“La bellezza dell’anima in grazia è tanta, da innamorare lo stesso Dio”.

“Figlia mia, la bellezza dell’anima in grazia è tanta, da innamorare lo stesso Dio; gli angioli ed i santi ne restano stupiti nel vedere questo prodigioso portento d’un anima ancora terrestre posseduta dalla grazia; alla fragranza dell’odore celeste gli corrono intorno, e con sommo lor piacere trovano in essa quel Gesù stesso che li beatifica nel cielo, di modo che per loro è indifferente tanto a star su in cielo, quanto giù vicino a quest’anima.

Ma chi mantiene e conserva questo portento, dandole continuamente nuove tinte di bellezza, all'anima che vive nella mia Volontà? Chi toglie qualunque ruggine ed imperfezione e le somministra la conoscenza dell'oggetto che possiede? La mia Volontà. Chi rassoda, stabilisce e fa restare confermata nella grazia? La mia Volontà.

Il vivere nel mio Volere è tutto il punto della santità e dà continua crescenza di grazia. Ma chi un giorno fa la mia Volontà, ed un altro la sua, mai resterà confermato nella grazia, non farebbe altro che crescere e decrescere; e questo quanto male arreca all'anima, di quanta gioia priva Dio e sé stessa! È immagine di chi oggi è ricca e domani povera; non resterà confermata né nella ricchezza né nella povertà, quindi non si può sapere dove andrà a finire”.

(Libro di Cielo 5° Volume - 25 ottobre 1903)