“Non c’è cosa che possa superare l’amore, né la dottrina né la dignità, molto meno la nobiltà”.

Gesù si è fatto vedere e mi ha detto:

“Figlia mia, non c’è cosa che possa superare l’amore, né la dottrina né la dignità, molto meno la nobiltà. Al più, chi se ne serve a [fin di] bene, di fare delle speculazioni intorno al mio Essere, mi può conoscere più o meno; ma chi giunge a farmi suo proprio oggetto? L'amore. Chi giunge a mangiarmi come si fa d’un cibo? L’amore. Chi ama mi divora; chi mi ama, in ogni particella del suo essere trova immedesimato il mio Essere.

Passa differenza tra chi mi ama davvero e gli altri, di qualunque condizione o qualità siano, [come] tra chi conosce un oggetto prezioso, lo apprezza, lo stima, ma non è cosa sua, e tra chi possiede quell'oggetto prezioso come suo proprio; chi è più fortunato tra questi, chi lo conosce o chi lo possiede? Certo chi lo possiede; sicché [l’amore] supplisce per la dottrina e la supera; supplisce alla dignità e supera tutte le dignità, dando all'anima la dignità divina; supplisce per tutto e supera tutto”.

(Libro di Cielo 9° Volume - 20 maggio 1909)