La Passione di Gesù nella Divina Volontà 

6ª MEDITAZIONE

“Voglio, prostrato ai loro piedi, con questo catino d’acqua mescolata con le mie lacrime, purificarle da qualunque imperfezione e prepararle a ricevere me nel Sacramento”.


Dolce Amor mio, incontentabile sempre nel tuo amore, vedo che, mentre finisci la cena legale insieme coi tuoi amati discepoli, ti alzi da tavola e, unito a loro, innalzi l’inno di ringraziamento al Padre, per avervi dato il cibo, volendo riparare con ciò le mancanze di ringraziamento delle creature per i tanti mezzi che Dio ci dà per il sostentamento della vita corporale. Perciò, o Gesù, in tutto ciò che tu fai, che tocchi e vedi, hai sempre le parole sul labbro Grazie ti sian rese, o Padre.

Anch'io, Gesù, unita a te, prendo le parole dalle tue labbra e sempre ed in tutto dirò: Grazie per me e per tutti, per continuare la riparazione per le mancanze di ringraziamento.

O mio Gesù, sembra che il tuo amore non ha posa. Vedo che fai sedere di nuovo i tuoi amati discepoli; prendi un catino di acqua, ti cingi di bianca tovaglia e ti prostri ai piedi degli apostoli in atto così umile, da attirare l’attenzione di tutto il cielo e farlo rimanere estatico. Gli stessi apostoli rimangono quasi senza moto nel vederti prostrato ai loro piedi. Ma dimmi, Amor mio, che vuoi? Che intendi con quest’atto così umile? Umiltà non mai vista e che mai si vedrà!

“Ah, figlia mia! Voglio tutte le anime e, prostrato ai loro piedi come povero mendico, le chiedo, le importuno e, piangendo, tramo insidie d’amore per averle.

Voglio, prostrato ai loro piedi, con questo catino d’acqua mescolata con le mie lacrime, purificarle da qualunque imperfezione e prepararle a ricevere me nel Sacramento. Mi sta tanto a cuore quest’atto di ricevermi nell'Eucaristia, che non voglio affidare questo ufficio agli angeli e neppure alla mia cara Mamma; io stesso voglio purificarne anche le fibre più intime per disporle a ricevere il frutto del Sacramento; e negli apostoli intendevo preparare tutte le anime.

Intendo riparare tutte le opere sante e l'amministrazione dei sacramenti, soprattutto fatte dai sacerdoti con spirito di superbia, vuote di spirito divino e di disinteresse. Ah, quante opere buone mi giungono più per farmi disonore che per darmi onore! Più per amareggiarmi che per compiacermi! Più per darmi morte che per darmi vita! Queste sono le offese che più mi contristano. Ah, sì, figlia mia! Numera tutte le offese più intime che mi si fanno, e riparami con le mie stesse riparazioni; consola il mio cuore amareggiato”.

O mio afflitto Bene, faccio mia la tua vita ed insieme a te intendo ripararti tutte queste offese. Voglio entrare nei più intimi nascondigli del tuo cuore divino, e riparare col tuo stesso cuore le offese più intime e segrete che ricevi dai tuoi più cari. Voglio, o mio Gesù, seguirti in tutto, ed insieme con te voglio girare per tutte le anime che ti devono ricevere nell'Eucaristia, ed entrare nei loro cuori, ed insieme alle tue, metto le mie mani per purificarle. O Gesù, con queste tue lacrime ed acqua con cui lavasti i piedi degli apostoli, laviamo le anime che devono riceverti; purifichiamo i loro cuori, infiammiamoli, scuotiamone la polvere di cui sono imbrattati, affinché ricevendoti, tu possa trovare in loro le tue compiacenze anziché le tue amarezze.

(Meditazione tratta dalla 4ª ORA de Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.)