Libro di Cielo - Volume 19°

Giugno 15, 1926 (27)

Come il nulla resta spaventato e trema sotto al Tutto. Come la Vergine ama i suoi figli celesti e fa in cielo l’ufficio di Madre. Come la conoscenza dette vita ai frutti della redenzione, così essa darà vita ai frutti della Divina Volontà.

Mi sentivo tutta piena di difetti, specie per la grande ripugnanza che sento quando si tratta di scrivere le cose intime tra me e Nostro Signore; è tanto il peso che sento, che non so che farei per non farlo; e siccome l’ubbidienza di chi è sopra di me s’impone, io vorrei contrastare, vorrei dire le mie ragioni per non farlo, ma però finisco sempre col cedere.

Onde avendo passato un contrasto simile, mi sentivo piena di difetti e tutta cattiva, perciò nel venire il benedetto Gesù gli ho detto: “Gesù, vita mia, abbiate pietà di me, guardatemi come son piena di difetti e quanta cattiveria c’è in me”. E Gesù tutto bontà e tenerezza mi ha detto:

“Figlia mia non temere, ci sono io che ti vigilo e sto a custodia dell’anima tua affinché il peccato anche minimo non entri nell’anima tua. E dove tu o altri vedono difetti e cattiverie in te, io non ne trovo, piuttosto vedo che il tuo nulla sente il peso del Tutto, perché quanto più ti elevo intimamente a me e ti faccio conoscere ciò che vuol fare il Tutto del tuo nulla, tanto più tu senti la tua nullità e quasi spaventata, schiacciata sotto al Tutto, vorresti sfuggire di manifestare e molto meno scrivere su carta ciò che il Tutto vuol fare di questo nulla, molto più che per quanta ritrosia tu senti io vinco sempre e ti faccio fare quello che voglio.

Ciò successe anche alla mia Mamma celeste quando le fu detto: ‘Ti saluto, o Maria, piena di grazia, tu concepirai il Figlio di Dio’. Essa nel sentire ciò si spaventò, tremò e disse: ‘Come può ciò avvenire?’, ma finì col dire: ‘Fiat mihi secundum verbum tuum’. Lei sentì tutto il peso del Tutto sopra il suo nulla e naturalmente si spaventò. Sicché quando ti manifesto ciò che voglio fare di te ed il tuo nulla si spaventa, vedo ripetere lo spavento della Sovrana Regina, ed io compatendoti sollevo il tuo nulla, lo rafforzo, affinché possa resistere a sostenere il Tutto. Perciò non ti dar pensiero di ciò, ma pensa piuttosto a far operare il Tutto in te”.

Onde dopo ciò, stavo facendo i miei soliti atti nel Voler Supremo, abbracciando tutto e tutti per poter portare al mio Creatore gli atti di tutti come un atto solo. Ora mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e, abbracciando insieme con me tutto, si univa con me facendo ciò che facevo io e poi tutto amore mi ha detto:

“Figlia mia, amo tanto gli atti fatti nel mio Volere, che io stesso prendo l’impegno di custodirli nell’unità della mia luce suprema, in modo da renderli inseparabili da me e dagli stessi atti miei. Se tu sapessi come son geloso di questi atti, come mi glorificano in modo tutto divino! Si può dire che ciascuno di questi atti è una nuova festa che s’inizia in tutta la creazione ed in tutta la patria celeste. Dovunque si trova la mia Volontà, questi atti scorrendo in essa come raggio di luce portano nuove gioie, feste e felicità. Questi atti sono le gioie, la festa e la felicità che forma la creatura nella Volontà del suo Creatore. E ti par poco che la creatura può formare e portare la festa, la gioia, la felicità al suo Creatore e dovunque potesse[1] regnare la nostra Volontà?

Ciò successe per la mia mamma Regina, essa che operò sempre nell’unità della luce del Voler Supremo, tutti i suoi atti, l’ufficio di Madre, i diritti di Regina restarono inseparabili dal suo Creatore, tanto vero che la Divinità, quando sprigiona gli atti della beatitudine per felicitare tutta la patria celeste, sprigiona insieme tutti gli atti della Mamma celeste; sicché tutti i santi si sentono investiti non solo delle nostre gioie e beatitudini, ma restano anche investiti dell’amor materno della Madre loro, della gloria della loro Regina e di tutti i suoi atti convertiti in gioie per tutta la celeste Gerusalemme. Sicché tutte le fibre del suo cuore materno amano con amor di Madre tutti i figli della patria celeste e [chiamano a] far parte a tutte le gioie di Madre e [al]la gloria di Regina. Sicché essa fu Madre d’amore e di dolore in terra per i suoi figli che le costarono tanto quanto le costò la vita del suo Figlio Dio, ed in virtù dell’unità della luce del Voler Supremo che possedeva, i suoi atti rimasero inseparabili dai nostri, è Madre in cielo d’amore, di gioie e di gloria per tutti i suoi figli celesti. Sicché tutti i santi hanno un amore maggiore, gloria e gioie di più per virtù della loro Madre e Sovrana Regina. Perciò amo tanto chi vive nella mia Volontà che io mi abbasso fino a lei per fare insieme ciò che essa fa, per innalzarla fino nel seno dell’Eterno per far fare uno l’atto suo col suo Creatore”.

Dopo ciò sono rimasta a pensare alla benedetta Volontà di Dio, e molte cose giravano nella mia mente, che non è necessario dirle sulla carta, ed il mio dolce Gesù ritornando ha soggiunto:

“Figlia mia, il trionfo della mia Volontà è connesso con la creazione e con la redenzione, si può chiamare trionfo unico. E siccome una donna fu causa della rovina dell’uomo, dopo quattromila anni una Vergine donna fu causa che, facendo nascere da lei la mia umanità, unita al Verbo eterno, ridonò il rimedio alla rovina dell’uomo caduto. Ora il rimedio dell’uomo è formato, deve restare solo la mia Volontà senza il suo pieno compimento?, mentre essa tiene il suo atto primo tanto nella creazione quanto nella redenzione? Ecco perciò, dopo altri duemila anni abbiamo scelto un’altra vergine come trionfo e compimento della nostra Volontà. Sicché essa, formando il suo regno nell’anima tua e facendosi conoscere, colla sua conoscenza ti ha dato la mano per elevarti a vivere nell’unità della sua luce, in modo da formare la tua vita in essa, e la Volontà Divina di formare la sua vita in te; ed avendo formato in te il suo dominio, forma il connesso[2] come comunicare il suo dominio alle altre creature.

E come col scendere il Verbo nel seno dell’Imma­colata Vergine non rimase per lei solo, ma formai il connesso di comunicazione per le creature e mi detti a tutti e per rimedio di tutti, così succederà di te, che col­l’aver formato in te il suo regno, il mio Voler Supremo forma le comunicazioni per farsi conoscere alle creature; tutto ciò che ti ho detto su di esso, le conoscenze che ti ho dato, il modo ed il come del vivere nel mio Volere, il farti conoscere come vuole e sospira che l’uomo ritorni nelle sue braccia, che rientri nel suo principio del Volere eterno donde ne uscì, sono tutte vie di comunicazione, vincoli d’unioni, trasmissioni di luce, venticello per fargli respirare l’aria della mia Volontà e quindi disinfettare l’aria della volontà umana, e vento impetuoso da espugnare e sradicare le volontà più ribelli. Ogni conoscenza che ti ho dato sulla mia Volontà contiene una potenza creatrice, ed il tutto sta [nell’]uscirle fuori queste conoscenze, che [per] la potenza che contengono sapranno far breccia nei cuori per sottoporli al suo dominio.

Non successe forse lo stesso nella redenzione? Fino a tanto che stetti con la mia Mamma nella vita nascosta di Nazareth, tutto taceva intorno a me, sebbene questo mio nascondimento insieme con la celeste Regina servì mirabilmente per formare la sostanza della redenzione e poter annunziare che già stavo in mezzo a loro. Ma quando i frutti di essa si comunicarono in mezzo ai popoli, quando uscii in pubblico, mi feci conoscere, parlai loro con la potenza della mia parola creatrice, e come tutto ciò [che] io feci e dissi si divulgarono e si divulgano tuttora in mezzo ai popoli, così i frutti della redenzione ebbero ed hanno i loro effetti.

Certo figlia mia, se nessuno avesse conosciuto che io venni sulla terra, la redenzione sarebbe stata una cosa morta per le creature e senza effetti. Sicché la conoscenza ha dato la vita ai frutti di essa. Così sarà [del]la mia Volontà, la conoscenza darà la vita ai frutti della [mia] Volontà. E perciò ho voluto rinnovare ciò che feci nella redenzione: scegliere un’altra vergine, di starmi con lei, nascosta per quarant’anni e più, segregandola da tutti come dentro d’una nuova Nazareth per essere libero con lei di dire tutta la storia, i prodigi, i beni che ci sono in essa[3], e così poter formare in te la vita della mia Volontà.

E siccome insieme con me e la Mamma mia scelsi San Giuseppe, insieme con noi come nostro cooperatore, tutore e vigile sentinella di me e della Sovrana Regina, così ho messo vicino a te la vigile assistenza dei miei ministri come cooperatori, tutori e depositari delle conoscenze, beni e prodigi che ci sono nella mia Volontà; e come essa vuole stabilire il suo Regno in mezzo ai popoli, voglio per mezzo tuo deporre nei miei ministri questa dottrina celeste, come a nuovi apostoli, affinché prima formo con loro l’anello di congiunzione con la mia Volontà e poi la trasmettono in mezzo ai popoli.

Se ciò non fosse o non doveva essere, non avrei tanto insistito nel farti scrivere né avrei permesso la venuta giornaliera del sacerdote, ma avrei lasciato tutto il mio operato tra me e te. Perciò sii attenta e lasciami libero in te di fare quello che voglio”.

Ora chi può dire come son rimasta confusa a questo parlare di Gesù? Sono rimasta muta e dal fondo del mio cuore ripetevo Fiat, Fiat, Fiat.

 

 


[1] possa

[2] il connesso, cioè la connessione

[3] Divina Volontà

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