“Fare la Volontà di Dio non significa possederla, ma sottoporsi ai suoi comandi. Invece vivere in essa è possesso”.

Pensavo tra me: “Nostro Signore nel Pater Noster c’insegna a pregare ‘Sia fatta la tua Volontà’. Ora perché dice che vuole che si viva in essa?” E Gesù, sempre benigno, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:

“Figlia mia, ‘Sia fatta la tua Volontà’, che io insegnai a pregare nel Pater Noster, significa che tutti dovevano pregare che almeno facessero la Volontà di Dio, e questo è di tutti i cristiani e di tutti i tempi, né si può dire cristiano chi non si dispone a fare la Volontà del suo Padre celeste. Ma tu non hai pensato all'altra postilla che viene immediatamente dopo: ‘come in cielo così in terra’. Il ‘come in cielo così in terra’ significa vivere nel Voler Divino, significa pregare che venga il Regno della mia Volontà sulla terra, per vivere in esso.

Nel cielo non solo fanno la mia Volontà, ma vivono in essa, la posseggono come cosa e regno proprio; e se la facessero e non la possedessero non sarebbe piena la loro felicità, perché la vera felicità incomincia dal fondo dell’anima. Fare la Volontà di Dio non significa possederla, ma sottoporsi ai suoi comandi. Invece vivere in essa è possesso.

Quindi nel Pater Noster, nelle parole ‘Sia fatta la Volontà tua’, sta la preghiera che tutti facciano la Volontà Suprema, e nel ‘come in cielo così in terra’, che l’uomo ritorni in quella Volontà da dove uscì, per riacquistare la sua felicità, i beni perduti ed il possesso del suo regno”.

(Libro di Cielo 20° Volume - 15 ottobre 1926)