“Come il volere umano s’incontra col mio, così riceve la luce, la santità, la fortezza, che contiene la mia Volontà”.

“Figlia mia, la mia Volontà sta in continuo incontro con la volontà della creatura; e come il volere umano s’incontra col mio, così riceve la luce, la santità, la fortezza, che contiene la mia Volontà; Essa sta in continuo atto di darsi alla crea­tura per darle la vita del cielo anticipata. Se lei mi riceve, ebbene, resta con questa vita celeste; se invece in ogni atto che fa non riceve questo Volere supremo, tutto intento, per il suo bene, a renderla felice, forte, santa, di­vina e come trasformata in un’aurora di luce celestiale, resta col solo suo volere umano, che la rende debole, miserabile, fangosa, e che l’accerchia con vili passioni, da far pietà.

Non vedi quante anime si trascinano per debolezza di non sapersi vincere a fare il bene? Altre che non sanno dominare se stesse; altre incostanti come canne al muoversi del vento; altre che non sanno pregare senza mille distrazioni; altre sempre scontente; altre pare che siano nate per fare il male; sono tutte anime che, in tutte le cose loro, non incontrano il mio Volere. Eppure il mio Volere sta per tutti, ma siccome lo sfuggono, non ricevono il bene che il mio Volere contiene.

È giusta pena di chi vuol vivere del suo, coinvolgersi in tutte le miserie. Però, questo mio Volere che non hanno voluto incontrare in vita, che avrebbe dato loro tanti beni per quante volte lo avessero incontrato, lo incontreranno in morte, per dar loro tante pene per quante volte lo hanno sfuggito, perché sfuggendolo si son resi colpevoli, si sono macchiati, infangati; è giusto che abbiano una pena, formandosi per loro tanti incontri dolorosi, per quante volte non si sono incontrati con la mia Volontà sulla terra; ma questi incontri dolorosi saranno senza meriti, senza nuovi acquisti, che avrebbero fatto se avessero incontrato il mio Volere in vita...

Oh, quanti gemiti di dolore escono dalle prigioni del purgatorio; quante grida di disperazione si sentono dal­l’inferno, perché il mio Volere non è stato incontrato sulla terra! Perciò, figlia mia, il tuo primo atto sia d’in­contrarti col mio Volere; il tuo primo pensiero, il tuo palpito, siano d’incontrarti col palpito eterno del mio Volere, affinché tu riceva tutto il mio amore. In tutto cerca di fare continui incontri, affinché tu resti trasformata nel mio Volere ed Io nel tuo, per poterti disporre a fare l’ultimo incontro con la mia Volontà nell’ultima tua ora; così non avrai nessun incontro doloroso dopo la tua morte”.

(Libro di Cielo 16° Volume - 23 luglio 1923)