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“È tuo dovere di venire nelle braccia del tuo Creatore e di riposarti in quel seno donde uscisti”.

Mi sentivo tutta immedesimata col mio dolce Gesù, e nel venire mi sono slanciata nelle sue braccia abbandonandomi tutta in lui come al mio centro. Sentivo una forza irresistibile di starmi nelle sue braccia, ed il mio dolce Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, è la creatura che cerca il seno del suo Creatore per riposarsi nelle sue braccia. È tuo dovere di venire nelle braccia del tuo Creatore e di riposarti in quel seno donde uscisti, perché tu devi sapere che tra la creatura ed il Creatore ci passano tanti fili elettrici di comunicazione e di unione, che la rendono quasi inseparabile da me, purché non si sia sottratta dal mio Volere, ché sottraendosi non è altro che rompere i fili di comunicazione, spezzare l’unione.

La vita del Creatore, più che elettricità scorre nella creatura ed essa scorre in me, la mia vita è sparsa nella creatura; nel crearla concatenai la mia sapienza alla sua intelligenza, affinché non fosse altro che il riverbero della mia; e se l’uomo giunge a tanto con la sua scienza che dà dell’incredibile, è il riflesso della mia che [si] riflette nella sua; se il suo occhio è animato da una luce, non è altro che il riflesso della mia luce eterna che [si] riflette nel suo”.

(Libro di Cielo 13° Volume - 4 novembre 1921)