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Meditazioni sulla Divina Volontà

di Roberto Lorenzetto

II° Seminario di Chiampo (2011)


Iª MEDITAZIONE 

Oggi diamo inizio a questo II° seminario sulla Divina Volontà, qui a Chiampo, e lo facciamo con tre passi degli scritti di Luisa, credo non ci possa essere viatico migliore delle sue parole per accompagnarci in questi tre giorni di intima unione con il caro Gesù. Il primo brano, è da una sua lettera del 26/5/942, Luisa ci incoraggia così:

“Credo con certezza che il buon Gesù gradisce ciò che voi fate per aumentare i Figli del Divin Volere; anzi, dovete sapere che tutto ciò che noi facciamo per fare conoscere la Divina Volontà, è tanto il suo amore, che Lui stesso lo fa in noi: è Lui che parla, che opera, che ci spinge; è tanto il suo contento, che fa tutto Lui. (mi viene da aggiungere, che è Lui, con le sue mani, che mette nei nostri cuori queste verità sulla Divina Volontà, per innaffiarle, poi, con il suo amore)

Quindi, seguitate a richiamare molti figli intorno al Padre e alla Madre Celeste …”

Allora, per il solo fatto di essere qui, solo con l’atto della nostra presenza, Luisa ci dice che rendiamo felice Gesù, rendiamo felice DIO; non vi sembra questa una cosa consolante e che deve darci pace e gioia e serenità?

Gesù spasima, delira, piange, perché vuole dare queste conoscenze all’umanità intera, ma l’uomo è restio ad accoglierle, e non conoscendole preferisce fare la propria volontà invece di vivere dentro a questa Volontà e Realtà tutta Divina; e non sa cosa si perde!!! Quindi, BEATI NOI che oggi e in questi giorni siamo qui per accogliere in noi queste Verità di Gesù!

Il secondo riferimento, che ci gonfia davvero il cuore, è dal brano del vol. 25 16/12/928, ora è Gesù che parla:

“Se tu sapessi come mi sento felice nel sentirti parlare del mio Volere Divino!

Aspetto con ansia quando prendi la parola, per ascoltarti, per sentire la felicità che mi porta la mia Divina Volontà!”

Se mi credete, quando ho letto queste parole, me le sono sentite talmente addosso, che mi sono commosso e anche un po’ impaurito, ma adesso che ve le leggo, mi sembrava di capire e di vedere con gli occhi dell’anima, che il caro Gesù, per questi giorni, è e resterà continuamente seduto accanto ad ogni uno di noi, per deliziarSi e goderSi questo ritiro di meditazioni e di preghiera; per godersi questa fusione del nostro nulla con il suo tutto: anzi non sarà vicino a noi ma in noi!

 Gesù impazzisce di gioia quando sente parlare della sua Divina Volontà: pensate è per questo che ha creato l’universo con tutto ciò che contiene, per questo che ha creato l’uomo, per questo che Lui è nato morto e risorto, per questo e solo per questo, non esiste un’altra ragione “fare vivere la sua creatura nella sua Volontà”.

In un brano dice che ogni parola delle Sacre Scritture, ogni suo atto compiuto quando era sulla terra, insomma tutto e proprio tutto ciò che ha fatto fin dall’inizio dei tempi, per primo scopo aveva questo di dare alla creatura la sua Divina Volontà, e la creatura riceverla come vita propria.  Ne ha ben motivo allora di godersi, quando sente parlare della sua Divina Volontà, non vi sembra che abbia ragione?

Il terzo brano, è per tutti, ma in particolare è diretto a voi, che umilmente ascoltate, con il desiderio di imparare sempre di più queste verità sulla Divina Volontà.

Voi non sapete la grazia, il miracolo che avviene in voi solamente per essere qui a sentire e conoscere queste Verità tutte di Cielo: un giorno Gesù ha detto a Luisa: tu non sai la grazia che ti ho fatto per averti ammessa alle conoscenze sulla Mia Divina Volontà.  E questo, Gesù oggi lo ripete a noi; a ciascuno di noi.

Il terzo brano, è tratto ancora da una lettera di Luisa, datata 20/8/942:

“Grazie di tutte le vostre attenzioni. Oh, come amerei di mettere tutta la mia vita (sarei felice di dare la mia vita) per fare conoscere a tutti la Divina Volontà.

Questi sono i sospiri, le ansie, le follie d’amore del caro Gesù, che vuole fare conoscere a tutti la Divina Volontà per farla possedere, perché possedendola opera le più belle meraviglie, i prodigi più grandi nelle nostre anime…”

Ecco, se terremo sempre ben presenti nel nostro cuore questi tre pensieri che il caro Gesù ci ha dato attraverso Luisa, il frutto che questi giorni porteranno, sarà senza dubbio non il 100%, ma il 1000 %, vale a dire senza misura.

Iniziamo, allora, questo cammino di svuotamento di noi stessi, e di riempimento di Gesù Dio, facendoci prendere per mano da Lui, e lasciandoci, se sarà necessario, anche violentare dal suo amore. E se sarà, sarà dolce violenza, ve l’assicuro!

Leggiamo nel S. Vangelo questa frase virgolettata di Gesù: “Se il chicco di grano caduto a terra non muore, non porta frutto; se invece muore porta molto frutto.

Quante interpretazioni abbiamo sentito su queste righe della Sacra Scrittura! Più belle, meno belle, più profonde o meno profonde.

Sentiamo, ora, l’insegnamento che ci dà il Divin Maestro su queste parole, che penso sia l’unico competente, il più veritiero di tutti, visto che le ha dette Lui, e lo prendiamo dal brano con data 20/1/907: dice Luisa:

“Avevo letto due vite di Sante, una che aspirava tanto al patire e l’altra (aspirava) tanto ad essere piccola, stavo pensando nel mio interno chi delle due fosse la migliore per poterla imitare, e non sapendomi risolvere (dare una risposta), mi sentivo come impicciata e, per potere essere libera e pensare solo ad amarLo (per non sapere né leggere né scrivere, come si dice), ho detto in me stessa: “Io non voglio aspirare a niente che ad amarLo e adempiere perfettamente il suo santo Volere”. In questo mentre, il Signore nel mio interno mi ha detto: “Ed Io qui ti voglio, nel mio Volere.

Fino a tanto che il granello di frumento non viene sepolto sotto terra e non muore del tutto ( non parzialmente, non quasi tutto, ma del tutto), non può risorgere a vita novella (vita nuova, vita diversa da quella che aveva prima) moltiplicarsi e dare vita ad altri granelli (solamente nella Divina Volontà si può moltiplicarsi per quante volte si vuole e dare a chi si vuole, senza chiedere e senza esaurire ciò che si dà); così l’anima fino a tanto che non si seppellisce nella mia Volontà, fino a morire del tutto, col disfare tutto il suo volere nel Mio (questa è la vera morte che deve subire l’anima, è qui che muore completamente a se stessa), non può risorgere a nuova vita divina (non risorgere ad una vita umana, santa sì,  ma umana, ma vita Divina, risorgere nella stessa vita di Dio), col risorgimento di tutte le virtù di Cristo, che contengono la vera santità.(Vivendo in noi stessi la stessa vita di Gesù, questa è la vera nostra risurrezione)

Perciò la mia Volontà sia il suggello che ti suggelli l’interno e l’esterno (il corpo e l’anima), e quando la mia Volontà avrà risorto tutto in te (fatto rinascere tutto nel mio Volere), vi troverai il vero Amore e questa è la più (alta) di tutte le santità a cui può uno aspirare”. (e io aggiungo: e dove Gesù ci chiama a vivere)

Se quel “Sono niente! Dio è tutto!” che diciamo come preghiera al mattino, non viene pienamente realizzato nella nostra “vita”; fino a tanto che il nostro “io” non sarà davvero diventato un nulla, come ci chiede Gesù, il disegno di Dio di farmi dono della Sua Volontà, non si potrà mai realizzare in me: ci vogliono tutte e due quelle Verità che diciamo nella preghiera, perché si possa realizzare in noi quel disegno di Dio del vivere nella Divina Volontà.

La seconda parte della preghiera, cioè “Dio è tutto” esiste già, anzi aspetta da sempre e con pazienza che si realizzi in noi la prima parte: quel “Sono niente”.

 In quella prima, cioè nel “sono niente”, dobbiamo permettere al caro Gesù di prepararla in noi, lasciandolo completamente libero di lavorarci come creta molle nelle sue mani, senza opporci, perché noi non siamo, in realtà, capaci proprio di nulla.

Il mondo predica e addirittura la consiglia come medicina per le nostre vite “l’autostima”, invece Gesù ci insegna che non c’è veleno più potente di questa, che dà morte in noi alla sua grazia.

Solamente se nel nostro cuore c’è questo desiderio bruciante di dare morte, in Gesù, al nostro “io“, Gesù stesso metterà mano all’opera di deporre in noi il suo Regno del Fiat Divino, come vita da vivere, tesoro da godere, ricchezza da possedere, aria da respirare, altrimenti per noi sarà solamente una presa in giro, prima per Dio, che tutto conosce, e quindi non Lo si imbroglia, e poi per noi che ci inganniamo con le nostre stesse mani.

Solamente se in noi c’è davvero il desiderio di morire continuamente in Gesù Dio, possiamo continuare la preghiera e il cammino chiamando Dio a venire a pensare nei nostri pensieri, a respirare nei nostri respiri, a palpitare nei nostri palpiti, a muoversi nel nostro moto e così di tutto il resto, altrimenti rimarranno solo belle parole e nient’altro, e Gesù di parole è stanco di sentirne, Gesù vuole “VITE“, vite vissute, questo solo desidera Gesù; in un brano dice che tutte le cose che non sono “vita nella Divina Volontà“, non gli piacciono tanto, sono cose umane senza tinta e senza colore, non Lo attirano, e spesso arrivano anche a farGli schifo.

Allora che sia questo il nostro solo, fermo, immutabile e santo desiderio, che bruciandoci il cuore d’amore, l’amore stesso distrugga tutto ciò che ci possa impedire questo abbraccio figliale con Dio Padre per sperderci completamente, volontariamente e definitivamente in Gesù Dio.

A questa, e solamente a questa condizione, le Verità che ci sono state date attraverso Luisa, nei suoi scritti, troveranno senso compiuto nella nostra vita, e troveranno il terreno fertile per germogliare, crescere e maturare.

Ora sentiamo “UNA DI QUESTE VERITÀ” che Gesù desidera fare germogliare nel nostro cuore; lasciamoGli le mani libere di lavorarci come vuole e nello stesso tempo lasciamoci liberare da tanti concetti o pensieri non corretti o distorti, radicati in noi da sempre, che ci impediscono di prendere il volo verso di Lui.

Il brano porta la data del 1/7/907:

“Stavo leggendo di una Santa che pensava sempre alle proprie colpe, e che chiedeva a Dio dolore e perdono. (Quanti di noi non si specchiano in questa Santa?) Nel mio interno dicevo: Che confronto diverso tra me e questa Santa, io che non penso ai peccati, mentre questa vi pensa sempre, si vede che l’ho sbagliata (si vede che sto sbagliando tutto, è il pensiero di Luisa).

In un istante me lo sentii muovere nel mio interno e si fece come un lampo di luce nella mente, e sentii dirmi: “Sciocca, sciocca che sei! Non vuoi capirlo?

Quando mai la mia Volontà ha prodotto peccati, imperfezioni? (Qui Gesù sta parlando di un’anima che con tutta se stesa vuole vivere nella sua Volontà. Quindi è anche per noi se lo vogliamo). La mia Volontà è sempre santa, e chi vive nella mia Volontà resta già santificato e gode, si ciba e pensa a tutto ciò che la mia Volontà contiene. (L’anima vive nella Divina Volontà, non può che essere santa, come è Santa Colei che le da la vita, cioè la Volontà di Dio).

Ed ancorché per il passato abbia commesso peccati, trovandosi nella bellezza, nella santità, nella immensità dei beni che contiene la mia Volontà, dimentica il brutto del suo passato e si ricorda solo del presente, a meno che non voglia uscire dal mio Volere; allora ritornando (a vivere) nel proprio essere, non è meraviglia che ricordi peccati e miserie.

Tieni bene a mente che nella mia Volontà non entrano, né ci possono entrare questi pensieri di peccati e di sé stessa, e se l’anima se li sente, significa che non è stabile e fissa dentro di Me e vi fa delle uscite”.

Quante volte pensiamo di essere delle anime buone, perché ci battiamo continuamente il petto per i peccati commessi, e chiediamo perdono a Nostro Signore, quasi che ogni volta glielo chiediamo, Lui ci dona un perdono più grande.

Non ci accorgiamo che facendo così, manchiamo in amore verso di Lui Gesù, e inavvertitamente offendiamo la sua Misericordia, con la quale ci ha perdonato e ci ha lavato nel Sacramento?

Gesù dice in un brano: perché vuoi ancora continuare a ruzzolarti e a rigirati nei pensieri del passato? Vedi tu qualche rancore in Me per quello che hai commesso e confessato? Non sei convinto che il mio perdono sia completo e totale? Sappi che di quello che hai fatto e che hai confessato, Io non ricordo più nulla, l’ho tutto e completamente dimenticato! Perché lo vuoi continuare a ricordare tu?

Ancora su questo argomento, nel brano del 1/11/912, sentiamo cosa ci dicono Gesù e Luisa:

“Stavo molto afflitta per la privazione del mio adorabile Gesù, stavo pregando e riparando per tutti; nell’estrema mia amarezza volsi a me il pensiero e dissi: ‘Pietà Gesù di me; perdona a quest’anima! Il tuo Sangue, le tue pene, sono anche per me? Valgono forse meno per me?’ (Quante volte capita anche a noi di fare questi pensieri, e magari ne andiamo anche quasi soddisfatti di farli, pensando di fare cosa buona e gradita a Dio)

Mentre ciò dicevo, il mio amabile Gesù da dentro il mio interno mi ha detto:” Ah, figlia mia! Che fai pensando a te? (sentite cosa accade ora) Tu ora scendi e da padrona ti riduci alla misera condizione di chiedere!

Povera figlia! Col pensare a te stessa t’impoverisci, perché stando nella mia Volontà tu sei padrona e da te stessa puoi prendere ciò che vuoi.

Se c’è da fare nella mia Volontà, c’è da fare, da pregare e riparare per gli altri”. (Pensare a sé stessi, da padroni si diventa servi, da proprietari si diventa clienti)

……Gesù continua: “Io non penso mai a Me stesso, pensa a sé stesso chi ha bisogno di qualche cosa. Io non ho bisogno di nulla, Io sono la stessa santità, la stessa felicità, la stessa immensità, altezza, profondità. Nulla, nulla Mi manca; il mio Essere contiene in Sé stesso tutti i beni possibili ed immaginabili… Ed in tale condizionamento (condizione) metto le anime che vogliono fare veramente la mia Volontà, (le faccio) una sola cosa con Me.

Le rendo padrone dei miei beni, perché nella mia Volontà non ci sono schiavitù; ciò che è mio è di loro, e ciò che voglio Io lo vogliono loro.

Onde se uno si rende sensibile al bisogno di qualche cosa, significa che non stà perfettamente nella mia Volontà, o al più fa delle discese, come ora stai facendo tu, niente meno. Non ti pare strano che chi ha formato una sola cosa, un solo Volere con Me, mi domandi pietà, perdono, sangue, pene, mentre l’ho costituita padrona insieme con Me (di tutti i miei beni)? Io non so che pietà, che perdono darle, mentre le ho dato tutto; al più dovrei avere pietà e perdonare Me stesso di qualche fallo ….. ciò che non può essere mai.”

Perché abbiamo fatto queste riflessioni, proprio oggi, all’inizio di questi tre giorni?

Molto semplice e credo utile:

I° - La chiave che mi apre la Porta del Regno del Fiat Divino, è inevitabilmente la morte continua del nostro “io” in Gesù Cristo, che diventerà così l’autore e il padrone della mia volontà.

II° - Dobbiamo essere certissimi che se abbiamo dato il nostro “sì” a Gesù, tutta la nostra vita, passato, presente e futuro, diventeranno solo vita presente con Gesù Dio, tutto il resto non esiste più, sarà solo vita Divina perché vissuta in Gesù, e Gesù dei miei peccati non se ne fa niente, li ha cancellati e dimenticati, Egli mi chiede e vuole per adesso e per l’avvenire, solo amore, Amore con la A grande, vuole solamente il SUO AMORE che posso darGli solo nel Divin Volere.

III° - Ogni volta che non viviamo come Lui ci chiede, scendiamo di grado, di livello: da padroni diventiamo servi; da figli diventiamo schiavi, da proprietari diventiamo clienti che devono chiedere, rifiutando così tutti i beni che ci vuole dare.

Gesù ci pone questa riflessione proprio stamattina, perché in questi giorni che trascorreremo vivendo “in Lui”, ci sentiamo liberati da tutto e da tutti, per essere solamente per Lui, con Lui e di Lui.

Solamente se il nostro cuore sarà libero, Gesù troverà spazio per poterci parlare e farsi sentire, e noi potremo ascoltare e accogliere ciò che ci donerà, per farlo davvero e realmente nostro, come nostra proprietà. FIAT!!!