“Ogniqualvolta la creatura fa la mia Volontà ed opera perché voglio Io, le do del mio”.

Stavo pensando tra me: “Perché il benedetto Gesù ha tanto interesse, e vuole ed ama tanto che si faccia la sua Volontà? Quale gloria ne può ricevere, che una vile e povera creatura ceda il suo volere nella Sua altissima, Santissima ed amabilissima Volontà?”.

Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù, con una tenerezza e dolcezza indicibili, mi ha detto: “Figlia mia, vuoi saperlo? Perché è tanto il mio amore, la mia suprema bontà, che ogniqualvolta la creatura fa la mia Volontà ed opera perché voglio Io, le do del mio, e per darle sempre del mio voglio che faccia la mia Volontà. Quindi tutta la ragione, l’interesse, per cui voglio che faccia la mia Volontà, è per trovare occasioni e mezzi di poter sempre dare; è il mio amore che non vuol stare quieto; vuol sempre correre, volare, verso la creatura, ma per che fare? Per dare; ed essa, col fare la mia Volontà, si avvicina a me ed Io a lei, ed Io do e lei prende. Invece, se non opera per fare la mia Volontà, si mette da me a distanza, rendendosi come estranea a me, e quindi non può prendere ciò che Io le vorrei dare; e se Io volessi dare del mio, le sarebbe nocivo ed indigeribile, perché il suo palato, rozzo e contaminato dalla volontà umana, non le farebbe gustare né apprezzare i doni divini”.

(Libro di Cielo 16° Volume - 16 agosto 1923)