attenta.

Ora ritorno a dire che, stando molto afflitta, Gesù nel venire, per sollevarmi mi ha presa fra le sue braccia e mi ha detto: “Figlia mia, sollevati. Chi fa la mia Volontà non resta mai scompagnata da Me, anzi è insieme con Me nelle opere che compio, nei miei desideri, nel mio amore, in tutto e dovunque è insieme con Me; anzi, posso dire che siccome voglio tutto per Me, affetti, desideri, ecc. di tutte le creature e, non avendoli, Io sto in attitudine intorno alle creature per farne conquista. Ora, trovando in chi fa la mia Volontà il compimento dei miei desideri, il mio desiderio si riposa in essa, il mio Amore prende riposo nel suo amore, e così di tutto il resto”.

Allora, quando noi diamo a Gesù tutto: i nostri desideri, affetti, l’amore, i pensieri, i ricordi, i nostri sensi e gli atti in loro, tutto a Gesù, Gesù va prendendo nella nostra anima un bellissimo riposo; riposo che non riesce a trovare nelle altre creature che vivono come staccate da Lui e non Gli danno niente, forse solo offese, bestemmie, ingratitudine, disamore. 

Quindi, nelle altre creature Gesù non può trovare questo riposo. Invece nell’anima amante trova una corrispondenza a tanto suo Amore e prende un bellissimo riposo in essa e dà anche all’anima un riposo del tutto celeste; tanto che Gesù ha fatto giungere Luisa al punto di non aver più bisogno di dormire fisicamente, e Gesù le dice: “Su, figlia mia, sbrigati! C’è molto da fare nella mia Volontà, non c’è tempo da dormire! Tu devi abituarti a vivere nel lungo giorno della mia Divina Volontà e la mia Volontà sarà e ti darà il più bel riposo”. Come Gesù ha fatto giungere Luisa al punto di non aver più bisogno di dormire fisicamente, potrebbe farlo anche con noi.

Poi ha soggiunto: “Ti ho dato due cose grandissime che, si può dire, formavano la mia stessa vita; la mia Vita fu la mia Volontà e il mio Amore racchiuso in questi due punti: Divina Volontà e Amore. E questa Volontà e questo Amore svolsero in Me la mia Vita e compirono la mia Passione”.

Questo, per quanto riguarda Gesù; poi, dice ciò che vuole da Luisa:

“Non altro voglio da Te, che la mia Volontà sia la tua vita, la tua regola e che in nessuna cosa, sia piccola o grande, tu sfugga da essa”.

Allora, Gesù vuole che per Luisa la sua Divina Volontà deve essere la sua vita, la sua regola; ma questo è valido anche per noi. 

Nella vita religiosa, dei consacrati, si dice che ‘una persona entra nella vita religiosa’; allora vuol dire che lì c’è la vita particolare di consacrati. Poi, ogni vita consacrata ha una sua regola. Quindi si tratta di due cose: vita consacrata e regola. Invece qui, la regola unica che Gesù sta proponendo a Luisa e che vuole per lei e per i figli suoi è: la Divina Volontà. E’ più semplice. Se leggiamo le regole delle varie Congregazioni, vediamo che ogni Congregazione ha delle regole specifiche, a seconda delle ispirazioni che Dio ha dato al fondatore di quell’Opera; e certe regole scendono a dei dettagli che, oltre a regolare le ore della giornata, a volte scendono anche in certi dettagli minuti, mettono anche altre regole per le quali le anime, seguendo queste regole, si santificano. Tuttavia, pur essendo regole ispirate dallo Spirito Santo, sono sempre regole a misura d’uomo, per santificarlo. Invece la Divina Volontà non è regola umana, ma è regola del Cielo, è regola divina. I Santi, chi più chi meno, hanno capito questo. Facciamo un esempio: se io sto facendo una preghiera con la mia Comunità e viene una persona che ha bisogno di una carità urgente, necessaria, io non le dirò: “Non posso farti niente perché devo pregare con la mia Comunità”, ma dirò invece a me stesso: “Devo accudire a Gesù in questo povero, in questo bisognoso”, e lascio la preghiera e compio la carità. E quando andrò a confessarmi non mi accuserò di aver tralasciato la preghiera comunitaria, perché in quel caso non ho mancato nei riguardi della regola, della preghiera, ma ho invece seguito la Volontà di Dio che per me in quel momento cambiava di aspetto: quella Volontà di Dio prima era rivestita dell’atto di pregare, poi è giunta la Divina Volontà a bussare alla mia porta sotto forma di un povero che chiedeva una carità. Quindi, non ho tralasciato la preghiera; perché, dobbiamo capire che noi non stiamo in questo mondo per pregare, ma per compiere e vivere la sua Divina Volontà, in qualsiasi forma ci si presenti dinanzi, sia nella preghiera, sia nella carità, sia nel riposo, sia nel divertimento, in tutte le componenti della vita umana.

Quanto fa dilatare l’anima e il cuore la sola regola della Divina Volontà! Invece le regole degli Ordini che esistono nella Chiesa, non posso dire che soffocano, no, perché quando c’è solo la Grazia divina e la corrispondenza ad essa non si può pretendere di più dai soggetti, ma quando viene la stessa Divina Volontà e ci si presenta dinanzi come nostra regola di vita, tutte le altre regolette umane cadono per il proprio peso. - Io sono certo che è anche per questo motivo che nella nostra Comunità (Comunità Figli del Divin Volere) abbiamo cercato fin dall’inizio e poi, in seguito, sotto l’istanza dei nostri Vescovi, di fare una bella regola e, mai siamo riusciti a stilare su carta se non quelle cose che sono propriamente tratte dal Vangelo! E questo certamente perché il Signore per la sua Divina Volontà non vuole regole se non la regola suprema della Divina Volontà! Si può rassomigliare, questo, alle parole di Sant’Agostino: ‘Ama Dio e fa’ ciò che vuoi’.

“Non altro voglio da Te, che la mia Volontà sia la tua vita, la tua regola e che in nessuna cosa, sia piccola o grande, tu sfugga da essa”. Vedete come la Volontà di Dio invade tutte le nostre azioni, tutto, persino il respiro, il pensiero, il movimento dell’anima e del corpo; la Volontà di Dio vuole regolare tutto. Invece, non c’è nessuna regola negli Ordini della vita consacrata che voglia e pretenda di regolare tutto; non esiste, non è possibile. Invece la Volontà di Dio, sì, vuole regolare tutto. Quindi è una vera e propria consacrazione alla sua Divina Volontà che il Signore sta chiedendo a noi, per darci i frutti della Vita divina di Essa.

“E questa Volontà e l’Amore svolgeranno in te la mia Passione; e quanto più stretta starai alla mia Volontà, tanto più Mi amerai e sentirai in te la mia Passione”.

Più una persona si stringe alla Divina Volontà, più sente Gesù e più amore ha verso di Lui, perché l’amore viene, come figlio primogenito, dalla Volontà di Dio, non da altre parti, perché ogni amore viene sempre e solo dalla Divina Volontà. Quindi tu più entri nella Divina Volontà e ti stringi ad Essa, più amore hai per dare a Gesù e, per dare a Gesù nel prossimo.

“Se farai scorrere in te, come vita, la mia Volontà ed il mio Amore, scorrerà in te la mia Passione. Sicché te la sentirai scorrere in ogni tuo pensiero, nella tua bocca, ti sentirai inzuppata la lingua e la tua lingua uscirà calda del mio Sangue ed eloquentemente parlerai delle mie pene, il tuo cuore sarà pieno delle mie pene, ed ogni sbocco che darà a tutto il tuo essere porterà l’impronta della mia Passione. Ed Io ti andrò sempre ripetendo: ‘Ecco la mia Vita, ecco la mia Vita!’; e Mi diletterò di farti delle sorprese narrandoti ora una pena ed ora un’altra non ancora da te sentita o compresa. Non ne sei contenta?”.

Cari fratelli, sono cose grandi, sublimi ciò che Gesù ci propone per mezzo di questo Dono della sua Divina Volontà! E’ l’ideale di tutta la Trinità Santissima, da tutta l’eternità. Da quando Dio è Dio ha sognato di fare dell’uomo una sua perfetta immagine che vive nella sua perfettissima somiglianza, per mezzo di questo Dono. Tutto è stato mandato a sfascio dal peccato di Adamo ed Eva e, Gesù adesso, dacché son passati seimila anni, vuole restituirci il Dono che aveva dato ad Adamo ed Eva prima del peccato.

Questa non è una devozione in più, non è una spiritualità fra altre spiritualità; è l’ideale stesso di Dio! Sono cose troppo grandi per noi, ma se Dio stesso, nella sua bontà e misericordia, ce le vuol dare, chi siamo noi a dirgli di ‘no’? Apriamo piuttosto il nostro cuore, la nostra anima, la nostra mente, la nostra memoria, la nostra volontà a ricevere questi oceani di luce, di pace, di santità, di amore, per rendere contento Dio, per glorificare Dio. Non si tratta di fare cose grandi; si tratta solo di aprirsi totalmente al Sole Divino; come il fiore che è chiuso, bocciolo, si apre al sole, al suo calore e luce per spandere fuori i suoi profumi, il suo colorito, la sua bella forma: il fiore che cosa fa? Fa niente; è il sole che fa tutto. Così siamo noi; siamo dei fiori che Dio ha piantato in questo mondo perché ci aprissimo alla luce ed al calore del Sole della sua Divina Volontà. E poi, lasciamoci lavorare da questo Sole Divino!

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