La Passione di Gesù nella Divina Volontà 

37ª MEDITAZIONE

I tuoi purissimi occhi guardano d’intorno per vedere se almeno uno dei tuoi beneficati ti segua. E mentre scorgi che nessuno, nessuno ti è rimasto fedele, il cuore ti si stringe e dai in dirotto pianto.

Amato mio Bene, la mia povera mente tra la veglia ed il sonno ti segue. Come posso darmi in preda del sonno, se vedo che tutti ti lasciano e fuggono da te? Gli stessi apostoli, il fervente Pietro, che poco fa ha detto di voler dare la vita per te, il prediletto discepolo che con tanto amore hai fatto riposare sul tuo cuore, ah, tutti ti abbandonano e ti lasciano in balia dei tuoi crudeli nemici!

Mio Gesù, sei solo. I tuoi purissimi occhi guardano d’intorno per vedere se almeno uno dei tuoi beneficati ti segua per attestarti il suo amore e per difenderti. E mentre scorgi che nessuno, nessuno ti è rimasto fedele, il cuore ti si stringe e dai in dirotto pianto, sentendo più dolore per l’abbandono dei tuoi più fidi, che per quello che ti stanno facendo gli stessi nemici. Mio Gesù, non piangere, o piuttosto fa che pianga io insieme con te. E l’amabile Gesù par che [mi] dica:

“Ah, figlia! Piangiamo insieme la sorte di tante anime a me consacrate che, per piccole prove, per incidenti della vita, non più si prendono cura di me e mi lasciano solo; per tante altre, timide e vili, che, per mancanza di coraggio e di fiducia, mi abbandonano; per tanti e tanti, che, non trovando il loro tornaconto nelle cose sante, non si curano di me; per tanti sacerdoti che predicano, che celebrano, che confessano per amore d’interesse e di propria gloria. Costoro fan vedere che sono intorno a me, ma Io rimango sempre solo. Ah, figlia, quanto m’è duro quest’abbandono! Non solo mi piangono gli occhi, ma mi sanguina il cuore. Deh! Ti prego di riparare il mio acerbo dolore col promettermi di non lasciarmi mai solo”.

Sì, o mio Gesù, lo prometto, aiutata dalla tua grazia e nella fermezza della tua Divina Volontà.

Ma, mentre, o Gesù, tu piangi l’abbandono dei tuoi cari, i nemici non ti risparmiano nessun oltraggio che ti possano fare. Stretto e legato come stai, o mio Bene, tanto che da te stesso neppure puoi dare un passo, ti calpestano, ti trascinano per quelle vie piene di pietre e di spine, sicché non c’è movimento che non ti faccia urtare nelle pietre e pungere dalle spine.

Ah, mio Gesù! Vedo che mentre ti trascinano, tu lasci dietro di te il sangue tuo prezioso, i dorati capelli che dal capo ti strappano. Mia Vita e mio Tutto, permettimi che li raccolga, affinché possa legare tutti i passi delle creature, le quali anche di notte non ti risparmiano, anzi si servono della notte per offenderti maggiormente: chi per ritrovi, chi per piaceri, chi per teatri, chi per compiere furti sacrileghi. Mio Gesù, mi unisco a te per riparare tutte queste offese.

 

(Meditazione tratta dalla 9ª ORA de Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.)