“Il vivere nella mia Volontà è dono, ed io lo faccio quando voglio, a chi voglio e nei tempi che voglio”.

“Chi si dispone a fare il nostro Volere prepara il posto, la decenza, la nobiltà dove poter mettere questo dono della nostra Volontà sì grande ed infinito; le nostre conoscenze sul Fiat aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente a ricevere questo dono, e ciò che non hanno ottenuto fin oggi lo potranno ottenere domani.

Perciò sto facendo come farebbe un re che vorrebbe elevare una famiglia con vincolo di parentela colla sua famiglia reale; per far ciò si prende prima un membro di essa, se la tiene nella sua reggia, la cresce, si nutrisce insieme, l’abitua coi suoi modi nobili, le affida i suoi segreti, e per farla degna di sé la fa vivere di sua volontà, e per essere più sicuro e per non farla scendere alle bassezze della sua famiglia le fa dono del suo volere, affinché lo tenesse in suo potere, ciò che il re non può fare, ma io lo posso fare bilocando la mia Volontà per farne dono alla creatura.

Onde il re tiene gli occhi fissi sopra di lei, la va sempre abbellendo, la veste di abiti preziosi e belli in modo che si senta innamorato; e non potendo più durarla a lungo, se la vincola col vincolo duraturo di sposalizio, in modo che l’uno diventa dono dell’altro. Con questo, d’ambo le parti tengono il diritto di regnare, e quella famiglia acquista il vincolo di parentela col re, ed il re per amore di colei che si è donata a lui, e che lui si è donato a lei, chiama quella famiglia a vivere nella sua reggia dandole lo stesso dono che ha dato a colei che ama tanto.

Così abbiamo fatto noi. Primo, abbiamo chiamata una dell’umana famiglia a vivere nella reggia del nostro Volere; man mano le facevamo dono delle sue conoscenze, dei suoi segreti più intimi. Nel far ciò provavamo contenti e gioie indicibili e sentivamo come è dolce e caro far vivere la creatura nel nostro Volere, ed il nostro amore ci spinse, anzi ci violentò a farle dono del nostro Fiat onnipotente; molto più che lei ci aveva fatto dono del suo, già stava in nostro potere, e la nostra Volontà Divina poteva star sicura ed al suo posto d’onore nella creatura.

Ora dopo che abbiamo fatto dono del nostro Fiat ad un membro di questa umana famiglia, essa acquista il vincolo ed il diritto di questo dono, perché noi non facciamo mai opere e doni per una sola, ma quando facciamo opere e doni li facciamo sempre in modi universali; quindi questo dono sarà pronto per tutti, purché lo vogliono e si dispongono.

Perciò il vivere nella mia Volontà non è proprietà della creatura né sta in suo potere, ma è dono, ed io lo faccio quando voglio, a chi voglio e nei tempi che voglio. Esso è dono di cielo fatto dalla nostra grande magnanimità e dal nostro amore inestinguibile.

(Libro di Cielo 30° Volume - 30 aprile 1932)