La Passione di Gesù nella Divina Volontà 

22ª MEDITAZIONE

“Figli miei, non dormite. L’ora è vicina. Non vedete come mi sono ridotto? Deh, aiutatemi, non mi abbandonate in queste ore estreme!”

Dolce mio bene, il cuore più non mi regge: ti guardo e vedo che continui ad agonizzare. Il sangue a rivi ti scorre da tutto il corpo ed in tanta copia che, non reggendo più in piedi, ne sei caduto in un lago. O mio Amore, mi si spezza il cuore nel vederti sì debole e sfinito! Il tuo adorabile volto e le tue mani creatrici poggiano in terra e s’imbrattano di sangue. Parmi che ai fiumi di iniquità che le creature ti mandano, tu voglia dare fiumi di sangue per fare che queste colpe restino affogate in esso, e così con esso dare a ciascuno il rescritto del tuo perdono. Ma, deh, o mio Gesù, sollevati! È troppo ciò che soffri! Basti fin qui al tuo amore. E mentre pare che il mio amabile Gesù muoia nel proprio sangue, l’amore gli dà nuova vita. Lo vedo muoversi stentatamente, si alza e, così intriso di sangue e di fango, par che voglia camminare, e, non avendo forza, a stento si trascina.

Dolce mia Vita, lascia che ti porti fra le mie braccia. Vai forse dai cari discepoli? Ma quale non è il dolore del tuo adorabile cuore nel trovarli di nuovo addormentati! E tu, con voce tremula e fioca li chiami:

“Figli miei, non dormite. L’ora è vicina. Non vedete come mi sono ridotto? Deh, aiutatemi, non mi abbandonate in queste ore estreme!”

E quasi vacillante, stai per cadere vicino a loro, mentre Giovanni stende le braccia per sorreggerti. Sei tanto irriconoscibile che, se non fosse stato per la soavità e dolcezza della tua voce, non ti avrebbero riconosciuto. Poi, raccomandando loro la veglia e la preghiera, ritorni nell’orto, ma con una seconda trafittura nel cuore. In questa trafittura vedo, mio Bene, tutte le colpe di quelle anime che, nonostante le manifestazioni dei tuoi favori in doni, baci e carezze, nelle notti della prova, dimenticando il tuo amore e i tuoi doni, sono rimaste come assopite ed assonnate, perdendo così lo spirito di continua preghiera e di veglia.

Mio Gesù, è pur vero che dopo aver visto te, dopo aver gustato i tuoi doni, rimanerne privi e resistere, ci vuol gran forza. Solo un miracolo può far che tali anime reggano alla prova. Perciò, mentre ti compatisco per queste anime, le cui negligenze, leggerezze e offese sono le più amare al tuo cuore, ti prego che, qualora esse giungessero a dare un solo passo che possa menomamente dispiacerti, tu le circondi di tanta grazia, da arrestarle, perché non perdano lo spirito di continua preghiera.

(Meditazione tratta dalla 7ª ORA de Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.)